Il progetto espositivo “Lalla Romano – un secolo” – mostra antologica di manoscritti, documenti, dipinti, disegni e fotografie della scrittrice e pittrice cuneese che si è tenuta in varie sedi a Roma nel marzo 2008 – prevedeva una sezione specificamente dedicata al rapporto tra la Romano e la sua regione natale, il Piemonte. A questo tema, tutt’altro che marginale sia nella produzione letteraria, sia in quella pittorica della Romano, Antonio Ria ha voluto dedicare un catalogo a parte, corredato dagli interventi di Giovanni Tesio, Marco Vallora, Nico Orengo, Monica Naldi e da alcune ricerche negli archivi piemontesi condotte da Paola Novaria, Franca Porticelli e Maurizia Pennaroli.
Si tratta di un percorso – breve ma esaustivo – mirato a restituire un’immagine a tutto tondo dell’attività di Lalla e del suo legame profondo con la regione d’origine: così, le “Ricerche d’archivio” recuperano i documenti della giovinezza torinese della scrittrice, mostrando al pubblico lo spettro delle sue attività durante gli anni universitari, gli studi pittorici sotto la guida di Casorati, le esperienze di insegnamento. I saggi degli studiosi tratteggiano la vita e le passioni di Lalla pittrice, senza dimenticare di compitare le “visioni” e le descrizioni dell’ambiente torinese che la Romano ha regalato – sempre con senso pittorico – nei suoi libri; viene addirittura recuperato il catalogo della prima esposizione torinese dei quadri di Lalla: la personale a palazzo Lascaris (1937), cui molte volte lei stessa fece riferimento nei suoi scritti, viene interamente riproposta nella sezione iconografica del volume. Ma più di tutto, forse, valgono i tre testi autografi inediti dedicati ad “Arte e costume a Torino negli anni Trenta”: scritti nel 1935-36 su suggerimento di Ardengo Soffici, essi sono, con nomi cambiati, un fedele ritratto della società degli artisti torinesi negli anni immediatamente precedenti la Seconda guerra mondiale.
Andrea Tarabbia