Bruno Angoletta (Belluno 1889 - Milano 1954) appartiene a quella schiera di artisti eclettici che hanno caratterizzato la scena della comunicazione per immagini nella prima parte del nostro Novecento.
La storia artistica di Angoletta, autodidatta in arte e studente in Legge a Padova, inizia a Roma nel 1911 grazie all’invito dell’amico Vittorio Podrecca, che prima lo fece collaborare ad una della riviste per l’infanzia più innovative del novecento “Primavera” e poi lo volle accanto a sé, come scenografo, illustratore e costumista, insieme ai più importanti nomi della scena dell’illustrazione italiana, nella grande avventura del teatro dei Piccoli di Podrecca . Nata nel 1914, questa esperienza di teatro di marionette, pensata soprattutto per i ragazzi, registrò un enorme successo nazionale e internazionale, testimoniata da continue tournèe in tutto il mondo sino agli anni trenta.
Ma Angoletta, dopo varie collaborazioni con periodici satirico-umoristici e di costume, tra cui ricordiamo “L’Asino” di Galantara e il torinese “Numero” ,lascia l’amico Vittorio Podrecca per iniziare, prima ancora a Roma e poi, dopo l’esperienza della Grande Guerra, a Milano la professione di Illustratore editoriale che lo assorbirà per tutta la vita.
Tra prima della guerra, con la collana mondadoriana Bibliotechina della Lampada, e poi nel dopoguerra, sempre con riviste, tra tutte la modernissima “Giro giro tondo” del 1921, e collane edite da Mondadori ma non solo, Angoletta affina il suo segno grafico, in un percorso che lo transiterà da esperienze legate alla Secessione (Klimt e Czeschka) sino, negli anni trenta, ad un’inconfondibile segno Novecento, passando attraverso sperimentazioni geometrizzanti, parafuturiste e premetafisiche. Apprezzato anche come pittore, Angoletta parteciperà a varie esposizioni di primaria rilevanza come la Seconda Mostra della Secessione Romana nel 1914, la Biennale delle Arti Decorative a Monza nel 1923 e la Diciannovesima Biennale di Venezia nel 1934. Inoltre collabora alle principali testate periodiche illustrate italiane quali: “Noi e il Mondo”, “Novella”, “La Lettura”, “Il Dramma”, “La Scena Illustrata”, “Lidel”, “Le Grandi Firme”.
E’ questo il periodo aureo dell’illustrazione editoriale italiana, percorsa da artisti eclettici quali Pompei, Tofano, Cambellotti, Bernardini, Mateldi, Bisi e molti altri, tutti fortemente coinvolti nell’editoria, periodica per l’infanzia a vari livelli, tra scolastica e amena lettura, e nella quale operavano globalmente, non solo in illustrando bensì progettando graficamente vesti editoriali di intere collane e riviste. In questo senso Angoletta, la cui firma A. o Ang risultava una delle più presenti, ne è un esponente tra i più compiuti ed efficaci, travasando nelle pubblicazioni per la gioventù tutta la perizia e le sollecitazioni dell’arte visiva d’avanguardia, superando il concetto stesso di illustrazione per approdare a quella del designer editoriale. Nel 1933 realizza per Mondadori l’immagine della Medusa, marchio della famosa collana.
Tra le varie collaborazioni durante la fine degli anni venti e gli anni trenta, si devono segnalare per importanza popolare, anche le esperienze in campo pubblicitario e quelle con l’editoria periodica a grande tiratura rappresentata da testate come il “Corriere dei Piccoli” e “Il Balilla”, dove Angoletta emergerà, confrontandosi con la forma peculiare dell’illustrazione a vignette, inventando personaggi inconfondibili e indimenticabili come lo sfortunato Marmittone, simbolo di un’Italia poco “irregimentata”, il vulcanico Dottor Centerbe Ermete, il moschettiere Pampam della Micragna, l’eterno partente Sor Calogero Sorbara e i balilla Romolino e Romoletto.
In questi personaggi, di cui Angoletta era realizzatore di storie, testi e disegni, si può trovare tutto il vissuto e il sentire dell’artista, consapevole dell’estrema varietà delle richieste del mercato editoriale ma anche della duttilità di una professione giocata sul bilico della proposta artistica. Facilitato dall’esperienza teatrale,, Angoletta otterrà dalle sue piccole scenette una compiutezza rara e leggera che riusciva a coniugare un forte impatto popolare senza rinunciare ad un trattamento alto del segno.
Le difficoltà della Seconda Guerra Mondiale e il dopoguerra che vedono tutto il movimento editoriale transitare nettamente in un altra epoca dominata da un’instabilità economica e sociale, si registrano collaborazioni rilevanti con “Guerin Meschino” e soprattutto con “Bertoldo” ,trovano in Angoletta un professionista disposto alla ricerca di nuovi spazi e di un segno, seppur stanco, capace di interpretare il cambiamento, tra collaborazioni con testate satirico-umoristiche come il “Candido” di Giovanni Guareschi, per l’infanzia con “Pinocchio”, di cui fu direttore dal 1945 al 1946 e una mai interrotta produzione di illustrazioni e copertine per l’editoria di settore, per la quale ricordiamo, tra gli altri, le interpretazioni per i classici Cuore nel 1946 e Pinocchio nel 1951, a testimonianza della proficua collaborazione con Garzanti
L’esposizione e il relativo catalogo, edito da Little Nemo di Torino, saranno incentrati non solo sulle varie aree di intervento dell’artista, grazie ai contributi di esperti e studiosi quali Erik Balzaretti (curatore di mostra e catalogo), Giovanna Ginex (aspetti stlistico-pittorici), Pino Boero (i testi di letteratura per l’infanzia illustrati), Alfonso Cipolla (l’attività scenografica), Claudio Carabba (l’editoria periodica e i fumetti), Pompeo Vagliani (l’editoria periodica per la gioventù) e Valentina del Pizzol e Stelio Villani (aspetti biografici e stilistici), ma cercheranno di ricostruire la figura dell’artigiano-artista che si nascondeva dietro il lavoro dell’illustratore editoriale nell’ambito del libro scolastico e per l’infanzia, e del lavoro per l’editoria adulta tra la prima e la metà del Novecento in Italia. Una lettura tra la storia sociale delle immagini e un approccio didattico che permetta non solo di rivalutare artisticamente un innovatore delle immagini del Novecento ma faccia luce sui meccanismi di una certa editoria che ora diremmo specializzata ma che era invece assai popolare.
L’esposizione, suddivisa in due grandi settori, uno dedicato all’attività di Angoletta nel settore dell’editoria per l’infanzia con intenti didattici e l’altro alle collaborazioni dell’artista in campo scenografico, pubblicitario ed editoriale, offre l’occasione per il censimento delle opere originali, ora di proprietà di diversi collezionisti, al fine della creazione di un archivio virtuale , sempre incrementabile, accessibile per la consultazione.