Un critico comunista, Niccolò Gallo, che dopo avere scritto pagine acute e lungimiranti su Vittorini e Pavese, Bassani e Cassola, Moravia e Calvino, interrompe nel 1957 la sua militanza letteraria per una crisi ideologico-politica, e negli anni sessanta diventa lo stimato, rigoroso e infaticabile direttore delle collane di narrativa italiana di Mondadori. Un critico, ancora, che manifesta sempre un atteggiamento di riservatezza personale e insieme di generosità verso gli altri.
Questa immagine lineare di Gallo, che si è consolidata soprattutto dopo la sua morte nel 1971, viene verificata criticamente per la prima volta in modo esaustivo e rivelatore nel saggio di Gian Carlo Ferretti, anche attraverso numerose carte inedite (nove delle quali riprodotte qui). Ne risulta un’immagine integrata e corretta in due aspetti fondamentali: la maturazione di una crisi privata di fondo in quella sua rinuncia del 1957, e una serie di contraddizioni e ambiguità per i condizionamenti del suo lavoro editoriale, oggettivamente inserito nella strategia ferrea e geniale del grande Arnoldo, tra ritornanti insofferenze e disincantata accettazione.
La figura di Gallo perciò, se perde il suo alone mitico, acquista una maggiore complessità intellettuale e umana, esistenziale e professionale, facendo affiorare qualcosa di segreto e indecifrabile dietro i suoi silenzi.
Ma il saggio illumina anche l’articolata rete di relazioni intessute da Gallo con tanti scrittori italiani, e il suo laboratorio di finissimo editor al fianco di un grande amico e direttore letterario come Vittorio Sereni, con sostanziali differenze tra i loro due mestieri. All’interno di queste esperienze infatti il fare bene personale e intellettuale di Sereni appare nettamente separato da un fare bene mondadoriano conflittuale e irrisolto, mentre in Gallo l’uno si risolve interamente nell’altro con disagi che non mettono peraltro in discussione il suo ruolo.
Gian Carlo Ferretti, dopo anni di giornalismo e di editoria, ha insegnato all’Università di Roma Tre e all’Università di Parma. Collaboratore di quotidiani, periodici e radiotelevisione, ha pubblicato studi sulla letteratura e sull’editoria libraria del Novecento italiano.