«Una dolorosa immobilità» La vita di Giovanni Pascoli in una sceneggiatura interrotta, il nuovo volume FAAM di Vincenzo Consolo con Marco Bellocchio e Vincenzo Cerami, a cura di Gianfranca Lavezzi e Federica Massia, della collana «Biblioteca», è in libreria e sugli store online.
«I vent’anni del poeta a Bologna, la miseria, i suoi fervori per il Socialismo, la fede nella storia, Andrea Costa, Carducci, la prigione…»
Vincenzo Consolo
Negli Archivi di FAAM, nel Fondo Vincenzo Consolo, si trovano 129 fogli dattiloscritti risalenti ai primissimi anni ’80 che racchiudono una sceneggiatura firmata da Vincenzo Consolo, Marco Bellocchio e Vincenzo Cerami.
Il testo è incompiuto, dimenticato, finora inedito e racconta la vita di Giovanni Pascoli. Nato per diventare un film RAI sulla vita del poeta, con la regia dello stesso Bellocchio, il progetto fu abbandonato e la sceneggiatura realizzata solo nella prima parte.
La penna che si scorge è quella di Vincenzo Consolo, nella stesura come nelle correzioni, ma l’opera è il frutto di un lavoro progettato, discusso ed elaborato in concerto con Vincenzo Cerami e Marco Bellocchio; l’autorevolezza degli autori e la qualità e l’interesse del testo hanno portato le curatrici, Gianfranca Lavezzi e Federica Massia, e l’editore a ritenere indispensabile la pubblicazione.
Una sceneggiatura, due redazioni.
Sono state rinvenute due distinte redazioni della sceneggiatura, una manoscritta e una, successiva, dattiloscritta: la seconda è riprodotta nel testo, mentre la prima è ripercorsa nell’Introduzione, firmata da Gianfranca Lavezzi, che ricostruisce la storia del progetto cinematografico e la vicenda genetica ed evolutiva del testo, risalendo anche alle fonti, soprattutto Lungo la vita di Giovanni Pascoli, la biografia scritta dalla sorella Mariù.
Le redazioni sono parziali, ripercorrono un periodo limitato della vita di Pascoli – relativo agli anni giovanili universitari e “scapigliati” trascorsi a Bologna – che è forse anche il più interessante: ricco di tensioni e tormenti, vitalità e apertura sociale, in una dissociazione irrisolta tra impegno politico, familiare e letterario.
Non solo una sceneggiatura.
Gli spunti del progetto e al contempo ciò che la sceneggiatura indaga sono due interrogativi: è necessaria, ineluttabile per un artista la rinuncia totale alla vita? O è l’arte, spesso, un rifugio, un alibi per esseri che dalla vita volontariamente si ritraggono per paura, misticamente vivendo solo l’ascesi artistica?
La vita del poeta non è particolarmente mossa da eventi esterni, “spettacolari” o da gesti e fatti che abbiano inciso nella storia civile (a parte quella letteraria) e politica italiana. Ma è, quella di questo poeta, una vita tutta privata, familiare; vissuta nell’intimo; consumata nella segretezza della speculazione intellettuale e della creazione artistica.
Oltre alla sceneggiatura cinematografica, il volume offre al lettore per la prima volta due inediti regalati da Marco Bellocchio, sempre di ambito pascoliano: l’abbozzo di un soggetto per un cortometraggio, intitolato Zvanì e datato 2018 e un disegno a penna per un altro “corto” non finito, intitolato La cavallina storna.