Ti scrivo dalla tua macchina
Questo piccolo carteggio inedito, che racconta del legame professionale e umano fra un editore e uno scrittore, ha per protagonisti Alberto Mondadori (1914-76), primo dei quattro figli di Arnoldo, e il triestino Umberto Saba, al secolo Umberto Poli (1883-1957), fra i grandi poeti del nostro '900. Le lettere parlano di contratti non rispettati, si lamentano dei tempi difficili, presentano piccole richieste, attestati di amicizia, progetti editoriali e un tira-e-molla per una macchina da scrivere, una Olivetti Studio 42, che Saba ha avuto in prestito da Alberto Mondadori. Lo strumento ha viaggiato da Milano a Trieste, e un imbarazzato Alberto chiede a Saba di restituirlo, dovendolo a sua volta prestarla al padre Arnoldo in partenza per l'estero. Alla fine, poco prima della riconsegna, l'oggetto del contendere viene donato dall'editore al poeta: «Mio caro Umberto, quella macchina non è più mia, è tua».
Le lettere sono oggi custodite presso la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori con il resto dell'archivio storico della casa editrice.
Il volumetto è stampato in 575 copie numerate su carta Zerkall Bütten.
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