Accademia
della Crusca
- (FI)
Area anagrafica
Sede Legale
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via
di Castello, 46 50141
- Firenze
tel. 055/454277 fax 055/454279
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Sede operativa
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via
di Castello, 46 50141
- Firenze
tel. 055/454277 fax 055/454279
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Sito Internet
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www.csovi.fi.cnr.it/crusca
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e-mail
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demartino@crusca.fi.it
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Fondazione
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01/01/1583
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Storia
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L’Accademia
della Crusca fu fondata nel 1583 da Giovan Battista Detti, Antonio
Francesco Grazzini (detto il Lasca), Bernardo Canigiani, Bernardo Zanchini,
Bastiano de’ Rossi e Leonardo Salviati, riprendendo quel fenomeno di
fervore umanistico volgare diffuso nel cinquecento fiorentino che vedeva la
cultura fondata sull’ingegno naturale. La Crusca nasce dagli incontri che
il gruppo di amici organizzava in reazione alle pedanterie e ai formalismi
dell’Accademia nella "Brigata dei crusconi": i loro discorsi
sarebbero stati cruscate, conversazioni a metà tra la burla e il serio. Le
cruscate iniziate nel 1570 trovarono codifica, statuti e regolamenti a
partire dal 1583, dove oltre ai motivi di studio si stabilì che tutti gli
accademici, gli oggetti e la mobilia dell’Accademia fossero collegati alla
simbologia del grano, della crusca e del pane. Dal 1590 l’attività
dell’Accademia si concentrò sulla realizzazione di un vocabolario fondato
sullo spoglio dei testi del Trecento fiorentino, considerato il secolo
d’oro della lingua, aperto ad autori più tardi quali Lorenzo de’ Medici,
Berni, Machiavelli, Salviati e non toscani quali Bembo e Ariosto. Il
vocabolario degli Accademici della Crusca uscì a Venezia da Giovanni Alberti
nel 1612 e fu seguito da altre quattro edizioni: nel 1623 sempre a Venezia
presso Iacopo Sarzina, nel 1691 a Firenze nella Stamperia dell’Accademia
della Crusca, nel 1729-1738 a Firenze presso Domenico Maria Manni e infine
rimasta incompleta alla lettera o l’edizione 1863-1923 iniziata presso la
Tipografia Galileiana di Mariano Cellini e continuata dalla Successori Le
Monnier. Il vocabolario fin dalla sua uscita fu un riferimento per l’uso
scritto dell’italiano, originò grandi dispute e controversie per i criteri
ispiratori, per il riferimento temporale, per la proposta quasi esclusiva
del fiorentino anche nei suoi aspetti più arcaici, per la mancata
introduzione di voci di arti e di scienze. Le prime quattro edizioni del
vocabolario ebbero grande fortuna e rappresentarono in un paese animato da
diverse tradizioni linguistiche e privo di un centro politico-culturale
unitario una forte caratterizzazione della comunità italiana. La ricerca
lessicografica che esaltava la lingua delle origini della letteratura
italiana costruiva così lo spirito nazionale difendendo la ricchezza e il
patrimonio della lingua comune. Nell’Ottocento il dibattito sulla lingua si
fece più vivo: da una parte la corrente purista esaltava la lingua
integrale delle origini richiamandosi alla Crusca, dall’altra la cultura
romantica, le istanze più moderne e avanzate della società richiedevano una
lingua più attuale e non limitata al fiorentino. Vincenzo Monti nel 1817
con la Proposta di alcune correzioni ed aggiunte al vocabolario della
Crusca (uscita dal 1817 al 1826) attaccò i criteri dell’Accademia di
seguire più l’autorità degli scrittori che della critica e della filosofia
e di proporre un grande numero di parole arcaiche ed errate. La polemica
continuò insieme al dibattito sulla lingua e all’intervento Manzoniano
volto al recupero sì de fiorentino, ma del suo uso vivo, più popolare e
l’Accademia iniziò una crisi che se da una parte la portò a introdurre
nuovi e più moderni criteri agli spogli, non le fece concretizzare il
progetto di realizzare una nuova edizione nonostante l’impegno di
accademici come Capponi, Bonaini, Guasti, Vannucci, Del Furia e Masselli.
La realizzazione dell’unità nazionale diede
nuovo impulso alla creazione di un vocabolario normativo della Crusca che
accogliesse la tradizione e l’uso vivo basandosi sull’autorità degli
scrittori e l’esempio dell’uso popolare. Il primo volume uscì a cura di
Brunone Bianchi nel 1863 con l'ambizione di diventare il “gran libro della
nazione”. Nel 1870 fu iniziato anche il Novo Vocabolario della lingua
italiana secondo l’uso di Firenze con il sostegno ministeriale e l’appoggio
di Manzoni. Nel 1874 a completamento del nuovo impulso dato all’Accademia,
grazie anche al suo presidente (arciconsolo) Isidoro Del Lungo, fu ripresa
anche la pubblicazione degli Atti con saggi e studi linguistici.
L’opera del vocabolario si rilevò però lenta e
difficile, il metodo non rinnovato alla luce delle più nuove metodologie
lessicali tedesche e anglosassoni. Nel 1921 Benedetto Croce, in qualità di
ministro della Pubblica istruzione, nominò una commissione di riforma
dell’Accademia composta da Cesare De Lollis, Giovanni Gentile, Vittorio
Rossi. La commissione espresse decise critiche all’operato accademico che
dopo 60 anni non era giunto al compimento del vocabolario e richiedeva la
cessazione dell’attività lessicografica per conferirla a privati che
volessero completarla. Le critiche produssero numerosi interventi in difesa
della Crusca, ma nel 1923, divenuto ministro Gentile, l’attività
lessicografica fu sospesa.
La Crusca si predispose quindi a focalizzarsi
sull’attività di studio e ricerca di grammatica, filologia e storia della
lingua nominando alla direzione Pio Rajna e successivamente Guido Mazzoni.
Sono gli anni della creazione del Centro di filologia italiana diretto da
personalità come Luigi Foscolo Benedetto, Bruno Migliorini, Francesco
Maggini, Giorgio Pasquali, Mario Casella, Gianfranco Contini e Domenico De
Robertis e della ripresa dell’editoria in proprio (o in convenzione con la
casa editrice Sansoni) per la valorizzazione e la diffusione delle edizioni
critiche e delle ricerche realizzate.
Dopo la seconda guerra mondiale la presidenza
fu assunta da Bruno Migliorini coadiuvato da nuovi accademici come Attilio
Momigliano e Vittorio Santoli. Dal 1955 ripartirono i lavori per la
realizzazione di un nuovo vocabolario storico della lingua italiana; nel
1964 con la presidenza di Giacomo Devoto fu realizzata una convenzione con
il Consiglio nazionale delle ricerche per la creazione dell’Opera del vocabolario.
Negli anni seguenti l’impianto universale del dizionario fu limitato ai
testi in volgare dalle origini fino alla morte di Boccaccio nel 1375,
realizzando con l’aiuto del Centro di linguistica computazionale di Pisa il
Tesoro della lingua italiana delle origini nel 1982 con la direzione di
d’Arco Silvio Avalle. Dal 1983 l’Opera del vocabolario è entrata a far
parte del CNR e si occupa delle attività specificamente lessicografiche.
L’Accademia della Crusca si articola ora in tre
centri di ricerca: il Centro di studi di filologia italiana, il Centro di
studi di lessicografia italiana e il Centro di studi di grammatica
italiana: pubblica le omonime riviste «Studi di filologia italiana», «Studi
di lessicografia italiana», «Studi di grammatica italiana», il foglio
informativo-divulgativo «la Crusca per voi» e varie collane specialistiche
come: “Autori classici e documenti di lingua”, “Scrittori italiani e testi
antichi”, “Concordanze”, “Grammatiche e lessici”, “Vocabolari e glossari”,
le collane dei “Quaderni” dei centri studi e in collaborazione con la
Scuola Normale Superiore di Pisa “Strumenti e testi”, collana di
concordanze, indici di frequenza, lessici e testi su supporti informatici.
Tra le edizioni Giovanni Boccaccio, Decameron, edizione
critica a cura di Vittore Branca, 1976; The Fairest Flower. The Emergence
of Linguistic National Consciousness in Renaissance Europe, 1985, Pietro
Bembo, Gli asolani, edizione critica a cura di Giorgio Dilemmi, 1991, I
repertori di parole e immagini, Esperienze cinquecentesche e moderni data
bases, a cura di Paola Barocchi e Lina Bolzoni, 1997.
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N° novità
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2
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N° collane
in catalogo
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5
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Ambiti
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saggistica;
altro;
Filologia,
Grammatica della lingua italiana, Lessicografia, Edizioni critiche dei
classici della lingua italiana delle origini
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Bibliografia:
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G.B.
Zannoni, Storia dell'Accademia della Crusca, Firenze, Tipografia del
Giglio, 1845; C. Marconcini, L'Accademia della Crusca dalle origini alla
prima edizione del Vocabolario, Pisa, Tipografia Valente, 1910; Francesco
Pagliai, L'Accademia della Crusca e il suo Vocabolario, Firenze, Accademia
della Crusca, 1967; Giovanni Grazzini, L'Accademia della Crusca, Firenze,
Sansoni, 1968; Giovanni Nencioni, La nuova Crusca, in «Annali della
Pubblica Istruzione», XIX, 5, 1973; Gli atti del primo Vocabolario, editi
da Severina Parodi, Firenze Sansoni, 1974; Silvio d'Arco Avalle, Al
servizio del Vocabolario della lingua italiana, Firenze, Accademia della
Crusca, 1979; Severina Parodi, Quattro secoli di Crusca 1583-1983, Firenze,
Accademia della Crusca, 1983; idem, Catalogo degli accademici dalla
fondazione, Firenze, Accademia della Crusca, 1983; L'Acccademia della
Crusca, Firenze, [s.n.], 1991
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Su
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Area Archivio
Ubicazione fondi
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I
materiali documentari sono conservati negli uffici al piano terrreno e al
primo piano.
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Collocazione e attrezzature
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utilizzo
misto; scaffalatura;
armadi chiusi;
impianto
antincendio;
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Stato di conservazione
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Buono
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Estremi cronologici fondi
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dal 1583 al 2001
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Documentazione
editoriale
carteggi
carteggi
con case editrici
contratti
bozze
supporti
informatici
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dal 1926 al 2002
dal 1926 al 2002
dal 1926 al 2002
dal 1926 al 2002
dal 1992 al 2002
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Consistenza
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- Consistenza di difficile
valutazione, non essendo enucleata la documentazione specifica, si può
quantificare in 5-6 metri lineari di scaffalatura.
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Modalità di archiviazione
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protocollo; database;
La
documentazione dell'attività editoriale non è stata separata dalla restante
documentazione prodotta nell'attività dell'Accademia. I materiali
documentari relativi all'attività editoriale dal 1926 ad oggi sono
conservati nelle serie documentarie cronologiche del novecento. Le serie
documentarie cronologiche e/o a gruppi non hanno ricevuto ulteriori
ordinamenti o indicizzazioni. Dal 1980 il protocollo è informatizzato. Dei
documenti inerenti le pubblicazioni sono conservati i carteggi, i contratti
e le bozze dei lavori preparatori. Sono stati restituiti agli autori gli
originali pubblicati e non pubblicati. Dagli anni '90 sono conservate le
opere in formato elettronico. Della collana di "Concordanze, indici di
frequenza, lessici e testi" realizzata con la Scuola normale superiore
di Pisa su supporti informatici vengono conservate varie copie originali.
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Documentazione
amministrativa e commerciale
documentazione
amministrativa
documentazione commerciale
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dal 1926 al 2002
dal 1926 al 2002
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altro
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dal 1583 al 2002 - Archivio dell'Accademia
della Crusca, documenta l'attività dell'Accademia nelle sue attività di
ricerca Lessicografica, filologica e di storia della lingua italiana.
L'archivio editoriale rappresenta solo una parte minore e recente della raccolta documentaria.
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Scarto
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Non
rilevato
L'Accademia
non effettua lo scarto.
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Archivio sezioni separate
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archivio
corrente;
Il
materiale documentario è conservato in un'unica serie archivistica.
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Su
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Area Biblioteca
Ubicazione fondi
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presso
la sede legale e operativa
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Collocazione e
attrezzature
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utilizzo
misto; scaffalatura;
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Note
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La
biblioteca dell'istituto si trova al primo piano della Villa reale di
Castello.
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Stato
di conservazione
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Buono
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Biblioteca
storica
Emeroteca
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Le
pubblicazioni dell'Accademia sono conservate presso la Biblioteca
dell'Istituto in più copie (3). Tutte le pubblicazioni sono catalogate nel
catalogo generale della Biblioteca.
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volumi
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121 volumi dal 1926 al 2001, catalogati;
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periodici
informatici
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4 periodici dal 1927 al 2001, catalogati
7 informatici dal 1994 al 1997, catalogati
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Catalogo
storico
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Accademia
della Crusca, 1998 Catalogo delle pubblicazioni, Firenze, 1997
Il catalogo di vendita del 1998 registra tutte
le opere uscite dall'Accademia della Crusca sotto la propria responsabilità
dal 1923.
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Cataloghi
e listini
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Cataloghi
di vendita bi-triennali
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Biblioteca
specializzata
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Biblioteca
specializzata sulla lingua italiana delle origini, linguistica, storia
della lingua e filologia. Possiede 120.000 libri, 147 manoscritti, 42
incunaboli, 1067 cinquecentine, 760 periodici (di cui 390 correnti).
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Altri
fondi
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Fondi
speciali: Fondo Pietro Pancrazi di letteratura (8158 opere); Fondo Bruno
Migliorini di linguistica (15.000 opere ed estratti); Fondo Francesco
Pagliai di letteratura (421 opere); Fondo alberto Chiari di letteratura
(5.000 opere). Esiste
inoltre una raccolta di Microfilm di manoscritti
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Su
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Area Accesso
Accesso
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archivio;
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Descrizione
delle modalità
|
L'Archivio
è ad esclusivo uso interno.
La Biblioteca è accessibile con lettera di
presentazione di un accademico o di un professore universitario.
Orario dal Lunedì al Venerdì 9-14, Mercoledì anche
15-17,50.
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Su
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Area Gruppo
Gruppo
|
No
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Altri marchi
|
No
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Su
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Scheda
a cura di:
|
Luca
Brogioni
|
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Presentazione
Nota tecnica
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