«Se fossi in grado di riassumere in una sola figura la poesia di Eugenio Montale, di un poeta che occupa con ogni merito il centro poetico del secolo […], adotterei per lui la figurazione rigorosa, severa, e tuttavia in lineare ascesa del portale gotico».
Dopo averlo a lungo ammirato fin dagli anni giovanili a Firenze, Forti ha finalmente l’occasione di conoscere «l’inarrivabile» Montale – come racconta nella citata intervista raccolta da Fondazione Mondadori – una volta trasferitosi a Milano, alla fine degli anni cinquanta, per il tramite degli amici Luzi e Bigongiari.
Nella rete di relazioni con i poeti contemporanei, il rapporto che si instaura con Montale occupa un posto di primo piano non solo per l’amicizia personale, ma proprio per la centralità del poeta nella visione critica di Forti e dunque nella sua produzione.
Quando, tra il 1968 e il 1969, Forti inizia il suo lavoro alla direzione del settore poesia della Mondadori, il poeta genovese è già da una ventina d’anni – precisamente dal 1948, con la ripubblicazione degli Ossi di seppia – stabilmente nel catalogo dell’editore, che destina tutte le sue raccolte allo «Specchio», sede ancor oggi eletta per ospitare le edizioni più aggiornate delle opere montaliane (l’ultima uscita è stata, nel 2019, l’edizione commentata della Bufera e altro a cura di Ida Campeggiani e Niccolò Scaffai).
Come si legge in una importante lettera inviata a Vittorio Sereni il 2 settembre 1970, è nelle mani di Forti che Montale consegna il dattiloscritto di Satura e proprio da quella lettera, che contiene un esteso parere di lettura sulla quarta raccolta montaliana, verrà tratto il risvolto della celebre edizione del 1971. Ancora a Forti il poeta affida il dattiloscritto del Diario del ’71 e del ’72, uscito nello «Specchio» nel marzo 1973, racchiuso in una cartelletta con un appunto manoscritto che oggi possiamo leggere grazie allo scrupolo conservativo del ricevente.
Ai documenti si affianca nell’archivio di Marco Forti un cospicuo fondo bibliografico montaliano, che comprende un ricchissimo repertorio di pubblicazioni in volume e in rivista. Si tratta di uno strumento di lavoro per la compilazione dei saggi, delle antologie e delle monografie sul poeta che occupano, come si è detto, una consistente parte della produzione critica di Forti: tra gli altri si ricordano la poderosa monografia Eugenio Montale. La poesia, la prosa di fantasia e d’invenzione (Mursia 1973), l’antologia Per conoscere Montale (Mondadori 1980; seconda edizione: 1986), Il nome di Clizia. Eugenio Montale, vita, opere, ispiratrici (Scheiwiller 1985), la raccolta Nuovi saggi montaliani (Mursia 1990), oltre alla curatela del volume di Prose e racconti (1995) per l’edizione completa delle opere del poeta nei «Meridiani». Anche di questo importante lavoro nell’archivio si conserva copioso materiale: manoscritti, dattiloscritti, bozze.
Da sinistra, Guido Artom, Eugenio Montale e Marco Forti in casa Mondadori nei primissimi anni sessanta.
Con la lettera del 2 settembre 1970 – conservata nell’Archivio Storico Arnoldo Mondadori Editore, nel fascicolo Montale della sezione Segreteria editoriale autori italiani – Forti fornisce a Sereni il suo parere di lettura sull’ultima raccolta di Montale: Satura. Il dattiloscritto della raccolta (in parte in fotocopia), consegnato dal poeta nelle mani di Forti, era già stato censito nelle tavole dei testimoni allestite da Contini e Bettarini per l’Opera in versi (Einaudi 1980).
Nell’archivio Forti si conservano le bozze di Satura, raccolta pubblicata nello «Specchio» nel 1971, con correzioni manoscritte del poeta. Nella prima pagina della bozza Montale segnala un’importante correzione alla p. 57: una variante inserita nel componimento A un gesuita moderno.
Si conserva il dattiloscritto con correzioni autografe di Montale del Diario del ’71 e del ’72, pubblicato nello «Specchio» nel 1973.
Nella cartolina inviata a Forti il 14 luglio 1973 da Forte dei Marmi, Montale chiede notizie delle recensioni al Diario del ’71 e del ’72, finito di stampare nel marzo 1973, e della monografia di Forti uscita per Mursia nello stesso anno: Eugenio Montale. La poesia, la prosa di fantasia e d’invenzione.
Nell’immagine, la prima pagina del manoscritto dell’introduzione di Forti al Meridiano Prose e racconti di Montale da lui curato, pubblicato nel 1995.
Alcune copertine delle monografie e delle raccolte dedicate da Forti a Eugenio Montale. L’esemplare del volume Il nome di Clizia riporta in occhiello la dedica dell’autore a Luciano Foà.
© Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, Milano 2020 – ISBN 978-88-85938-74-8