per Enrico Decleva
Questo volume è frutto di un’iniziativa, forse, inusuale. Il Dipartimento di scienze della Storia e della Documentazione Storica ha deciso di dedicare un frammento del proprio lavoro scientifico a chi è divenuto decano del Dipartimento stesso: un decano particolare, si potrebbe aggiungere, poiché egli, nel contempo, ricopre la massima carica dell’Università degli Studi di Milano, dopo essere stato per parecchi anni preside della Facoltà di Lettere e Filosofia. Non altra è la finalità. Abbiamo così raccolto contributi diversi sul piano del metodo e dei contenuti, anche se esiste una traccia comune costituita dal tema dei libri, siano essi manoscritti o a stampa.
I libri sono una passione condivisa, perché costituiscono uno dei fondamenti del mestiere dello storico e uno dei paesaggi in cui lo storico si muove e (quando può) sta seduto a studiare. I libri sono un patrimonio del passato e del presente: oggetti che, nel bene e nel male, testimoniano dell’attività culturale di generazioni e generazioni. Sono oggetti materialmente inerti che aspettano di essere presi dagli scaffali per essere letti e per riproporsi nella vitalità intrinseca a quanto in essi si può rinvenire. Il tempo si cristallizza nel libro, ma il lettore lo riattiva: leggendo, appunto. Riattivare il tempo definitivamente passato attraverso la lettura è operazione intellettuale possibile a tutti: tanto più agli storici, se non vogliono far venir meno il loro doveroso compito di contribuire al permanere di una coscienza civile. Conoscenza del passato che è fatto storia e conoscenza del presente che si fa futuro si dovrebbero intersecare in modo indissolubile, benché oggi tale trama tenda a sfilacciarsi, corrosa da una attualità che si vuole autosufficiente e totalizzante. I libri ci ricordano altro: anche di questo altro il volume vuol essere attestazione.
G.G. Merlo
Milano, novembre 2006