Mancava, nella produzione editoriale italiana contemporanea, un’opera di ampio respiro che fosse in grado di «fare il punto» su un fenomeno che ha attraversato tutte le epoche e tutti canali di comunicazione come l’informazione letteraria: l’impresa enciclopedica di Ferretti e Guerriero ora, finalmente, si pone come un punto di riferimento per chiunque voglia occuparsi dell’evoluzione della Terza pagina negli ultimi novant’anni. Divisa in capitoli che sono tappe cronologiche, la Storia ripercorre le vicende del lavoro intellettuale nel nostro paese dedicando la prima sezione al Ventennio fascista, la seconda al dopoguerra fino all’Ungheria, la terza agli anni che portano al Sessantotto, la quarta agli anni settanta, la quinta agli anni ottanta fino a Tangentopoli e l’ultima agli anni novanta fino ai giorni nostri. È proprio quest’ultima la sezione forse maggiormente innovativa del progetto: mentre, in molti casi, le notizie riportate nelle parti che la precedono sono rintracciabili in altri lavori (soprattutto in quelli dello stesso Ferretti), l’ultima dà conto di un fenomeno che soprattutto negli ultimi anni ha conosciuto una nuova fioritura grazie alla Rete; ciò che è degno di nota non è tanto la mole di informazioni o il peso dei nomi citati, ma il fatto che forse per la prima volta le Terze pagine on-line acquisiscano pari dignità di quelle tradizionali.
Del resto, il lavoro che la Rete sta svolgendo negli anni più recenti nell’ambito dell’informazione letteraria, benché non sia alieno da rovinose cadute di tono, è a detta di molti più vivo e vicino alla produzione editoriale di quanto sia la carta stampata. Gli stessi autori non mancano di lamentare il fatto che molti quotidiani, ormai, abbiano abolito le pagine culturali facendole rientrare sotto la generica dicitura di «Cultura e spettacoli» (il caso più eclatante è naturalmente il «Corriere» di Paolo Mieli, che lo fece nel 1992). In ogni caso, questa vastissima e documentatissima Storia, benché non sfugga a qualche imprecisione, si pone come un’opera imprescindibile che ha anche il pregio, rispetto ad opere simili benché meno vaste uscite in passato, di essere il frutto di un’indagine svolta sul campo: dai materiali d’archivio allo spoglio delle riviste alla consultazione dei siti, gli autori hanno davvero «avuto in mano» i materiali di cui parlano. E questo, leggendo, lo si percepisce.
Andrea Tarabbia