Di fronte alla grande espansione della comunicazione digitale, i giovani romanzieri anni duemila tendono a reagire spettacolarizzando la scrittura: puntano a emozionare il lettore con le trovate effettistiche, il gioco delle coincidenze a sorpresa, le scene madri. Non sono più i tempi in cui far commuovere chi legge era ritenuta una procedura mistificante, addirittura disonesta. Adesso, risvegliare la sensibilità dei destinatari, galvanizzandone il pathos, vale come un incentivo a non assopirsi nel ristagno conformista di una vita senza vita. E così riscoprire il fervido piacer del pianto, tanto caro al più autentico romanticismo psicosociale.
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