Alfabeti d'Italia
Al momento dell'Unità gli italiani che sapevano leggere e scrivere erano appena sei milioni, un quarto della popolazione. È legittimo sospettare che tra questi molti fossero alfabeti dalle incerte capacità. Gli italofoni erano inoltre una ridotta minoranza, in prevalenza concentrati in alcune regioni del Paese. Per costruire la coscienza nazionale occorreva quindi una graduale alfabetizzazione delle mase popolarie e la promozione in loro di una solida coscienza etica.
Il volume raccoglie saggi apparsi in tempi diversi e altri appositamente stesi per questa occasione. L'autore non intende scrivere la storia compiuta della battaglia contro l'ignoranza intrapresa con tempi e modalità differenti nelle varie parti d'Italia, ma si limita a qualche sondaggio esemplificativo dal quale emerge che essa fu combattuta su più fronti: la scuola innanzi tutto, ma anche mediante le tante iniziative promosse da benefattori e filantropi per adulti, soldati, giovani lavoratori, donne. Numerosi soggetti sociali, politici e religiosi, ciascuno con la sua fede ideale, contribuirono al cambiamento e la realtà delle cose fu più forte dei pregiudizi e delle ideologie.
Giorgio Chiosso insegna Pedagogia generale e Storia della pedagogia all'Università di Torino. Studioso della scuola italiana tra Otto e Novecento, ha diretto importanti ricerche nazionali sui libri di scuola e sull'editoria scolastica.