La vicina collaborazione tra l’International Digital Publishing Porum (che gestisce lo standard ePub) e il World Wide Web Consortium (l’ente che gestisce gli standard per il web) potrebbe aprire una nuova fase per l’editoria digitale. Tre le aree principali di collaborazione: i documenti “portabili”, testi nati per la lettura offline leggibili anche online; l’accessibilità per persone con disabilità visive; le modalità di rappresentazione grafica dei contenuti digitali.
Mentre i dati sul mercato degli e-book sembrano registrare anche quest’anno, come lo scorso (si veda il mio «Diario multimediale» in Tirature ’16. Un mondo da tradurre), una situazione stabile se non in leggera decrescita, una importante novità si è affacciata nel campo degli standard dell’editoria digitale: la possibile combinazione tra l’Idpf (International Digital Publishing Forum), l’organizzazione che gestisce lo standard ePub, il più diffuso standard internazionale per gli e-book, e il W3C (World Wide Web Consortium), l’ente che gestisce gli standard per il web.
L’evoluzione degli standard, spesso considerata un tema di interesse esclusivamente tecnico, in realtà ha un impatto molto importante sull’evoluzione dei mercati, con possibili implicazioni sui modelli di business e sulle caratteristiche dei prodotti editoriali che una casa editrice può pubblicare.
Negli ultimi tre anni Idpf e W3C hanno collaborato in modo molto stretto per identificare come le competenze e le tecnologie del settore editoriale potessero migliorare il web e come le tecnologie del web potessero aprire nuovi scenari e opportunità di sviluppo per l’editoria.
Dopo approfondite valutazioni in occasione della DigCon, conferenza organizzata dall’Idpf che si è tenuta a maggio a Chicago in occasione di Book Expo America, le due organizzazioni hanno annunciato l’interesse condiviso di valutare l’opportunità di combinare le rispettive organizzazioni, per far avanzare più velocemente le tecnologie di interesse del settore editoriale allineandole all’Open Web Platform.
Le prove tecniche di collaborazione sono proseguite durante il Tpac 2016, l’annuale riunione tecnica plenaria del W3C. Il Tpac è il più importante momento di confronto di tutti coloro che collaborano ai working groups, in cui è organizzato il W3C e che costituiscono la spina dorsale delle attività svolte al suo interno: dal social web alle Rich Internet Applications, dai pagamenti online alla sicurezza, dall’Internet of Things all’accessibilità. In occasione del Tpac si svolgono anche gli Advisory Committee Meetings in cui viene analizzato lo stato dell’arte del web e sono discusse le sue possibili evoluzioni. Quest’anno è stato aperto eccezionalmente anche ai membri del Board dell’Idpf, per permettere loro di comprendere meglio le modalità di lavoro e di partecipare in modo attivo alle attività di interesse del settore editoriale. Il Tpac è stato quindi l’occasione per le due organizzazioni per fare un punto sulla possibile collaborazione futura, sugli obiettivi da raggiungere e sulle modalità operative con cui farlo.
I temi su cui gli interessi del mondo editoriale e di quello del web possono trovare terreno fertile di collaborazione e di scambio reciproco sono principalmente tre: le Portable Web Publications (Pwp), l’accessibilità delle pubblicazioni e l’evoluzione dei Css, i fogli stile per definire la formattazione grafica delle pubblicazioni.
Fin dal maggio 2013, anno in cui all’interno del W3C è stato creato il Digital Publishing Interest Group, Idpf e W3C hanno collaborato sul tema delle Pwp, approfondendo il rapporto tra le pubblicazioni offline (e scaricabili) che utilizzano l’ePub e quelle online che usano l’Html5, il principale standard del web gestito dal W3C. Considerando che l’ePub si basa per le sue specifiche sull’Html, i documenti “portabili” sono già a tutti gli effetti cittadini della Open Web Platform e in prospettiva la separazione tra online e offline potrebbe annullarsi. L’obiettivo condiviso da Idpf e W3C è quindi quello di fare in modo che, da un lato, le pubblicazioni prodotte principalmente per essere lette offline possano essere usate anche online aprendole all’interno di un browser, senza perdere alcuna delle loro caratteristiche editoriali e, dall’altro, i contenuti realizzati primariamente per l’online possano anche essere facilmente salvati come documenti “portabili” e usati offline, il tutto automaticamente, senza bisogno di ulteriori trasformazioni, sulla base delle modalità di lettura scelte dagli utilizzatori.
E importante evidenziare che non si sta parlando solo di e-book ma di tutti i tipi di pubblicazioni, anche quelle che attualmente vengono prodotte solo in Pdf. Questo aprirebbe nuove prospettive nella produzione dei contenuti digitali e soprattutto porterebbe una forte razionalizzazione e ottimizzazione degli sforzi produttivi degli editori che, per mettere a disposizione dei propri lettori prodotti editoriali utilizzabili, senza soluzione di continuità, online e offline e sui diversi dispositivi (pc, tablet, smartphone, e-reader), potrebbero utilizzare un unico formato open e interoperabile.
L’ipotesi di combinazione ha fatto sì che sviluppatori web puri ed esperti di editoria digitale si siano trovati a discutere animatamente i loro punti di vista sul futuro dell’editoria e delle sue pubblicazioni, in particolare sui rapporti tra pubblicazioni portabili e uso dei browser per la lettura offline.
Un altro effetto importante della collaborazione è la maggiore attenzione al tema dell’accessibilità delle pubblicazioni digitali per le persone con disabilità visiva, un tema che ha per il settore editoriale sempre maggiore rilevanza, soprattutto in considerazione delle proposte legislative in corso di discussione a livello europeo: la ratifica del Trattato di Marrakech, la proposta dell’European Accessibility Act, che comprende gli e-book tra i prodotti e servizi che dovrebbero essere accessibili, la proposta di Direttiva e Regolamento europei per l’accessibilità dei prodotti editoriali.
L’Idpf ha recentemente pubblicato due nuove bozze di specifiche: i Conformance and Discovery Requirements for ePub Publications, che definiscono i requisiti formali da rispettare per produrre un contenuto che possa essere certificato come accessibile; e le ePub Accessibility Techniques, che forniscono le indicazioni necessarie per soddisfare tali requisiti. La cosa innovativa è che, grazie alla collaborazione tra l’Idpf e il gruppo ally del W3C, questo lavoro si basa sulle Web Content Accessibility Guidelines (Wcag) del W3C e quindi è un adattamento delle norme Wcag al formato ePub. La discussione tra tecnici web e rappresentanti del mondo editoriale ha avuto in questo caso un riscontro immediato: l’accettazione della proposta fatta di prevedere nella prossima evoluzione dei Css il supporto nativo per MathML, in modo da facilitare la rappresentazione grafica nei browser di equazioni e altre formule matematiche, cosa indispensabile per l’accessibilità.
Un terzo ambito di miglioramento sarà quello delle modalità di rappresentazione grafica dei contenuti online. Alcuni dei principali problemi che attualmente presenta il web sono legati alla complessità che hanno le pubblicazioni editoriali e alla difficoltà di riuscire a soddisfare online le tradizionali abitudini di lettura. Un esempio per tutti è la resa delle pagine: nei browser attuali non c’è sistema previsto per girare le pagine o gestire impaginati complessi su molte colonne. La collaborazione con il mondo editoriale che, da sempre, gestisce queste e molte altre complesse tipologie di impaginato potrebbe aiutare i working groups del W3C che si occupano di queste problematiche a trovare soluzioni più rapide ed efficaci.
La collaborazione più stretta potrà in generale essere di vantaggio per entrambi i mondi: gli editori, per esempio, potrebbero portare le loro richieste di innovazione tecnologica ai più esperti del mondo digitale e chiedere loro soluzioni adeguate concentrandosi sugli aspetti più editoriali; la comunità del web potrebbe invece beneficiare della lunga esperienza e delle approfondite conoscenze degli editori nel campo della progettazione e gestione di impaginazioni complesse, della tipografia e della grafica.
A novembre dello scorso anno la stragrande maggioranza dei membri dell’Idpf ha approvato la combinazione e l’accordo dovrà quindi essere formalizzato nei prossimi mesi, aprendo una nuova fase nel mercato dell’editoria digitale per tutti gli editori che vi hanno investito per offrire ai loro lettori nuove esperienze di lettura con gli e-book o nuovi servizi e nuove piattaforme per l’accesso e la consultazione dei loro patrimoni editoriali educativi o professionali.