«Se mi vede Cecchi, sono fritto»
Corrispondenza e scritti 1962-1973
A cura di
Domenico Scarpa
2015
: Adelphi
, 2015
346 pp.
ISBN: 978-88-459-2990-8
€ 18,00
«Due complici in fuga» così il curatore Domenico Scarpa definisce affettuosamente Gadda e Parise nella postfazione al volume che raccoglie corrispondenza e scritti dal 1962 al 1973.
I due scrittori cominciano a frequentarsi nel 1961, allorché Parise acquista una casa a Monte Mario, non lontano dall'appartamento di via Blumenstihl 19 dove Gadda è approdato dopo lunghe peregrinazioni e innumerevoli camere d'affitto. Gadda ha quasi settant'anni, è sopraffatto da una gloria tardiva, atterrito dai «fucili puntati» di Garzanti e Einaudi e dalle «onoranze» che gli vengono tributate, oppresso dai ricordi, straziato da un'«orrenda solitudine». Parise ha poco più di trent'anni, cinque romanzi ? fra cui un bestseller, Il prete bello ? al suo attivo e una MGb rossa; è scettico, già annoiato dal successo, forse persino sazio del suo talento, ma capace di ammirare; capisce al volo le persone e ama metterle a nudo sottoponendole a scherzi atroci. Inaspettatamente, i due diventano amici. L'Ingegnere riconosce subito in Parise tratti di «genialità». E il pupillo ricambia con un'irriverenza che cela una «profonda e alta ammirazione», profusa in quattro scritti dedicati a Gadda e pubblicati negli anni dell'amicizia (ora riproposti da Adelphi insieme al carteggio).
Il massimo del divertimento, per il giovane Parise, era terrorizzare Gadda portandolo in giro con la sua spider rossa. «Se mi vede Cecchi, sono fritto», gemeva l'autore del Pasticciaccio.
Non poteva immaginare che proprio l'invocazione del temuto critico sarebbe stato cinquant'anni dopo il titolo delle sue lettere.
collana
Piccola Biblioteca Adelphi