Da circa quindici anni Minimum fax è, nel contesto dell’editoria indipendente italiana, uno dei quattro-cinque marchi di rilievo, con all’attivo numerose incursioni nella letteratura americana, il lancio del minimalismo nel mercato editoriale nazionale e la scoperta di un pugno di talenti nostrani (su tutti Valeria Parrella). Marco Cassini ne è, insieme a Daniele di Gennaro, il fondatore e il direttore editoriale. Refusi è il libro in cui Cassini coglie l’occasione per rivisitare questi quindici anni di lavoro e di scoperte: scritto con una forma diaristica a tratti brillante a tratti compiaciuta, il volume è diviso in una serie di capitoli – i cui titoli fanno spesso riferimento a libri o a successi cinematografici – che variano in maniera asistematica tra il racconto degli inizi dell’avventura, le difficoltà economiche, l’espansione della casa editrice dopo che è diventata un “nome”, i continui viaggi negli Stati Uniti, la stesura dei piani editoriali, il rapporto con gli autori.
Il filo rosso che collega questi episodi è la scoperta – fatta da Cassini quasi subito – che il lavoro dell’editore è molto diverso da come lo immagina un neofita: l’editore, piccolo o grande che sia, è prima di tutto e soprattutto un imprenditore, il cui obiettivo, oltre a quello di essere promotore culturale, è quello di far quadrare i bilanci. Nume tutelare di queste pagine, ricche di citazioni di “classici” del pensiero editoriale, è Valentino Bompiani, le cui opere – inserite in bibliografia con almeno un grave refuso: il libro uscito per Mondadori nel 1973 è Via privata e non Vita privata; ma almeno errori come questo giustificano l’altrimenti incomprensibile scelta del titolo del laterzino – sono spesso indicate come un punto di riferimento nella vita di tutti giorni di Cassini: Bompiani, con il suo sorprendente e saldo equilibrio tra cultura ed economia, finisce per apparire come un autentico maestro, l’editore che ha insegnato a Cassini il mestiere.
Andrea Tarabbia