Estrosità rigorose di un consulente editoriale
Giorgio Manganelli (1922-1990) è stato il più estroso e ironico dei consulenti editoriali italiani. Eccentrico e brillante - sempre pronto a sfoderare uno humour di volta in volta giocoso, paradossale, corrosivo - e, al tempo stesso, disciplinatissimo, duttile e minuzioso.
In questo impegnativo e piacevole volume Salvatore Silvano Nigro ha curato la raccolta delle schede e delle lettere che Manganelli scrisse in qualità di collaboratore e di lettore professionale per Garzanti, Einaudi, Mondadori e Adelphi, dal 1962 alla morte
Sono due libri in uno: da una parte i documenti di lettura; dall'altra le note di Nigro che svelano e riannodano fili e raccontano gli scambi e gli intrecci di sollecitazioni, di risposte ed eventuali rilanci, gli esiti delle varie proposte, dei rinvii e dei rifiuti.
Con alcuni momenti di autentico divertimento. Quando nel 1967 dirige la serie italiana di una collana Einaudi, a preoccuparlo è la veste grafica, che con il suo opaco grigio rende i volumetti simili ad «antichi, nobili epitaffi»: «E si veda il bell'egualitarismo del procedimento, che pareggia miopi, presbiti, ipermetropi, daltonici ed astigmatici in una comune, edificante inettitudine a leggervi alcunché». Oppure quando stende pareri di lettura e risvolti che celano una micidiale precisione di giudizio: «La sua pagina sa di virtuosa varichina, i suoi periodi vanno in giro con le calze ciondoloni...» (qui la vittima è Doris Lessing).
Una precisione, tuttavia, che nel rifiuto sempre si premura di spogliarsi di ogni drasticità: «Il mio parere è negativo, ma senza ira».