La dolce luce del crepuscolo
Richard Seaver (Watertown, 1926 ? New York, 2009), intellettuale, editore, mediatore culturale e imprenditore, si racconta: dalla Parigi del dopoguerra, al ritorno negli Stati Uniti per combattere la battaglia di un'editoria libera dalla censura, aperta al mondo, ostile alle convenzioni.
In queste pagine si ripercorre in queste pagine l'età d'oro dell'editoria, e non solo di quella americana. Con dovizia di dettagli, Seaver racconta la fisionomia del suo lavoro, dalla formazione in Francia (si laurea alla Sorbona con una tesi su James Joyce) al fervido rapporto con la cultura francese, agli incontri che lo hanno condotto a fondare la rivista «Merlin» dove, fra gli altri, pubblica opere di Eugène Ionesco. Tornato negli USA, diventa editor in chief di Grove Press e in seguito di Viking Press. Con costanza e rigore impone ai suoi editori opere di autori letterariamente immensi ma ardui, sfidando il puritanesimo dominante. Fa conoscere Jean Genet, Henry Miller, William Burroughs. E in seguito Hubert Selby Jr, Robert Coover, Harold Pinter. Dal 1988 al 2009, anno della morte, regge con devoto accanimento le sorti della sua Arcade Publishing.
Le molte battaglie culturali e politiche di cui Seaver è stato protagonista sono qui evocate con una passione, una tensione febbrile e una tonalità crepuscolare che fa tuttavia pensare più all'alba che al tramonto, quasi il racconto di tanto lavoro e di tanta vita dovesse leggersi ? senza nostalgia ? nel tempo a venire. Un autoritratto che ci riguarda, un libro necessario non tanto per comprendere il passato, ma per illuminare il presente che più non gli somiglia.
Nell'introduzione l'amica Inge Feltrinelli così lo ricorda: «La febbre che prende quelli che come Seaver, che come me, hanno vissuto con i libri e per i libri, può solo passare ad altri, può solo creare altra giovinezza. Per fortuna è contagiosa. Grazie Dick, per la tua passione, il tuo coraggio».