La lettura delle carte di un autore – le sue, quelle che parlano di lui – può appassionare. È stato così anche per questa scelta raccontata dei materiali relativi a Mario Soldati custoditi presso la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori. Accade perché, come si sa, le carte (progetti e stesure preparatorie, epistolari privati e corrispondenza professionale ecc.) sono, dopo la sintesi organica dell’opera, le più significative tracce concrete di un percorso di scrittura e di un’attività intellettuale.
Delle catene degli eventi reali in cui si sono formate, le carte danno un’immagine intermittente, parziale, a tratti penetrante e panoramica, a tratti secca e reticente. Richiedono la collaborazione interpretativa di chi le legge, subito decisiva nelle selezioni. E danno un rassicurante senso di forza, perché forniscono ai discorsi un puntello dall’aspetto affidabile e oggettivo. Non dovrebbero però pacificare, perché parlano solo attraverso una costruzione, soltanto con le domande che gli si pongono. Spingono così a un lavoro critico che cerca di procedere con rigore anche se, o proprio perché, edificato su fondamenta sfuggenti, risultato del sovrapporsi capriccioso di volontà dei singoli e gioco delle circostanze.
Le carte hanno un potenziale conoscitivo forte, perché – a volte non è male ricordarlo – contano poco come «dati», molto invece perché illustrano dinamiche (le reti di relazioni in cui i testi prendono forma e vivono: che legano gli autori fra loro, gli autori agli editori, gli autori e il pubblico) e perché mostrano processi (sfatano ogni mito di intuizione artistica libera, non progettata, senza vincoli e magari senza scopi).
E meritano di essere viste, perché hanno anche un potenziale comunicativo, di cui la materialità oggettuale è un veicolo determinante. Metterle in vista è quello che ho provato a fare in questo racconto illustrato che non intende offrire un’interpretazione esauriente dell’attività del Soldati mondadoriano, piuttosto introdurre alla pluralità dei legami che lo hanno stretto alla casa editrice e proporre una prima scansione del suo itinerario nel mondo editoriale. Un itinerario sempre più legato, nel tempo, a Milano. Il passaggio a Mondadori segna infatti la piena conferma della «regola milanese» che governa le scelte librarie di Soldati, una regola che dalla fine degli anni cinquanta diventa anche una scelta di vita […].
Bruno Falcetto