Il primo Garofano Rosso di Elio Vittorini
Con un apparato di varianti
Firenze
: Franco Cesati Editore
, 2013
198 pp.
ISBN: 978-88-7667-467-9
€ 25,00
Nel 1933 Elio Vittorini cominciò a scrivere un romanzo attorno a un tema caldo: giovani e fascismo. Il romanzo era Il garofano rosso.
Per capire quanto l?opera toccasse nel vivo la morale del regime è sufficiente seguire le vicende delle due versioni pubblicate: delle otto puntate apparse sulla rivista «Solaria» tra il 1933 e il 1934, la sesta fu sequestrata e la settima censurata; la seconda versione fu data alle stampe, invece, da Mondadori solo nel 1948 (e ancora ristampata negli "Oscar" Mondadori e nel Meridiano dedicato allo scrittore), nonostante l?autore già dieci anni prima avesse sottoposto il suo dattiloscritto, oggi andato perduto, alla casa editrice milanese.
Quale testo uscì veramente? Quello di «Solaria» o quello epurato e proposto a Mondadori? Gli studi condotti negli anni Sessanta-Settanta hanno stabilito come la redazione definitiva sia l?esito di un severo lavoro di autocensura, a cui si aggiunge una sorta di ?antifascismo di sostanza? del tutto assente nella stesura originale. Non bisogna dimenticare, infatti, che, dopo un passato da militante fascista, quando il romanzo uscì Vittorini era iscritto al PCI ed era direttore de «Il Politecnico», diffusamente percepito come un organo del partito.
Sulla scorta delle analisi contenutistiche, ideologiche e politiche affrontate dalla critica letteraria, il saggio di Gianluca Lauta pone le due versioni una di fronte all?altra e le valuta organicamente rispetto a qualità del documento storico, trattamento del linguaggio giovanile, rappresentazione dell?italiano neo-standard, grafia, fonologia e punteggiatura, lessico; retorica e testualità, propendendo infine per una decisa rivalutazione del Garofano solariano.
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