Tutto ebbe inizio quando, nel mese di marzo del 1929, dopo aver constatato il grande successo registrato all’estero dal genere, Arnoldo Mondadori e Lorenzo Montano decisero di avviare anche in Italia una collana, “I libri gialli”, pubblicando La strana morte del Sig. Benson di Van Dine.
L’impiego del termine “giallo” come sinonimo di “poliziesco” è tipicamente italiano. In Francia l’espressione più diffusa è roman policier e in Germania è definito indifferentemente Detektivliteratur e di Kriminalroman, mentre nel mondo anglosassone esiste una maggiore varietà di definizioni: detective novel quando la vicenda verte principalmente sull’indagine poliziesca, thriller nel caso in cui l’aspetto predominante sia la tensione psicologica, oppure suspense quando è l’angoscia il sentimento che più emerge dal testo.
Le origini di questa scelta sono controverse, anche se sembra ormai prevalere l’ipotesi che la copertina, ideata su uno sfondo color giallo canarino dove campeggiava un cerchio rosso con all’interno un’illustrazione che richiamava il momento saliente della vicenda narrata, si inseriva nella prassi ormai usuale di distinguere le collane mondadoriane dal colore della copertina (come nel caso dei quasi coevi “Libri verdi” e “Libri azzurri”).
La scelta dei titoli da pubblicare, che soprattutto al passaggio tra gli anni trenta e i primi anni quaranta risentì del problematico accesso ai testi americani, malvisti dal regime, privilegiò all’inizio gli autori inglesi, ben conosciuti da Montano, e anche una precoce produzione autarchica che vide in Alessandro Varaldo l’autore di maggior spicco. Certamente la nascita nel 1933 dei “Gialli economici Mondadori” (Il consiglio dei quattro di Wallace fu il titolo d’esordio), capaci di raggiungere in media 26.000 copie a fascicolo, diede nuovo impulso alla diffusione del genere, rendendo sempre più noti e popolari autori, trame e personaggi. Alle due collane principali si aggiunsero per breve tempo “I supergialli” (dei quali uscirono nove raccolte tra 1933 e 1941) e “I capolavori dei libri gialli” (dal 1937 al 1941), mentre si fermò al primo titolo, peraltro tradotto da Tedeschi, la collana “Il documento giallo” (1937).
La vendita in edicola, se garantiva una distribuzione più capillare rispetto al canale tradizionale delle librerie, condizionò per lungo tempo il giudizio della critica sulle opere pubblicate, considerate nella maggior parte dei casi letteratura d’intrattenimento, se non paraletteratura.
Con la ripresa postbellica e l’apertura di un mercato globale dei diritti, la fisionomia della collana principale, ora “I libri gialli nuova serie” ma in breve trasformata ne “I gialli Mondadori”, si aprì sempre più a contributi di autori americani. Rispetto al giallo classico all’inglese il poliziesco americano si presentava molto più esplicito e dunque poneva problemi di censura preventiva, attenuazione o eliminazione delle scene ritenute troppo violente o conturbanti. L’accoglimento con riserva da parte di Tedeschi di molti autori americani e francesi è testimoniata da decine di documenti che attestano anche la qualità e la quantità del lavoro di lettura, selezione e editing sui testi effettuato quotidianamente nella redazione da lui coordinata. Sotto la direzione di Tedeschi e con la consulenza di Oreste del Buono l’offerta si ampliò con le nuove collane “I classici del giallo” (dal 1967) e “Il giallo dei ragazzi” (1970-1981).
Si deve insomma alla Mondadori e all’intelligente lavoro di selezione svolto da Tedeschi – ovvero alla sua mediazione editoriale – se un genere completamente nuovo per il mercato italiano ha potuto affermarsi prima tra il pubblico dei lettori e in seguito nella considerazione della critica.
Edgar Wallace, Il levantino, 1936 (“Gialli economici Mondadori”). Wallace è tra gli autori più presenti negli anni trenta.
David Whitelaw, L’impostore, 1936 (“Gialli economici Mondadori”).
Bristow e Manning, L’ospite invisibile, 1936 (“Gialli economici Mondadori”). Lia Volpatti nel suo Il segreto di Agatha (cfr. segnalazione su questo sito) ha recentemente ricordato la vicenda della strana somiglianza tra quest’opera e Ten little niggers della Christie. Il plagio non sfuggì ai contemporanei, come dimostra il parere degli anni trenta redatto da Enrico Piceni e qui riprodotto.
Nel 1968 la collana “Il giallo Mondadori” raggiunge il millesimo titolo. Si tratta di Endless night di Agatha Christie, pubblicato in edizione originale l’anno precedente.
Romanzo simbolo della giallistica italiana degli anni trenta, Il sette bello di Alessandro Varaldo (1878-1953) trasferisce le ambientazioni del poliziesco anglosassone in Italia, creando il personaggio del commissario di polizia romano Ascanio Bonichi.
Elenco dei volumi pubblicati nei “Gialli economici” dal 1933 al 1936. Si nota la massiccia presenza di Simenon e Wallace.