Discorso dell’ombra e dello stemma
o del lettore e dello scrittore considerati come dementi

A cura di
Salvatore Silvano Nigro
Milano
: Adelphi
, 2017
192 pp.
ISBN: 978-88-459-3195-6
€ 19,00
Se c'è un libro dove Manganelli ha mostrato, nella forma più radicale ed
estrema, che cosa intendeva per letteratura, è questo. Ed è senz'altro una
concezione allarmante rispetto a quelle correnti. Per Manganelli, la letteratura
è qualcosa di ben più temibile ed enigmatico di quel che pensano quanti si
sforzano «di mettere assieme il bello ed il buono». A costoro la letteratura non
può che rispondere «con sconce empietà». Perché il suo compito non è di
interpretare, documentare, esprimere idee, semmai di disorientare, inquietare.
Di ridere – astratta e solitaria. È il riso antico di Dioniso, senza il quale
non ci sarebbero parole. Cadono così, sotto i colpi di Manganelli, molte
certezze: persino la fiducia che riponiamo nella figura dello Scrittore. Che in
realtà è solo un «passacarte», un Grande Mentitore, agìto dalle parole. La
scrittura, infatti, accade, e lo attraversa e parla per suo tramite. Ma
anche i lettori non hanno di che stare tranquilli. Devono finalmente rendersi
conto che coltivano una «dolce e ritmica demenza»
La prima edizione dell'opera era stata pubblicata da Rizzoli nel 1982.
La prima edizione dell'opera era stata pubblicata da Rizzoli nel 1982.
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Biblioteca Adelphi