Roma 29 e 30 marzo 1984: Atti del convegno
«Un’aurora incontra un tramonto»: così Umberto Saba a Giacomo Debenedetti, che ha appena ospitato in “Primo tempo” alcune sue liriche, scommettendo, in quella scelta, anche il proprio destino di critico.
Le giornate di studio che il Dipartimento di Italianistica dell’Università di Roma e l’Istituto Italiano di Studi Germanici hanno dedicato a Umberto Saba, 29 e 30 marzo 1984, fanno nascere la persuasione che “quel critico” e “quel poeta” siano destinati a diventare presenze sempre più coinvolgenti nel discorso letterario di questi nostri anni e di quelli futuri.
E tuttavia la decisione di far precedere i contributi delle giornate di studio romane da un testo inedito di Giacomo Debenedetti, non è soltanto un atto di “omaggio” alla scommessa di un critico, ma vuole essere un cauto invito a riflettere se la “grande” critica non debba esigere sempre volontà di rischio, coinvolgimento, passione.
Non c’è alcun dubbio che tutti i contributi raccolti in questo volume trovano un loro punto di incontro proprio nella persuasione, più o meno esplicitata, che Saba, e poeta e scrittore di racconti e aforismi e romanziere, non si concede mai al lettore senza obbligarlo a una scelta dichiarata: o con me o contro di me e in tal senso si registrano qui esplicite sottrazioni di fiducia.
Ne risulta un percorso che – scandito, sia pure con qualche forzatura, in quattro sezioni: Poesia, Lingua e metrica, Prose, Per Saba mitteleuropeo – conferma che i conti della critica con Saba sono oggi più aperti che mai. La stessa decisiva importanza accordata a quei richiami culturali, introdotti allora da Giacomo Debenedetti, che sono appunto Nietzsche, Weininger e Freud – con una sicura preferenza per il primo e non solo certamente in ragione della cronologia – si palesa ora come una chiave di lettura assai servizievole per avere accesso alle “solari radure” che sono il “dono” di Umberto Saba scrittore e in verso e in prosa.
Avvertenza di Rosita Tordi