Casa Editrice Felice Le Monnier s.p.a. - (FI)

 

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Area anagrafica

Sede Legale

via Meucci, 2 50015 - Grassina (Firenze)

tel. 055/64910 fax 055/6491200

Sede operativa

  -

055/64910

Sito Internet

www.lemonnier.it

e-mail

monnier@tin.it

Fondazione

01/01/1837

Storia

Felice Le Monnier (1806-1884) giovane proto parigino del quotidiano "Le Temps", lasciò Parigi dopo aver partecipato nel 1830 agli scioperi contro le leggi reazionarie di Carlo X e giunse a Firenze  come tappa per recarsi in Grecia, per impiantarvi con un amico una nuova azienda editoriale. La morte improvvisa del compagno con il quale aveva progettato l'impresa  e la fortunata assunzione da parte del tipografo Pietro Borghi lo spinsero a rimanere a Firenze dandogli l’opportunità di avviare una grande attività tipografica prima, ed editoriale poi.

Pietro Borghi lo assunse per sfruttarne le capacità tecniche e permettersi così di separarsi dal socio Davide Passigli e costituire una nuova azienda, la "Borghi e C.".

Felice Le Monnier divenne direttore della Tipografia  e acquisì sempre più influenza nell'azienda, orientata più all'attività di stampa per terzi che all'attività editoriale, fino all'esaurimento della "Borghi e C." e alla creazione, nel 1837, di una nuova società  tra il Borghi e il Le Monnier: la "Felice Le Monnier e C.".

La società nata nel 1837 portava già il nome di Le Monnier, ma si basava ancora sui finanziamenti di Pietro e Giuseppe Borghi. Passano pochi anni, i guadagni realizzati grazie alle numerose commissioni di stampa e su un prestito del libraio Stefano Jouhaud permisero a Le Monnier di rilevare interamente l'azienda per la cifra di 4.000 lire toscane.

La nuova società tipografica, fondata nel 1840, portava l'indicazione soltanto del suo proprietario, "Felice Le Monnier" che la trasferì in una sede più adeguata nel Monastero di San Barnaba, all'angolo di via dell'Acqua con via Dei Maccheroni (oggi via Guelfa angolo via Panicale), in Firenze.

Nei primi anni della "Felice Le Monnier e C. " e  della “Felice Le Monnier” (1837-1842) l'attività editoriale è sporadica e totalmente su commissione; sui frontespizi compare accanto al nome la sola indicazione di Tipografo.

La  tipografia, come ricorda Gaspero Barbèra, allora giovane impiegato di Le Monnier, assorbiva gran parte delle energie ed attenzioni del suo direttore che aveva impresso alle pubblicazioni uno stile elegante e nitido, privo di decorazioni inutili. Tra i principali lavori tipografici, la stampa delle edizioni della "Società editrice fiorentina" di Eugenio Alberi.

Nel 1842 la pubblicazione delle dispense delle Storie italiane di Giuseppe Borghi, iniziate l'anno precedente su commissione dello scrittore, spinse Le Monnier a farsi pienamente editore formulando un contratto con l'autore e trasformando in Tipografo- Editore la qualifica aziendale. Il successo premiò l'impegno di Le Monnier più che per la qualità dello scritto per l'ostilità delle censure dei vari stati italiani che resero "interessante" l'opera, peraltro rimasta incompleta per le difficoltà di stesura e per la morte dell'autore nel 1845. 

Le Monnier capì in quale settore poteva trovare spazio: non seguì il suo importante committente Eugenio Alberi o prestigiosi editori come Batelli e Passigli nell'editoria erudita e sontuosa; escluse, in quanto straniero, di richiedere sussidi ai regnanti locali, proponendosi di pubblicare testi letterari e politici che parlassero a quel pubblico di giovani alfabetizzati e a quei ceti borghesi che aspiravano a una maggiore libertà e vagheggiavano un nuovo assetto nazionale.

Ogni impresa richiede un rischio e Le Monnier lo assunse pubblicando nel 1843 l'Arnaldo da Brescia di Giovan Battista Niccolini, un testo che evocava la libertà e la lotta contro la tirannide straniera. Per le caratteristiche dell'opera la stampa venne effettuata a Marsiglia dalla tipografia Feissat e Demouchy ad opera di un valente compositore fiorentino Ferdinando Serafini, e clandestinamente introdotta in Toscana.

La via era tracciata e l'anno successivo Le Monnier diede inizio alla "Biblioteca nazionale" una delle più prestigiose collane del Risorgimento italiano nella quale raccoglie in maniera molto libera generi diversi: romanzi storici, tragedie,  classici della letteratura con nuove ed accurate presentazioni e commenti, raccolte dei grandi scrittori contemporanei a partire da Leopardi e Foscolo, memorialistica. Propose Opere complete e edizioni critiche che permettono di dare una visione d'insieme consapevole dell'autore contro l'uso di pubblicare singoli inediti o curiosità.  Adotta inoltre un nuovo formato molto maneggevole ( il 16° grande), diremmo un tascabile, a imitazione dell'editore francese Charpentier e della sua Bibliothèque.

Il programma della "Biblioteca nazionale" era chiaro, anche se generico: dar risalto al pensiero italiano unendo al concetto politico il criterio letterario per proporre le "migliori opere dei più celebri scrittori italiani cominciando da Dante Alighieri fino ai nostri giorni".

Molti sono gli autori presentati Tasso, Machiavelli, Mazzini, Azeglio, Alfieri, Parini, Foscolo, Leopardi, Giordani e ancora Muratori, Beccaria, Tommaseo, Mamiani, Pellico.

Felice Le Monnier utilizzò al meglio la fitta rete di legami e conoscenze con il mondo intellettuale liberale moderato, a partire da Vieusseux, realizzandone le istanze di rinnovamento dell'offerta culturale e del mondo editoriale.

Le attrezzature della tipografia, dagli iniziali 6 torchi manuali, crebbero fino a 3 macchine a stampa e 10 torchi. La vecchia sede divenne insufficiente ad assicurare la stampa di tutte le novità editoriali e dei nuovi periodici politici. Sull’onda dell’unità Felice Le Monnier compì grandi investimenti e nel 1862 trasferì l’azienda in una nuova e ampia sede in Via San Gallo 33, sempre in Firenze.

Le Monnier rappresentò indubbiamente il prototipo del moderno editore, ma accanto ai tanti contratti onorati con gli autori permasero in lui le caratteristiche comuni tra gli editori e gli stampatori della prima metà dell'ottocento di un modo di agire “disinvolto” nei confronti del diritto d’autore. Il conflitto con Manzoni per la ristampa abusiva dei Promessi sposi, un autore che tra l'altro aveva negato altre sue opere per la "Biblioteca nazionale", anche se sostenuta da autorevoli consigli legali, fu pagato a caro prezzo da Le Monnier con la condanna giudiziaria e un lauto risarcimento all’autore per  le 16.500 copie dei Promessi sposi illegalmente immesse in commercio.

Gli anni ’60 videro diminuire le vendite della "Biblioteca nazionale" e dei testi politici stretti tra l’espansione dei periodici e la caduta della tensione unitaria. Gli investimenti per la nuova sede non erano quindi più coperti, la condanna nella causa con Manzoni e il conseguente esborso finanziario misero in crisi di liquidità Felice Le Monnier, che progettò nel 1864 la cessione della Tipografia per potersi concentrare nell'editoria e nello sviluppo commerciale.

La "Società anonima tipografica Successori Le Monnier" rilevò nel marzo del 1865 la Tipografia acquistando tutte le attrezzature tipografiche e prendendo in affitto i locali di via San Gallo 33. Presidente della "Società successori Le Monnier" dedita all'attività tipografica venne nominato Bettino Ricasoli con consiglieri Francesco Protonotari e Ernesto Magnani e capitale sociale di 200.000 lire suddiviso in 40 azioni.

La divisione dei due aspetti, tipografico ed editoriale, non risultò funzionale a nessuna delle due attività e l'anno successivo si realizzò un nuovo assetto: la "Società successori Le Monnier" rilevò anche l’attività editoriale, i locali e il magazzino librario con i relativi diritti e conferì l'incarico di direttore a Felice Le Monnier che divenne anche consigliere onorario e vide confermato il suo ruolo di azionista e gestore dell’azienda.

Realizzato il nuovo assetto societario nel 1865-66, l’attività si rinnovò guardando alla sviluppo dei periodici e al settore scolastico, trasformando un interesse fino ad allora episodico in una linea editoriale definita. Venne creata una apposita commissione di valutazione dei testi scolastici che univa la grande professionalità ai rapporti con il Ministero della Pubblica Istruzione. Come consiglieri vi si succedettero Pasquale Villari, dell’Istituto di studi superiore fiorentino, Francesco Protonotari, Giacomo Dina, Enrico Betti (consigliere del Ministro Coppino per la revisione dei programmi). Nel 1867 prese il via la “Biblioteca scolastica” con numerosi classici latini e greci ai quali seguirono negli anni successivi manuali scientifici, grammatiche, antologie e l'importante settore dei dizionari iniziato con il Vocabolario della lingua italiana di Pietro Fanfani nel 1855, ripreso nel 1869 con il Piccolo vocabolario italiano dello stesso autore  e  proseguito con successo fino ai nostri giorni. Si cercò inoltre di raggiungere un nuovo pubblico con la "Biblioteca nazionale economica" che ripropose a prezzi contenuti le opere della collana maggiore e si produssero opere destinate ai fanciulli come la "Biblioteca per le giovanette".

Il settore scolastico, con la consulenza di Pasquale Villari, divenne il settore trainante della società e la sua caratteristica principale, rimasta immutata fino ad oggi, con una egemonia nel campo della cultura classica, accompagnata dall'edizione delle "Pubblicazioni del r. Istituto di studi superiori e di perfezionamento",  manuali e studi universitari. La crisi della "Biblioteca nazionale" e del settore della varia, nonostante gli investimenti, continuò  ad accompagnare la società anche per i primi decenni del novecento.

Tra i periodici stampati si distinsero: "La Gazzetta del popolo", la «Nuova Antologia» e «La Nazione» strappata a Barbèra nel 1870.

Nel 1879 Bettino Ricasoli sostituì alla direzione della tipografia, l’anziano Felice Le Monnier con Niccolò Nobili (proprietario di molte testate stampate dalla Successori) e tentò una ulteriore concentrazione proponendo la fusione della società editrice con  «La Nazione», organo dei liberali moderati toscani e con altre testate stampate dalla tipografia dei "Successori" per creare una nuova e più dinamica azienda editoriale. L'impresa, nonostante il prestigio di Ricasoli e il suo impegno economico, non riuscì e l'anno successivo la Presidenza venne assunta da Temistocle Pampaloni.

La “Successori” mantenne un impegno editoriale continuo e una presenza sul mercato importante, ma la gestione finanziaria rimase in debito. Nel 1881 i debiti ammontarono a 75.000 lire e la crisi di liquidità fu affrontata con il ricorso alla ricapitalizzazione della società che portò il capitale sociale a 400.000 lire.

I nuovi capitali permisero l’espansione dell’offerta editoriale con collane scolastiche rivolte alle scuole inferiori e con l’acquisizione della stampa del Vocabolario della Crusca finanziata dal Ministero della Pubblica Istruzione.

Nel 1892 nuove difficoltà economiche costrinsero il consiglio di amministrazione a vendere la Tipografia e a proporre il cambiamento della ragione sociale. Non trovando un acquirente, la tipografia aziendale viene rilevata dal socio e direttore Niccolò Nobili che uscì così dalla Società Successori Le Monnier, costituendo nel giugno 1892 una azienda autonoma sotto il nome di "Stabilimento tipografico fiorentino”.  Stabilimento che da solo si poneva ai vertici cittadini con 87 operai, due motori a gas che muovevano 8 macchine tipografiche semplici, 1 macchina doppia, 1 macchina a reazione e un più antico torchio a mano.

Nel 1893 venne approvato il nuovo statuto della "Società anonima editrice dei Successori Le Monnier", che ebbe per solo scopo l'attività editrice avendo perduto l’originaria attività tipografica. Temistocle Pampaloni, confermato alla presidenza e Felice Schmitz nominato amministratore si posero come primo obiettivo l'amministrazione accorta e il risanamento finanziario,  consulente per la politica editoriale venne nominato Isidoro Del Lungo al quale fu affidato anche lo smaltimento del magazzinopoichè continuavano le difficoltà di vendita e diffusione di larga parte della produzione varia e della "Biblioteca Nazionale".

Mancò in quegli anni il contatto verso la nuova cultura che si stava elaborando a cavallo del secolo proprio a Firenze e che avrebbe permesso di rinnovare l'offerta delle collane di varia della casa editrice e il Novecento si aprì con i magazzini editoriali pieni di invenduti e una netta fase di decadenza, insidiata anche nel settore scolastico dei classici dalle più dinamiche Barbèra, Sansoni e soprattutto dalle case editrici torinesi.

Nel 1903 la "Società anonima editrice dei successori Le Monnier" venne prorogata per altri 10 anni, Temistocle Pampaloni confermato ancora presidente, mentre direttore fu nominato Luigi Villoresi. L'attività editoriale proseguì per i primi due decenni del novecento consolidando le vecchie collane e ampliando le collane scolastiche per le scuole superiori e l'università.

Nel 1919 si costituì una nuova società la "Società anonima editrice Felice Le Monnier": le azioni passarono a nuovi proprietari e azionista di maggioranza divenne la casa editrice Zanichelli di Bologna che nominò direttore Oliviero Franchi e presidente Isidoro Del Lungo.

Negli ultimi anni del secolo Enrico Ariani aveva preso in affitto da Niccolò Nobili una parte dello "Stabilimento tipografico fiorentino" e vi aveva trasferito l’omonima Tipografia editrice. Alla morte di Enrico Ariani la tipografia passò alla figlia Rita che aveva sposato nel 1900 Armando Paoletti, un giovane che crescendo con il lavoro tipografico, si trovò a rinnovare nel nuovo secolo la tradizione di Felice Le Monnier.

La “Società anonima” contrasse un consistente debito con la Tipografia Enrico Ariani per la stampa e soprattutto per il subaffito dei locali del magazzino editoriale. La situazione di bassa redditività dell’azienda e la necessità di ricapitalizzazione portarono al disimpegno di Zanichelli che cedette nel 1923 le azioni in suo possesso ad Armando Paoletti (genero di Enrico Ariani) che diviene così il nuovo azionista di maggioranza.

L’ingresso di Paoletti coincise con la Riforma della scuola e il grande rivolgimento dei programmi scolastici a cui la Le Monnier seppe rispondere prontamente aggiornando manuali e testi e aprendo nuove collane di cultura come la collezione “Studi e documenti di storia del Risorgimento” diretta da Giovanni Gentile iniziata nel 1928.

La trasformazione dell’assetto aziendale si completò nel 1926 con la nomina a presidente di Enrico Corradini (che aveva dato vita al movimento nazionalista e alla rivista il «Regno») e a direttore di Armando Paoletti. Numerosi intellettuali si avvicinano alla casa editrice fornendo impulso e linfa all’attività editoriale ricordiamo tra gli altri: Michele Barbi a cui viene affidata la “Biblioteca nazionale”, Niccolò Rodolico che cura il settore scolastico, Ugo Enrico Paoli, Giuseppe De Robertis, Giorgio Pasquali e Ugo Ojetti.

Gli anni ’30 videro la crisi generale dell’editoria fiorentina colpita ulteriormente dalle nuove norme sul libro di testo unico per il ciclo elementare. I Paoletti e Orzalesi  seguirono e sostennero finanziariamente Giovanni Gentile nell'ingresso nelle case editrici  Bemporad e Sansoni. L’amicizia con Gentile si consolidò con la nomina del filosofo a presidente della Le Monnier nel 1932. Un complesso passaggio azionario intrecciato con i finanziamenti IRI portò alla cessione da parte della famiglia Paoletti delle quote in loro possesso della Sansoni a Giovanni Gentile in cambio del pacchetto azionario della Tipografia dell'Arte della stampa e al consolidamento nella Bemporad di Orzalesi e la nomina a direttore di Renato Giunti un giovane cresciuto nella Le Monnier che porterà un nuovo impulso all’editoria fiorentina riproponendo nel dopoguerra con la competizione Paoletti-Giunti il conflitto tra Gaspero Barbèra e Felice Le Monnier. 

Con la morte di Armando Paoletti nel 1939 e lo scoppio della guerra emerge tra i fratelli Paoletti, Vieri che si ritrova a gestire una casa editrice in pareggio, ricca di ben 12 collane di alta cultura e un’ampia offerta scolastica superiore.

Il dopoguerra vide la società saldamente in mano ai fratelli Paoletti: Vieri, Aldo e Arrigo e con loro Pietro Pancrazi nominato Presidente, Vittore Branca, Adone Zoli e Ugo Enrico Paoli  continuano a sviluppare i settori di forza: l’italianistica, la storia, le lingue classiche, latino e greco, mentre abbandonano, dalla metà degli anni ’50, la produzione scolastica per la scuola primaria.  Tra gli autori del nuovo ciclo, Attilio Momigliano, Gianfranco Contini, Paolo Lamanna, Giacomo Devoto, Luigi Salvatorelli. Tra la fine degli anni ‘50 e l’inizio dei ’60 entrano in consiglio Giovanni Spadolini allora giovane storico strappato alla Vallecchi e Salvatore Valitutti studioso della scuola destinati ad assumere importanti cariche nell’azienda e nella politica nazionale. Le edizioni Le Monnier accompagnarono il rinnovamento e la sperimentazione della scuola italiana (medie inferiori e superiori) affiancando significative collane pedagogiche quali “Insegnare” e collane storiche come i “Quaderni di storia” diretti da Spadolini. Il 1966 vede due gravi perdite per la Le Monnier la morte di Vieri e l’alluvione dei depositi editoriali e degli stabilimenti tipografici riuniti nella Armando Paoletti spa. Alla direzione dell’azienda affiancarono Arrigo la terza generazione dei Paoletti: Enrico figlio di Aldo, Pierluigi e Marco figli di Vieri, Vanni figlio dello stesso Arrigo. La crisi venne superata con impegno realizzando tra l’altro due novità di successo l’Avviamento all’etimologia italiana di Devoto e Firenze Capitale di Spadolini e dando un forte impulso al tradizionale settore dei Dizionari dove i nomi di Devoto e Oli continuano a registrare un successo di vendite e di pubblico.  Alla presidenza si succedettero Mario Vinciguerra, Giacomo Devoto, Alessandro Bonsanti e Giovanni Spadolini segnando un’espansione continua che portò alla realizzazione della nuova sede di Grassina nella periferia fiorentina nel 1981. Nel 1987 i 150 anni dell’azienda sono festeggiati in grande stile e con la giusta soddisfazione per la mantenuta solidità finanziaria, ma la denatalità e la conseguente diminuzione del mercato scolastico da una parte e l’evolversi del mondo editoriale tra concentrazioni e nuovi media portò necessarie modifiche nell’organizzazione interna. La direzione venne assunta da Vanni Paoletti al quale si affiancarono il figlio Guglielmo e il nipote Simone e la società venne suddivisa in divisioni operative: la Casa editrice Le Monnier, l’Editoriale finanziaria Le Monnier per la comunicazione, l’Armando Paoletti azienda grafica, la Libreria internazionale e la Fin-Felix per l’editoria multimediale.   

Nel 1999 la casa editrice Le Monnier viene acquisita dal Gruppo Arnoldo Mondadori che la conferisce in gestione alla Elemond che da nuovo impulso all’editoria scolastica rinnovando i manuali in catalogo e riservando particolare attenzione ai dizionari speciali e generali.

N° novità

150

N° collane in catalogo

52

Ambiti

narrativa; saggistica; grandi opere; altro; Manuali  scolastici, Narrativa per la scuola, Dizionari, Cd-rom

Bibliografia:

Girolamo Boccardo, Della proprietà letteraria, parere per la questione legale fra Alessandro Manzoni e Felice Le Monnier, Firenze, [s.n.], 1860;  Opere della "Biblioteca Nazionale" pubblicate dal cav. Felice Le Monnier e successori, descritte e illustrate da Camillo Ranieri Biscia, Livorno, coi tipi di F. Vigo editore, 1880;  Aurelio Gotti, Felice Le Monnier e la sua Biblioteca Nazionale, lettura fatta al circolo filologico di Firenze la sera del 12 gennaio 1885, Firenze, successori Le Monnier, 1909, 2. ed.; I primordi della Biblioteca nazionale di Felice Le Monnier in LX lettere a lui di Pietro Giordani pubblicate dai successori Le Monnier nel cinquantenario della società, a cura di Isidoro del Lungo, Firenze, Successori Le Monnier, 1919;  Catalogo dei Successori Le Monnier, anno 1919, Firenze, Le Monnier, [1919]; La casa editrice Le Monnier dal 1843 a oggi, mostra storica sul libro italiano, Firenze, [Le Monnier], 1952; Cosimo Ceccuti, Un editore del Risorgimento, Felice Le Monnier, Firenze, Le Monnier, 1974 ; Editori a Firenze nel secondo Ottocento, Atti del Convegno (Gabinetto scientifico letterario G.P. Vieusseux 13-15 novembre 19981), Firenze, Olsckhi, 1983, p.231-254;  Giovanni Spadolini, Cultura toscana e Risorgimento italiano, Firenze, Le Monnier, 1984; Gianfranco Pedullà, Il mercato delle idee, Giovanni Gentile e la casa editrice Sansoni, Bologna, Il mulino, 1986; Cosimo Ceccuti, Le Monnier dal risorgimento alla Repubblica (1837-1987), centocinquant’anni per la cultura e per la scuola, Firenze, Le Monnier, 1987; I centocinquant'anni della casa editrice Le Monnier, mostra storica 27-29 novembre 1987 Firenze - Palazzo Vecchio, catalogo delle opere in esposizione, Firenze, F. Parretti, 1987; Adriano Andreani, I libri che hanno fatto l'Italia, Firenze, Le Monnier, 1994, Le Monnier due secoli di storia, Firenze, Felice Le Monnier, 1996; Storia dell’editoria nell’Italia contemporanea, a cura di GabrieleTuri, Firenze, Giunti , 1997; Nicola Tranfaglia, Albertina Vittoria, Storia degli editori italiani, Roma-Bari, Laterza, 2000.

 

Su


Area Archivio

Ubicazione fondi

presso la sede legale e operativa  

 

Collocazione e attrezzature

  utilizzo misto; scaffalatura; armadi chiusi; impianto antincendio;

Stato di conservazione

Buono

Estremi cronologici fondi

dal 1920 al 2001

Note

I materiali documentari sono conservati nelle redazioni nei diversi piani della sede sociale, nei locali di archivio al secondo piano e per una parte limitata di documentazione nel deposito dell'azienda tipografica al piano seminterrato.

 

Documentazione editoriale

carteggi

carteggi con case editrici

dattiloscritti pubblicati

contratti

bozze

documentazione

rassegne

supporti informatici

dal 1920 al 2001

dal 1960 al 2001

1960 al 2001

dal 1960 al 2001

dal 1990 al 2001

dal 1960 al 2001

dal 1990 al 2001

dal 1991 al 2001

Consistenza

320 metri lineari;  - 4 cassettiere metalliche a 4 cassetti.

Modalità di archiviazione

 database;

I materiali documentari relativi all'attività di Felice Le Monnier, per gli anni 1834-1884, si trovano depositati nel Fondo Le Monnier alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Il fondo Le Monnier si compone di: Carteggio 1834-1884, con 8.049 lettere autografe a 920 corrispondenti; Copialettere dal 1844 al 1866 in 41 volumi con 31.000 minute dell'attività della tipografia e casa editrice Le Monnier; Manoscritti per la stampa e carte tipografia e casa editrice Le Monnier in 28 cassette, nelle cassette 1-3, Nota dei lavori pubblicati 1849-1864, nelle cassette 6-23 manoscritti originali, bozze di stampa, documenti e ricevute, nelle ultime 5 cassette non inventariate miscellanea di carte varie.

L'archivio attuale ha subito perdite e smaltimenti sia in occasione del trasferimento di sede nel 1959-1960 da via San Gallo a via Scipione Ammirato sia per l'alluvione del 1966 che ha colpito particolarmente la casa editrice, sommergendo il magazzino editoriale al piano seminterrato, l'archivio e le redazioni al piano terreno. Successivamente al 1966 tutto il materiale documentario è stato conservato, dal 1993 si è introdotta l'automazione informatizzata e la copia elettronica dei documenti prodotti per la realizzazione delle pubblicazioni sono salvati su supporti elettronici e conservati in archivio e presso le redazioni. L'archivio storico ha ricevuto il vincolo della Sovrintendenza Archivistica per la Toscana. Sono registrati: la documentazione amministrativa e commerciale (1966-1980); l'archivio editoriale con la serie contratti d'autore, corrispondenza con autori, consulenti, altri editori, fornitori, fotografi, corrispondenza della presidenza; Archivio dei supporti magnetici dei dati di natura contabile e statistica; Archivio fotografico di 15.524 fotografie.Tutti i materiali vincolati sono presenti, non specificamente rilevati i salvataggi informatizzati della contabilità anni 1970. Alcuni dipendenti storici testimoniano della riorganizzazione sotto la direzione di Vieri Paoletti dell'azienda e la selezione del materiale d'archivio per il versamento ad un ente pubblico negli anni dal 1960 a immediatamente prima dell'alluvione. Non rilevato Fondo inventariato presso l'Archivio di stato di Firenze intestato a Le Monnnier o a Paoletti. Nei locali di deposito dell'azienda tipografica al piano seminterrato della sede sociale si trovano una serie di casse di documenti da valutare e riordinare completamente.

L'archivio è suddiviso in due sezioni: Storico per gli anni 1920-1966 e di Deposito per gli anni dal 1967 ad oggi; la documentazione corrente si trova presso gli uffici delle redazioni e per la parte informatizzata sull'elaboratore aziendale.  L'archivio storico (1920-1966) è ubicato in una saletta al secondo piano, è organizzato nelle seguenti serie: il carteggio con gli autori, restaurato e ordinato in fascicoli per autore occupa 15 ml.; i carteggi dei periodici ordinati cronologicamente per singola testata e i documenti amministrativi ordinati cronologicamente, occupano 30 ml; le schede del controllo di produzione, con schede intestate alla pubblicazione, con tirature, ristampe e nuove edizioni,vendite, omaggi, dagli anni '30 al 1966 in una cassettiera metallica a 4 cassetti.  L'archivio di deposito (1967-2000) si trova ubicato in due grandi sale al secondo piano, è organizzato nelle seguenti serie: Carteggi con gli autori, con fascicoli intestati all'autore ordinati alfabeticamente, occupa 35 ml.; Documentazione amministrativa e commerciale, corrispondenza fornitori ed editori, occupa 200 ml.; Controllo di produzione (1967-1998) a schede cartacee ordinate per pubblicazione in cassettiere metalliche, dal 1999 è stato sostituito dal programma di controllo di produzione informatizzato del Gruppo Mondadori. A fianco dell'Archivio di deposito si trova l'Archivio dei periodici con la corrispondenza completa delle singole testate dei periodici pubblicati, organizzato in cartelline per fascicolo ordinate cronologicamente per titolo del periodico dal 1967 ad oggi, la documenatazione amministrativa e i bilanci dei periodici, occupa 30 ml. Rassegna stampa relativa agli ultimi dieci anni ordinata per autore eper evento. I formati di stampa elettronici e i salvataggi dei documenti elettronici sono salvati su Cd-Rom e conservati in appositi locali. L'Archivio dei contratti (1920-2001) si trova presso un apposito ufficio direzionale, è suddiviso in due serie: varia e scolastico. Gli archivi dei direttori editoriali sono stati restituiti alla famiglia Paoletti.

 

 

Documentazione amministrativa e commerciale

documentazione amministrativa

documentazione commerciale

libri contabili

dal 1966 al 2001

dal 1966 al 2001

dal 1966 al 2001

Note sezione amministrativa

documentazione conservata a termini di legge.

Archivio fotografico

dal 1966 al 2001 - L'archivio fotografico è in riorganizzazione. Dopo l'acquisto da parte di Elemond, si sta raggruppando e informatizzando tutto il materiale. iconografico e fotografico posseduto dalle varie redazioni in un'unica grande serie. Inventario in corso di realizzazione. Il vincolo della Sovrintendenza archivistica segnalava 15.524 fotografie nel 1980.

Sono state digitalizzate 10.000 immagini. Sono conservate in una serie a parte le foto storiche dell'attività della casa editrice e della tipografia.

Scarti

documentazione amministrativa; documentazione corrente; dattiloscritti; bozze; materiale di produzione;  

Scarto decennale ragionato di tutte le serie. La cartellina redazionale con i materiali di produzione viene scartate al termine della lavorazione. Il manoscritto originale e le bozze d'autore sono scartate dopo dieci anni. Alcuni originali e bozze sono conservate per il particolare significato dell'autore. I progetti non realizzati sono scartati dopo un tempo variabile.

Archivio sezioni separate

archivio di deposito;archivio storico;

L'archivio è organizzato in due grandi serie: l'Archivio Storico 1920-1966, l'Archivio di Deposito (dal 1967). La documentazione corrente prima di confluire all'archivio è conservata presso le redazioni.

 

Su

 


Area Biblioteca

Ubicazione fondi

presso la sede legale e operativa   

Collocazione e

attrezzature

  utilizzo misto; scaffalatura;

Note

La biblioteca storica si trova presso la sede aziendale nel piano ammezzato nelle sale di rappresentanza e del Consiglio di amministrazione. In parte è conservata negli arredi originali di Felice Le Monnier, librerie in legno con alte a vetri, e in parte in moderne librerie-bacheche in legno e vetro. Allarme antincendio e impianto e/o estintori.

Stato di conservazione

Ottimo

Biblioteca storica

Emeroteca

La Biblioteca storica conserva con particolare cura la raccolta delle pubblicazioni librarie della casa editrice. Tutte le opere pubblicate sono presenti, le rare lacune sono segnalate nel catalogo interno. Nel passato e ancora ove se ne presenti l'occasione, sono state effettuate ricerche ed acquisti sul mercato antiquario per colmare le lacune emerse. L'organizzazione generale del materiale bibliografico segue due principi: ordinamento cronologico e ordinamento per collana. La "Biblioteca nazionale" è posta in particolare evidenza ed è completa di tutti i volumi dal 1843 al 1969. Sono inviati alla Biblioteca storica dai magazzini editoriali la prima edizione di ogni opera e l'ultima edizione o ristampa quando la pubblicazione esce dal mercato. In genere non sono conservate le varianti delle ristampe e riedizioni plurime del settore scolastico. La biblioteca è completamente catalogata su schede cartacee per autore. Le schede sono state registrate sul sistema informativo interno su base dati elettronica. Dal 2000 l'archivio cartaceo a schede non viene più aggiornato. L'Emeroteca è incompleta per la perdita e lo smaltimento dovuto ai traslochi di sede e ai conseguenti problemi di spazio e per le perdite causate dall'alluvione del 1966, vi affluiscono i periodici correnti (n. 12, dagli «Annali della Pubblica Istruzione» agli «Studi italiani di filologia classica»). L'emeroteca non è catalogata. La collezione della «Nuova Antologia» si trova anche presso la Fondazione Spadolini, via Pian dei Giullari, Firenze.

volumi

10000 volumi dal 1837 al 2001, catalogati;

periodici

informatici

 50 periodici dal 1866 al 2001

25 informatici dal 1995 al 2001

Catalogo storico

Catalogo interno a schede e su base dati elettronica. Il catalogo segnala, per le opere mancanti, la collocazione  in Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.

Cataloghi e listini

Pubblicazioni annuali di numerosi listini: generali, di settore, di collana, per ordini di scuole, per materie, dei periodici. Cataloghi e offerte commerciali sul sito internet.

Materiali promozionali

Cartoncini, presentazioni, depliant, inserti pubblicitari ecc. sono conservati presso l'Ufficio commerciale.

Biblioteca specializzata

Biblioteca di consultazione generale dotata di circa 3000 volumi  disposta per materie e Emeroteca di consultazione generale (30 ml di fascicoli di riviste). In corso di catalogazione.

Biblioteche di redazione dotate di un numero variabile di varie centinaia di libri specialistici ognuna: Filologia, Linguistica, Testi greci e latini, Dizionari, Enciclopedie.

Altri fondi

Cimeli originali dell'attività editoriale tipografica di Felice Le Monnier, Torchio in ferro, Taglierina, Cassettiere di caratteri (n. 3), Arredi originali della sede di via S. Gallo 33 (1862 e seguenti), Bacheche espositive in legno, Arredi vari, Ritratto di Felice Le Monnier.

Centro di documentazione - Archivio di lavoro della Redazione dei Dizionari con i materiali preparatori o di revisione dei dizionari, rassegna di studi e tecniche.

 

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Area Accesso

Accesso

archivio; biblioteca;

Descrizione delle modalità

Riservato per studiosi su domanda e prenotazione.

La documentazione storico culturale è consultabile.

L'Archivio dei contratti è riservato all'uso interno.

La consultazione dei documenti amministrativo-contabili è condizionata all'autorizzazione sui singoli pezzi.

 

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GruppoGruppo

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Altri marchi

 No

 

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Scheda a cura di:

Luca Brogioni

 

 

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