Le librerie online sono una presenza di rilievo crescente nell’ecosistema della lettura, un luogo di passaggio necessario per una gamma di pubblici molto diversificata. La loro struttura configura un’immagine del mondo dei libri, dei generi e dei testi, allestita dal punto di vista di chi legge, modellata da alcune azioni chiave del presentare: dalla classificazione per generi alla messa in evidenza. Si definisce qui l’ambito di una nuova paratestualità digitale, va costituendosi un nuovo spazio di discorso sulla letteratura e sul libro da non lasciare in penombra, con il quale anche la critica istituzionalizzata dovrebbe provare a interagire.
Il rilievo delle librerie online come canale di vendita è, in questi tempi, in crescita significativa. I siti di acquisto sono diventati progressivamente una presenza primaria nell’ecosistema della lettura. L’intenzione di comprare un libro online può determinarsi, è noto, per vari motivi: la scarsa accessibilità di punti vendita in grado di soddisfare i propri bisogni di lettura nell’area di residenza, la praticità di un tempo d’acquisto non vincolato a un orario e della consegna a domicilio, la ricchezza di titoli che il contenitore bookshop in Rete mette a disposizione. Se la decisione presa di un acquisto a distanza rende il sito un luogo di passaggio necessario nel percorso del lettore verso il libro che desidera, non di rado anche lettori forti – frequentatori abituali ed estimatori convinti delle librerie analogiche, animate dalla mediazione attiva e caratterizzata dei librai – frequentano i siti online per reperire informazioni su un titolo, per un confronto prezzi, per un breve giro d’orizzonte su un autore o tema d’interesse.
Ragionare sulle librerie online – non soltanto su Amazon, non soltanto per denunciare limiti, responsabilità – per analizzarne la forma, a partire dal punto di vista del lettore, dalle modalità con cui i siti d’acquisto configurano un’immagine del mondo dei libri, dei generi e dei testi, credo possa servire. Perché si tratta di un’immagine tracciata a partire dal punto di vista del pubblico, certo con la finalità specifica di muoverlo all’acquisto; inoltre, fra i diversi canali d’accesso alla conoscenza dell’offerta letteraria-libraria, il bookshop online (con la biblioteca) è quello che catalizza una frequentazione più estesa, il più aperto all’incontro con tutta la gamma, differenziata per ragioni d’interesse e competenza, dei pubblici.
L’assetto base della forma di questa immagine del mondo dei libri è catalogico, quello tipico delle testualità della raccolta e della classificazione, vincolato ai dati di identificazione e di descrizione essenziale del largo insieme di prodotti messi in vendita. La mole dei dati (dei libri) di cui dar conto spinge all’economia dello spazio di presentazione.
Provo a dare un ritratto veloce di questa immagine della realtà libraria, pensando alla percezione di un lettore di “letteratura” e seguendo quelle che mi paiono le azioni chiave che la modellano.
Classificare (ricercare). Se arrivo alle librerie virtuali mosso da un bisogno di lettura letteraria (inteso in modo esteso e duttile), mi trovo di fronte a un’architettura articolata in reparti di genere, che ne costituisce la struttura portante, piuttosto imponente (dal minimo delle ventisei sezioni di Mondadori Store e LaFeltrinelli, alle trenta di Amazon e alle trentasei di Hoepli), in cui il letterario ha uno spazio limitato. Le sezioni pertinenti sono poco più di mezza dozzina, distribuite in tre ambiti. Ci sono i generi speciali, d’intrattenimento: più numerosi in Amazon (sei: Fantascienza e fantasy, Fumetti e manga, Gialli e thriller, Horror, Humour, Letteratura erotica), più accorpati in Ibs e Mondadori Store (tre-quattro categorie), assenti nei menu di primo livello in LaFeltrinelli e Hoepli. Ci sono poi i generi legati a tipi specifici di pubblico (Libri per bambini e Adolescenti e ragazzi, in Amazon; Bambini e ragazzi e Young Adult, in LaFeltrinelli). E una titolazione doppia, Narrativa erotica e rosa, ci dice icasticamente di una profonda trasformazione di costume, già ormai da tempo sedimentata nelle collane Harmony e non soltanto. Ci sono infine le etichette di genere che indicano lo spazio più esplicitamente (istituzionalmente) caratterizzato come letterario: lo fanno mettendo in primo piano la narratività romanzesca. Nel primo sguardo panoramico è questo il modo fondamentale dell’esperienza letteraria. Il termine “letteratura” compare solo in tre casi su sei, soltanto una volta le categorie di questo tipo sono più di una (solo Ibs ha una voce Classici, soltanto Libraccio dà presenza immediata a Poesia e teatro, oltre che ai Classici greci e latini) e Mondadori Store lega Romanzi e letterature, in un ordine eloquente, che sembra suggerire la convinzione di una bassa attrattività del termine “letterario”. Amazon, Ibs e LaFeltrinelli dedicano una categoria alle Biografie (Biografie e autobiografie, nel caso di LaFeltrinelli) a confermare dei bisogni di narratività come tratto dominante della fruizione di tipo estetico del libro oggi.
Se il lettore scala di livello, nell’albero dei menu che guidano l’esplorazione del sito, passa a una vista più analitica dell’offerta di letture letterarie (il numero di categorie si aggira sulla ventina, Mondadori Store ne ha ventisette), della quale ha ora dinnanzi a sé un’immagine più distinta e articolata, abbastanza in sintonia peraltro con la vista sintetica d’avvio: una vista laicamente aperta, pur nella sua schematicità (a base commerciale, si potrebbe dire con sbrigatività sprezzante), non granché interessata alle raffinatezze interpretative.
A fianco delle più tradizionali suddivisioni geo-storiche, operate a partire dall’identità dell’autore (Letteratura/Narrativa italiana, straniera, mondiale, antica e medievale), è di nuovo cospicua la presenza – accanto a quella, costante, del genere romanzesco dall’identità più anticamente consolidata, il romanzo storico – dei generi speciali: da sei a otto categorie con l’eccezione (apparente) di Amazon, che inserisce qui soltanto la Letteratura di genere; nel livello sottostante della struttura la categoria esplode però in un’articolazione poderosa: ben ventisette voci (dal classico Narrativa storica a Adattamenti serie tv, film, video…). E, come si è visto, erano già sei i generi speciali subito in mostra all’ingresso nel reparto libri di Amazon. Dunque nessuna tassonomia rigorosa, fondata su scansioni nette e sempre coerenti ai diversi livelli. Quelle che accompagnano il lettore nel suo percorso di scelta sono classificazioni lasche, pronte alle contaminazioni, allestite innanzitutto per richiamare l’attenzione di chi legge, per entrare in connessione con le sue conoscenze, abitudini, inclinazioni di fruizione, per dialogare con il suo lessico di lettore e di spettatore di film e serie tv.
Nel quadro d’insieme è ancora ben avvertibile un doppio versante: l’apertura ai generi con sagoma più marcata, che si definiscono per un’intenzione primaria di dialogo con i lettori e per il consenso che ne ricevono, e un versante più istituzionale, di prodotti definiti per una loro letterarietà riconosciuta, sedimentata. Sono i classici, nella doppia accezione di testi dell’antichità greco-romana e di testi delle tradizioni letterarie moderne (così i Classici italiani e i Classici stranieri, in Mondadori Store, si sommano ai Classici greci e latini), e le narrative/letterature senza aggettivi: la Narrativa classica e la Narrativa moderna e contemporanea di LaFeltrinelli, oppure la Prosa letteraria di Mondadori Store. Ben rilevato qui lo spazio della non-fiction, dalle scritture dell’io a quelle odeporiche, al profilo sfuggente delle Storie vere di Ibs e LaFeltrinelli; sempre (quasi) presente la poesia, affiora la scrittura critica (Storia della letteratura e critica letteraria, Amazon).
Il ventaglio di categorie che, affiancandosi e intersecando i generi a statuto forte, declina la produzione è definito in base a criteri tematico-ambientali che alludono all’assetto degli scenari: narrative di ambientazione storica, di argomento mitologico, di argomento religioso o spirituale, in LaFeltrinelli, oppure (il lettore in cerca, paziente, è sceso al terzo livello della struttura del menu che, di norma, mostra poche ulteriori declinazioni categoriali) narrazioni marine, di vita urbana, mediche, anche metafisiche e visionarie.
L’onomastica delle categorie di genere del libro commerciato funziona come segnaletica in un dialogo con il pubblico acquirente. Si potrebbe metterla in relazione e descriverla anche grazie a una tipologia di stili di lettura del pubblico della narrativa proposta di recente da Pertti Vakkari e Anna Mikkonen che, in un’indagine sui comportamenti di ricerca di opere narrative nei cataloghi di biblioteca (The Role of Readers’ Literary Preferences in Predicting Success in Fiction Search, «Journal of Documentation», 2019), hanno individuato quattro orientamenti letterari principali nel loro campione in base a differenti predilezioni: classico (per una narrativa romanzesca d’impianto/ascendenza ottocenteschi, di tema storico, con intreccio interessante e caratterizzazioni ricche di personaggi e ambienti, stile personalizzato), estetico (per narrazioni che, grazie alle qualità di stile, sanno muovere sentimenti e riflessioni di chi legge), realistico (per storie all’insegna di un racconto del vero o verosimile) e immersivo (per storie con trama avvincente, divertenti, capaci di coinvolgere emotivamente). Sono quattro vettori di attivazione dell’interesse dei lettori riconoscibili con evidenza nel ventaglio di categorie passate in rassegna: nella presenza massiccia dei generi speciali, a trama serrata e con netta dominante percettivo/emotiva; in quella delle narrazioni dell’io, di viaggio, delle biografie e delle “storie vere”; nel posto ben percepibile delle narrative “classiche” della modernità (segnalo che nella Narrativa italiana Ibs quella Classica è (prima del 1945), a seguire quella Moderna e contemporanea). Lo spazio più ristretto, nel sistema delle etichette, è quello per le scritture letterarie “senza aggettivi”, indice, più che di una costante di originalità espressiva, del maggiore livello di competenza dei lettori che vi si indirizzano e dunque della loro maggiore autonomia di ricerca.
Mettere in evidenza / presentare il libro singolo. L’architettura per categorie, si sa, non è affatto l’unico meccanismo che guida l’esperienza di incontro e scelta dei libri nelle librerie online, un ruolo chiave l’ha una serie varia di dispositivi di messa in evidenza. Il superaffollamento dell’universo dei testi che si pubblicano è un vincolo operativo complesso, piuttosto imbarazzante da gestire in chiave di presentazione sintetica nitida; ce lo dicono subito le homepage delle sezioni libri, dove la struttura dei reparti, l’accesso all’albero delle categorie, occupa la colonna di sinistra (oppure una barra orizzontale alta), mentre lo spazio centrale e più esteso è dedicato ai singoli titoli in primissimo piano e a categorie/ambienti/sezioni del sito in evidenza di vario tipo. Il lettore in cerca è immediatamente alle prese con una molteplicità di sollecitazioni. I più votati, I più desiderati, Bestseller, Consigliati per te, Categorie in evidenza, Offerte in evidenza, Alcuni suggerimenti è una struttura standard della homepage dei libri Amazon; I quattro libri della settimana, Libri in arrivo, Classifica libri, Novità narrativa, In prenotazione, Promozioni, Bambini e ragazzi, I nostri approfondimenti, Saggistica, Università e lavoro, Gli shop degli editori sono le voci in cui si snoda la lunga homepage di Ibs. Si potrebbe ragionare sulle diversità di questi due assetti: all’insegna, in Amazon, di una messa in evidenza tutta fatta attraverso i numeri e le preferenze dei lettori-compratori, sintetizzate nelle sezioni-classifica oppure mostrate con i percorsi fatti sulle preferenze possibili (il segno della presenza di una critica istituzionalizzata si affaccia appena nella sezione Premi letterari). Siamo naturalmente nel territorio, fondato e dominato da Amazon, degli algoritmi che governano i recommender system, del filtraggio condotto sulle scelte compiute dagli utenti nella loro storia di acquisto, propria o di chi ha già scelto quegli articoli; sistemi potenti, ad alta efficacia e bassa richiesta di personale, con tutti i rischi di omofilia, di meccanismi di orientamento che addestrano soltanto a ciò che è omogeneo, di consolidamento e non apertura delle preferenze. Ibs invece dà più rilievo ad alcuni generi e introduce significativamente proposte di selezione ristrette e percorsi di ricerca affidati alla curatela critica del sito (dagli approfondimenti tematici ai negozi d’editore con itinerari mirati).
Completano il sistema di presentazione dell’offerta proprio dei bookshop online le pagine-libro che illustrano il singolo testo. Al nucleo informativo testuale-visivo, costituito dai dati bibliografici e dalla copertina, si aggiungono altri elementi, secondo una forma di presentazione più o meno ricca nei differenti siti: dall’essenziale pagina di Hoepli (dati più trama/quarta), a quelle più dense di LaFeltrinelli (anche con Recensioni – di lettori e librai – accompagnate da valutazioni e tabella riassuntiva), Amazon (con i commenti dei lettori, la Posizione nella classifica Bestseller, e il basso continuo, ribadito, delle analogie d’acquisto: Spesso comprati insieme, Chi ha acquistato questo articolo ha acquistato anche, I clienti che hanno visto questo articolo hanno visto anche). In Ibs alle Recensioni (dei lettori) si aggiungono Biografia dell’autore, La voce della critica (anche con uso esteso delle recensioni dell’«Indice dei libri del mese»), eventuali materiali video e, come su Amazon, anteprime-estratto del testo subito leggibili a schermo.
Un nuovo ambiente per un discorso sul libro. Interrompo questa riflessione esplorativa, questo esercizio artigianale di lettura su alcuni aspetti dell’esperienza di approssimazione al libro – sulle immagini del letterario che ci propongono le librerie online – con una considerazione generale conclusiva, a partire dalla constatazione che lo sviluppo della Rete ha prodotto un ampliamento e una trasformazione importanti dei dispositivi di incorniciamento del testo.
Molti di quelli descritti sin qui sono in buona sostanza aspetti di una nuova paratestualità digitale, che ri-presenta (rielabora, indebolisce, valorizza, manipola) aspetti del peritesto editoriale e autoriale determinati dalle edizioni dei libri. In particolare le pagine di illustrazione delle opere nei siti delle librerie online sono, vanno facendosi, aggregatori di significativi elementi di presentazione: dai dati di identificazione bibliografica e dalla copertina, sempre presenti, che sintetizzano i dati peritestuali di base; alle anteprime-estratto che aprono una finestra sul testo, consentendone un primo accesso dal vestibolo, l’incontro immediato con la zona nevralgica dell’incipit; ad alcuni epitesti d’autore (interviste, letture in pubblico); a una differenziata gamma di atti di valutazione (commenti dei lettori, recensioni, citazioni critiche, indici quantitativi). Qui insomma si crea una cornice nuova attorno al libro, che può orientarne scelta e anche fruizione.
È uno spazio a dominante funzionale, umile, che si può sdegnosamente considerare del tutto subalterno a logiche di profitto, ma che è, credo, un errore lasciar passare inosservato. Un compito rilevante nello studio della letteratura è monitorare i mutamenti dei processi di valorizzazione e dei modi del discorso sulle opere. L’orizzonte aperto da Internet – ricordava Vittorio Spinazzola in un’intervista di qualche anno fa rilasciata a Elisa Gambaro e Stefania Sini su «Enthymema» – va sollecitando e sempre più delineerà «forme di mediazione nuova» per «una società letteraria infinitamente più ampia di quella attuale». Cogliere i segnali e seguire il divenire di quelle nuove forme di mediazione critica è importante. Non soltanto forse con il piglio distaccato di un entomologo culturale, provando forse a chiedersi se con quei processi, con i nuovi ambienti di discorso sulla letteratura, non sia possibile, per la critica istituzionalizzata, in qualche modo interagire. Un impegno faticoso, d’esito non certo, con un’attrezzatura descrittiva e interpretativa poco assestata, ma ne vale la pena.