In data 2010, la stagione dell’euforia da benessere è solo un ricordo svagato. I più svegli tra gli scrittori, specialmente giovani, se ne sono resi conto da un pezzo, e si applicano a mettere a fuoco i grandi motivi di preoccupazione del nostro tempo: come la piaga endemica del precariato, o il dramma epocale delle migrazioni.
Parecchi hanno portato in scena ragazze e ragazzi che crescono senza e contro i genitori, peggio che se fossero orfani.
C’è chi trova nel genere poliziesco il mezzo migliore per portare allo scoperto le prevaricazioni più insidiose della realtà economico sociale.
E c’è chi accantona le fantasie, convinto che i resoconti dell’esperienza vissuta siano più appassionanti delle invenzioni romanzesche. Intanto l’editoria si attrezza per fare fronte alla novità formidabile del libro elettronico; e dai blog nasce una forma inedita di comunità letteraria di ampiezza illimitata.
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