Ada Gigli Marchetti ha ricostruito il catalogo storico di una delle più vecchie case editrici italiane ancora operanti, la Salani. La ricca e intelligente introduzione, grazie a vari documenti dell’archivio della casa editrice, ne ripercorre le vicende societarie, o per lo meno le parti documentabili.
Editrice tipicamente «famigliare», con un’origine tipografica, vide succedersi tre Salani: il fondatore Adriano (1834-1904), il figlio Ettore (1869-1937), il nipote Mario (1894-1964). Fino alla metà degli anni Trenta ebbe uno sviluppo tradizionale: dall’attività tipografica semplice passò alla produzione di fait divers e poi ai romanzi d’avventura popolareschi e per ragazzi (Carolina Invernizio, ma anche Ponson du Terrail ecc.). Infine realizzò una produzione più modernamente di massa: per esempio, dal 1933 al 1940 stampò anche Walt Disney e nel 1933 perfino un prezioso Simenon, tra quelli pubblicati con lo pseudonimo di Cristiano Brulls.
In quel periodo, le dimensioni erano diventate consistenti: nel 1935 arrivò a stampare 148 titoli. La parte più rilevante delle vicende della casa editrice è però forse quella successiva. Morto Ettore, nel 1937 Mario diede una sterzata e trasformò la casa in una società integralmente cattolica. L’operazione continuò anche nel dopoguerra, quando Mario con le sue pubblicazioni affiancò la Democrazia Cristiana (e ne ebbe anche qualche beneficio). Questa evoluzione però finì per mettere in ginocchio la Salani: la trasformazione di una casa editrice laica in una di tipo confessionale in fin dei conti si rivelò un disastro e per anni e anni la società finì per passare di mano in mano (perfino per quelle di Gina Lollobrigida!!!).
Nel 1937 Mario aveva cercato la sponda della Chiesa probabilmente anche per dare un ruolo specifico alla sua società, per differenziarla dalle varie Mondadori, Rizzoli ecc., che stavano inventando un nuovo mercato di massa. Ma la produzione non se ne avvantaggiò, anzi. È una storia che non era mai stata raccontata in modo così chiaro. In questo senso, tra i vari documenti citati, si segnala una lettera del Cardinale Bibliotecario di Santa Romana Chiesa, Giovanni Mercati, datata «giovedì santo 1938» (p. 47): un invito a «espurgare» i libri dannosi, ma facendo in modo che «non si irritino» «i prevenuti e male disposti». Censurare ma con il bisturi, in modo che nessuno se ne accorga.
Naturalmente è anche noto – e la Gigli Marchetti lo sottolinea – che la Salani, nelle abili mani di Mario Spagnol, negli ultimi anni è tornata a fiorire grazie a un ritorno alle origini e con una nuova scelta laica. Ne fa fede l’enorme recente successo delle traduzioni dei romanzi della Rowling.
Giorgio Fabre