Verso l’industria dei contenuti e la fanta-editoria

Un’annata editoriale con modesti risultati economici ma segnata da una grande attività: riorganizzazione aziendale, razionalizzazione dei costi, nuove librerie, novità in tutti i campi. L’editoria italiana definisce le reali dimensioni del proprio mercato, colma il distacco con quella europea e si prepara per un futuro tecnologico carico di promesse. Resta, irrisolto, il problema del basso indice di lettura.

Nel giorno in cui si inaugurava la Buchmesse l’umanità passava i sei miliardi. Una coincidenza? Non da poco: mercati che si allargano in modo esponenziale, in parte anche per i libri, tanto che i grandi gruppi editoriali stanno investendo sia nei vari settori dell’industria dei contenuti sia nei prodotti tradizionali (libri, riviste, fascicoli) soprattutto nelle aree di lingua spagnola e in Cina.
Eppure, gli editori che assistevano, sempre a Francoforte, alla ventunesima conferenza internazionale sulla distribuzione libraria, sentivano parlare di un futuro tecnologico e informatizzato che scandiva la progressiva uscita di scena del libro «stampato». Fino al 2005 avremo ancora il libro così come lo intendiamo, ma siamo già nel mezzo di una rivoluzione che in pochi anni cambierà l’editoria più di guanto sia cambiata negli ultimi cent’anni: Mike Shatzskin della statunitense «Idea Logica! Company» ha dichiarato che nel 2020 «the book will probably be gone». Dove? In Internet, negli e-book, nei supporti multimediali e nel print on demand. Per Microsoft, in quella data, sarà anche diversa la voce del vocabolario: «Book. A substantial piece of writing commonly clisplayed on a computer or other personal viewing device».
Messi momentaneamente da parte gli slanci della fama-editoria (che però già oggi possiede le risorse tecnologiche descritte come i capisaldi del futuro) e tornando con i piedi per terra, qui, in Italia, i segnali di cambiamenti radicali non mancano: sono certamente legati al diffondersi dell’informatica e di nuovi prodotti tecnologici ma, soprattutto, a una diversa prospettiva nella quale si è avviata l’industria libraria italiana; un processo iniziato da qualche anno che sta dispiegando con evidenza ruoli, strategie produttive, modelli di business, nuovi canali di vendita e nuove aree strategiche dove intervenire; e che chiede, con una certa urgenza, anche un adeguamento legislativo, fiscale e normativa per potersi esprimere al meglio.
Certamente, dovremo attendere ancora qualche anno perché le nostre abitudini di lettura cambino in maniera tangibile, tenuto conto che l’Italia è, tra i tredici maggiori Paesi del mondo, al nono posto nella penetrazione dei decader per la tv, al declino dei pc e dei collegamenti a Internet, all’undicesimo nell’uso dei cd-rom e che il valore percentuale della spesa in «information technology» in rapporto al Pil nazionale è di 1,45: ben al di sotto della media europea, 2,31 (Forum Isimm su dati Censis) e a parecchie lunghezze da quei paesi (Usa, 4,53; Gran Bretagna, 3,36; Giappone, 2,61 e Francia, 2,51) dove le nuove tecnologie avranno una ricaduta più veloce sul mondo del libro.
Se a casa nostra il futuro prossimo non sarà così digitale, abbiamo almeno dati più precisi e articolati sul presente dell’industria editoriale: il 1999 è stato l’anno della tanto attesa riclassificazione del mercato librario – condotta dall’Ufficio Studi dell’AIE – che sposta il giro d’affari per il 1998 a 6.248 miliardi (6.728 se si includono i prodotti professionali su cd-rom), dai 4.330 miliardi delle stime precedenti, considerate ufficiali. Modesto, fatti i confronti sulla stessa scala, l’incremento sull’anno precedente +1,8%, ma il dato colma finalmente quel distacco con l’editoria europea giudicato poco credibile. Anche la produzione, secondo i dati provvisori dell’Istat, registra un + l ,5 % piuttosto tiepido, tenuto conto che, per soddisfare una richiesta sempre più articolata e segmentata in un maggior numero di canali di vendita, la capacità di soddisfare la domanda dipende in buona parte, come è inevitabile, da una maggiore produzione di titoli, che gioca un ruolo centrale nel rapporto tra editori e pubblico. La riclassificazione del mercato ha però evidenziato non solo che cosa siano, oggi, il mercato e il prodotto editoriale, ma anche quale sia il reale peso economico, occupazionale e culturale del settore.
n mondo del libro italiano è dunque tutt’altro che una foresta pietrificata e si sta riorganizzando per raggiungere nel corso dei prossimi anni risultati migliori. Gli attori chiave (editori, distributori, librerie) hanno più chiaro quali siano le attività che devono essere svolte per valorizzare il prodotto libro, tenendo conto delle dimensioni, della struttura e delle competenze specifiche proprie delle singole aziende. Se il cambio di rotta è leggibile anche a livello generale, è però nell’attività delle case editrici protagoniste del mercato (cfr. la sezione Alti e bassi editoriali) che si possono meglio individuare i processi innovativi, i fattori di successo, i cambiamenti tangibili del fare editoria. Cambiamenti che vanno posti in rapporto con quelli relativi alla composizione del pubblico e delle sue necessità e abitudini di lettura. I dati salienti sono la crescita del pubblico femminile, la sensibilità verso il prezzo, la risposta alle iniziative di marketing ecc.; senza dimenticare che il 1999 è l’anno della riforma della scuola, una scuola più informatizzata e con nuovi programmi didattici, che ha già in parte stravolto gli assetti degli editori di scolastica (molti editori di scolastica di medie e piccole dimensioni hanno chiuso, altri hanno preferito vendere) e il libro scolastico in sé e per sé, ma dovrebbe anche fornire una spinta alla formazione di una nuova generazione di lettori, provvisti di competenze informatiche e di un’abitudine alla multimedialità sulla quale fanno già conto i piani strategici delle case editrici.
I grandi gruppi editoriali si stanno inserendo a pieno regime nella più vasta industria dei contenuti, dove le loro specifiche competenze imprenditoriali trovano alleanze internazionali sui media tradizionali, progetti per le nuove tecnologie e i canali televisivi tematici, il commercio elettronico e il lancio di nuovi modelli di librerie. Non ultimo, poiché manca ancora uno strumento fondamentale per un’efficace gestione commerciale, il varo imminente di Arianna, un sistema per l’informatizzazione coordinata e standardizzata dei dati commerciali che permette il monitoraggio delle vendite in tempo reale e il flusso ordini-rese per via telematica.
Se l’industria si è rimboccata le maniche non si può dire altrettanto dello Stato, che non sembra aver preso minimamente in considerazione (nonostante i dati della riclassificazione del mercato) la questione editoriale.
La legislazione per il copyright (il testo di riforma del diritto d’autore) è stata stravolta e quindi sospesa nello scorso ottobre da una serie di emendamenti in aperta contraddizione con lo spirito della proposta normativa. Cambiano i governi, cambiano i ministri, e l’Italia continua a essere priva di una legge contro la pirateria per arginare, almeno, gli oltre mille miliardi di perdite causate all’industria culturale (e al patrimonio culturale della nazione) dalla riproduzione abusiva di libri, supporti musicali e audiovisivi. E ancora: le iniziative di sostegno alla traduzione in paesi esteri e all’esportazione languono; la legge per il prezzo fisso (la Commissione nazionale del libro di Veltroni, la ricordate?), recentemente ribattezzato «prezzo controllato», è diventata una barzelletta (ma forse è meglio che resti così, perché il sentimento più diffuso è ancora quello di una crociata miope e inutile contro la grande distribuzione): il ministro Melandri si vuole occupare solo di promozione della lettura, obiettivo che ha preso forma però in patetiche iniziative che hanno mancato il bersaglio, come il ciclo di reading nelle biblioteche nazionali e nelle scuole. Infine, manca una legge quadro per le biblioteche di pubblica lettura, mentre le biblioteche scolastiche semplicemente non esistono, ma nessuno al Palazzo sembra rendersene effettivamente conto.
La promozione della lettura sarebbe (stata) anche l’obiettivo dell’ «Associazione per i libri», costituita in febbraio da De Agostini, Feltrinelli, Longanesi, Mondadori e Rizzoli (con l’appoggio poco più che simbolico eli AIE e ALI); il concetto eli «promozione della lettura» è chiarissimo nel suo ruolo strategico – vecchia solfa, l’Italia ha uno degli indici eli lettura più bassi d’Europa – ma estremamente sfuggente nella sua applicazione. Tanto sfuggente che è sfuggito alla stessa Associazione per i libri: a parte la discreta performance di vendite in libreria a maggio per «Il giorno dei libri» (sostenuto da spot televisivi in orari poco efficaci), gli altri appuntamenti in programma hanno avuto un peso modesto. Si è trattato, comunque, della promozione di libri, perché quella della lettura ancora non si capisce in cosa consista.
Lasciati a tempi migliori (e senza contare sullo Stato) i tentativi per allargare la base dei clienti-lettori, l’editoria (o meglio, alcuni editori) si è giustamente affidata alla proprie risorse imprenditoriali attraverso una vivace attività di acquisizioni (soprattutto nella scolastica), alleanze, jointventure internazionali (in particolare nei periodici e nei fascicoli); quindi ha proceduto armonizzando l’offerta delle linee di prodotto (dall’hard cover al mass-market), differenziando i format delle librerie, ristrutturando i punti vendita e ampliandone il numero (Mondadori, Rizzoli, Feltrinelli, Demetra), investendo nel settore multimediale, nelle librerie virtuali (Zivago, del gruppo L’Espresso. con Feltrinelli, e prossimamente quella di Mondadori con Bertelsmann), muovendo i primi passi nel print on demand (Lampi di stampa) e le prime alleanze sul libro elettronico.
Al tempo stesso, deve far riflettere che una ipotetica palma di editore dell’anno (non in termini assoluti di vendite, ma per il successo eli scelte ben orientate sul pubblico della varia) – senza nulla voler togliere ad altre sigle di successo – la si possa assegnare ad Adelphi e a Guanda, sigle non coinvolte in alleanze, commercio elettronico, librerie, nuovi media e consimili: «semplici» editori di libri che hanno fatto bene il loro mestiere, senza neppure aver bisogno di particolari iniziative di marketing.
È forse questo l’indice di come, per necessità o per virtù, le sigle della nostra editoria (piccola, anche nelle concentrazioni, rispetto ai potentati europei e statunitensi, quindi al riparo da acquisizioni internazionali e ancora «molto» italiana) siano sempre più consapevoli del loro ruolo, delle loro possibilità, e vadano con maggiore determinazione a cercare il «loro» pubblico, abbandonate una volta per tutte le pastoie di un’anacronistica «noblesse» che poco serviva a far quadrare i conti.
Anche l’attività dei grandi gruppi editoriali è, in questo senso, indicativa. Il modello di Mondadori, RCS, De Agostini non è distante da quello di Bertelsmann, il primo editore di libri del mondo e leader di mercato sia negli Stati Uniti sia in Germania (fatturato di 14,7 miliardi di dollari a giugno 1999 – escluse le partecipazioni alle TV europee che lo porterebbe a 16,4 miliardi di dollari – e incremento del 13 % ), presente in ogni settore dell’industria dei contenuti. Un modello (certo non raggiungibile nel volume d’affari) rappresentato da un editore cresciuto – a differenza di altri potentati, come quelli a cui appartengono Havas, Hachette, Pearson o Simon & Schuster, solo per fare alcuni esempi – grazie alla forza editoriale del proprio mercato nazionale e rafforzatosi grazie a un circolo virtuoso che ha coinvolto tutti i media, e per il quale i libri rappresentano oggi solo il 25-30% delle entrate.
Si può in questo modo comprendere meglio, in Italia, la necessità di investimenti in settori non direttamente legati al libro, ma sui quali il settore librario può riversare i propri contenuti e dai quali può trarre vantaggi sul piano della comunicazione e della convergenza dei media, vecchi e nuovi.
Per quanto concerne l’attività libraria nel suo specifico, il 1999 ha visto accentuarsi dinamiche già note – e comuni all’editoria internazionale – come la centralità dei best-seller nel ciclo produttivo della casa editrice, centralità che da noi ha una maggiore rilevanza perché il mercato non si espande. Alla proficuità di notevoli investimenti in comunicazione come ha fatto la Mondadori per il lancio del seriale di Harris, per esempio, si accompagna, su un piano complementare, l’efficacia sia del brand-name, dell’autore-marchio (esemplare «l’effetto Camilleri»), sia, in particolari casi, del brand della casa editrice (Adelphi, in scala minore Instar) – sorta di sigillo di garanzia per molti autori (in prevalenza stranieri) che hanno scalato le classifiche pur essendo completamente sconosciuti al nostro pubblico- che amplifica l’efficacia del passaparola, soprattutto fra coloro che non appartengono al nocciolo dei lettori forti, che non leggono recensioni e diffidano, privi come sono di coordinate per intuire i contenuti di un titolo, dell’acquisto «a scatola chiusa».
Fatte le debite proporzioni, anche la piccola editoria (ciò che ne rimane) è sempre più dipendente da queste dinamiche: la riconoscibilità del marchio, dell’autore, il passa parola, diventano al tempo stesso una variabile del successo e una questione di sopravvivenza. L’organizzazione di spettacoli (spesso musicali) legati al libro, l’ambita partecipazione ai festival letterari (il cui successo aumenta di anno in anno), le presentazioni fuori dai canoni (Minimum Fax, Marcos y Marcos ), la fortunata sponsorizzazione di un personaggio famoso sono l’unico modo per mantenere una propria riconoscibilità e restare sul mercato. C’è d’altronde una soglia, quella dei due miliardi di fatturato, oltre la quale solo pochi fra i piccoli che hanno lavorato con costanza negli anni passati riescono a spingersi. Nonostante l’orientamento alla crescita, le loro risorse sono sufficienti per mantenere le strutture, incrementare il fatturato ma non per gli investimenti necessari (capitali, risorse umane) a creare nuovo valore, sia esso l’ottimizzazione di processo o la progettazione di nuovi business. Le centinaia di piccole sigle in crisi, con fatturati modesti e una precaria presenza sul mercato, potrebbero quindi imboccare di qui a breve la strada del non ritorno e, con loro, molte piccole librerie.
Diverso il discorso per le case editrici di saggistica (medie o piccole) , uno dei terreni editoriali più difficili: tradizionalmente la loro vitalità è affidata al catalogo e alle adozioni universitarie, mentre le tirature sono in genere basse ed esposte drammaticamente alla fotocopiatura. Tempi duri, ma le alleanze internazionali, Internet, il riposizionamento del catalogo con l’apertura a una saggistica di consumo che non prescinda dalla qualità e infili qualche best-seller (Laterza), stanno già risollevando le sorti di aziende che comunque devono essere dotate di molta tenacia e molta fantasia. Inoltre, Internet e la stampa digitale oggi, il print on demand domani, rappresentano strumenti ottimali per rispondere alle esigenze di questo segmento di pubblico, di questi lettori.
E non solo per loro. Un leitmotiv percorre da anni sogni e progetti di tutti gli editori: dare al cliente giusto il libro giusto al prezzo giusto. Il mix di nuove (ma non nuovissime) tecnologie di cui si è molto parlato nel 1999 e per le quali vibrano gli entusiasmi editoriali promette molto di più: al lettore si offre non solo il libro ma, volendo, «il contenuto» richiesto (o la somma di contenuti provenienti da fonti diverse e armonizzati in un unico testo, nella forma del «customized print on demand»), nei tempi richiesti, nel luogo richiesto (casa, ufficio, libreria, computer), nel formato richiesto (stampa, stampa on demand, file per libro elettronico).
In un mercato sempre più segmentato, con richieste parcellizzate, il libro offre – giocoforza – un pacchetto di informazioni, molte delle quali non sono utili al lettore (ma devono essere pagate): un evidente elemento di debolezza. La convergenza di librerie virtuali e/o online, dei libri elettronici e del «vecchio» print on demand (la stampa digitale esiste già da una decina d’anni), che di anno in anno ha migliorato il rapporto tra costi e qualità, ha le carte in regola per mantenere ciò che promette e proporsi come una rivoluzione epocale per tutta la filiera del libro.
Non si tratterà però di una rivoluzione rapidissima (per quanto la tecnologia informatica cammini con gli stivali delle sette leghe), tenuto anche conto che l’enfasi con cui la «new economy» declama i suoi paradigmi – senza peso (weightless) e magari anche senza fili (wireless), ma comunque «frictionless» (senza ostacoli o freni distributivi) come solo le merci immateriali sono in grado di fare – può creare non poche resistenze ideologiche nel lettore medio, mediamente o minimamente informatizzato, e quindi trovare un «freno» assolutamente «reale».
Sia come sia, il libro si sta già inoltrando su questi orizzonti: il print on demand, una volta digitalizzato un congruo numero di titoli, è la panacea per titoli di nicchia e fuori catalogo, e già adesso molte case editrici si servono della stampa digitale per piccole tirature e ristampe. Le librerie virtuali hanno già bruciato la fase pioneristica e imposto le dimensioni utili per competere nel commercio elettronico: la vera e propria «guerra» tra giganti, combattuta a suon di sconti prima negli Stati Uniti tra Amazon, Barnes & Noble e Borders, e presto dilagata in Inghilterra tra WH Smith, Amazon.uk e IBS ha dato, nel corso del 1999, la piena dimensione di questo business. L’e-book, per adesso, fa molta notizia e appare ancora come un costoso giocattolo per intellettuali facoltosi, mentre il Microsoft Reader per leggere in alta definizione testi lunghi (libri o riviste) sul computer deve ancora iniziare una effettiva competizione con la carta stampata. Ma l’uno e l’altro possono essere, semplicemente, le avanguardie dell’inchiostro elettronico già in avanzata fase di sperimentazione al MIT: un foglio di plastica non illuminato, molto simile alla carta, di gradevole lettura, che incorpora migliaia di pagine e le più normali prestazioni di un pc. Ne parlava Nicholas Negroponte solo cinque anni fa; ora è già «sulla strada che porta a domani».

Alti e bassi editoriali
Salvo diversa indicazione, i fatturati si intendono a prezzo di copertina e netto rese. Per i dati di fatturato relativi al 1999 si intenda sempre una previsione di fatturato, in quanto la redazione di questa rubrica è stata chiusa a fine ottobre 1999.
ADELPHI. Vola, la casa editrice di Calasso (a giugno 1999, secondo Demoskopea, al quarto posto con il 4,7 % di quota di mercato), e chiude il 1999 a 45 miliardi di fatturato, un incremento superiore al 20% e rese sotto il 15%. Sono questi i risultati di una gestione attenta (riequilibrati gli stock di catalogo) e di scelte editoriali che, sostanzialmente in linea con le strategie della casa editrice, hanno cercato un pubblico più vasto (soprattutto femminile) e prodotto una selva di best-seller, primi fra tutti quelli di McGrath, Marai e Schine, ai quali si deve anche un buon mix tra novità ed effetto trascinamento su titoli usciti in precedenza. Si aggiunga il colpo di fortuna di Doppio sogno, dal quale Kubrick ha tratto il suo ultimo film. Buono anche l’andamento dei tascabili (150 titoli), con una campagna di sell-in tra febbraio e marzo e l’esplosione dei titoli di Maigret, che hanno pienamente dispiegato l’effetto seriale. Oltre al riconoscimento del marchio, che gioca un ruolo non certo secondario nel successo di Adelphi, bisogna individuare nella flessibilità del catalogo, adatto ora tanto alla piccola libreria quanto a quella con una grande esposizione, la condizione per effettuare un «distribuito pulito»: fatto non certo secondario per spiegare un successo di queste proporzioni.
CAROCCI. La ex Nuova Italia Scientifica (NIS), diventata Carocci nel 1998, passa dalla distribuzione PDE a quella di Messaggerie (pur mantenendo la promozione Vivalibri), e chiude il 1999 a 8 miliardi circa nel canale libreria.
RAFAELLO CORTINA. Chiude il 1999 a circa 6,5 miliardi con un incremento tra 1’8% e il 10%. Solido nella saggistica e nell’universitaria, riesce ogni anno a proporre qualche titolo al grande pubblico. Quest’anno ricordiamo il successo di I cinque di Cambridge, di John Casti (uscito come strenna 1998, ha venduto bene per tutto il 1999) e L’elogio dell’immaturità di Duccio Demetrio.
DE AGOSTINI. Profonda metamorfosi del gruppo De Agostini. Nel gennaio 1999 viene sottoscritta da tutti i soci la ricapitalizzazione (80,3 77 miliardi), fatto che implica la necessità di dotarsi di nuovi capitali da investire nello sviluppo; a marzo nasce una nuova struttura societaria più snella della precedente, che completa una serie di assorbimenti societari già iniziata nel 1997 e sottintende una diversa linea gestionale, in armonia con le strategie future e i nuovi obiettivi: Internet, rafforzamento in nuovi paesi, miglioramento dei business tradizionali, Seat Pagine Gialle e acquisizione del 66% di Matrix, nota per il motore di ricerca.
Sotto a De Agostini Spa si trovano ora quattro subholding, Istituto Geografico De Agostini, Officine Grafiche, De Agostini Holding SA (attività finanziarie) e De Agostini International BV che con Atlas (Francia) e Planeta De Agostini (Spagna, Portogallo e Sudamerica) presiede le attività editoriali e di direct marketing all’estero. Entrano anche nuovi manager, che non appartengono alle due famiglie, con incarichi gestionali e direttivi: dopo Antonio Belloni, entrato in De Agostini nel 1998, direttore generale della capogruppo e presidente dell’Istituto Geografico I)e Agostini entra, nel settembre 1999, Gianni Crespi (proveniente dalla Walt Disney Italia) che assume la carica di direttore generale dell’IGDA e al quale riportano la divisione libri, il mailing, l’area multimedia e l’editoria professionale, mentre a Federico Curti, anch’egli direttore generale, riportano il collezionabile e la distribuzione in edicola. Ai vertici, sempre Marco Drago, presidente e CEO della capogruppo, al quale si affiancano Marco Boroli (vicepresidente vicario), Roberto Drago (vicepresidente finanza), Andrea Boroli (vicepresidente operazioni); nell’Istituto Geografico, Paolo Boroli (vicepresidente) e Pietro Boroli amministratore delegato, con responsabilità sul collezionabile, completano il vertice aziendale.
Numeri e attività. Fatturato netto consolidato 1998 di 1.900,2 miliardi (42,7% Italia, 57,3 % estero) per il gruppo, con un risultato consolidato netto di 41,6 miliardi (+44,4 % ) contro i 28,8 dell’anno precedente. Per De Agostini, le indicazioni di massima relative alla semestrale 1999 fanno prevedere un ulteriore miglioramento. Alcuni dati sul fatturato aggregato per settori di attività in Italia: canale edicola (33,4% ) ; libraria (6,2% ); mailing (12,3% ) e rateale (23,4% ).
Meno libri nei canali tradizionali e più direct marketing, quindi, ma soprattutto una maggiore attenzione verso altri prodotti. Le varie operazioni dell’anno sono tutte in questa direzione: comincia l’attività di pubblicazione della joint venture con il gruppo Medya Holding, in particolare nel collezionabile (la Turchia diventa così il ventinovesimo paese in cui De Agostini è attiva); chiude, in considerazione di un numero di iniziative troppo limitato, la Mondadori De Agostini Libri; a maggio prende vita Finanziaria Web (2 miliardi di capitale) controllata al 60% da Seat Pagine Gialle e al 40% da De Agostini Holding, azionista a sua volta di Seat Pagine Gialle. A settembre, con il parere favorevole dell’antitrust, la nuova società perfeziona un’operazione avviata in maggio acquisendo, per 16,5 miliardi, il 66% di Matrix, nota per il motore di ricerca Virgilio, specializzata nella realizzazione di progetti web per aziende e nella commercializzazione di spazi pubblicitari su internet: evidenti i possibili sviluppi per l’apporto dei contenuti di De Agostini e del traffico prodotto da Pagine Gialle online (40 miliardi circa di fatturato per il 1999, 90.000 clienti, un database di 3 · milioni di operatori economici e circa 50.000 consultazioni al giorno).
Ad agosto De Agostini Holding SA aumenta la propria quota nel capitale sociale di Pagine Gialle, portando dal 15,38% al 25,55% la propria partecipazione in Huit SA, gruppo che controlla Seat attraverso Otto Spa.
In ottobre, il gruppo di Novara sigla una joint venture per la cartografia stradale con AA Publishing, settore editoriale del maggiore Automobile Club inglese, poi acquisisce il controllo del 100% di ETI (26 miliardi di fatturato nel 1998, società romana di cui deteneva già il 50%, editrice del settimanale «Il Fisco», del cd-rom Fiscovideo e di Fisconline, principale banca dati online in materia), rafforzandosi nell’editoria professionale dove opera con Dea Professionale Spa e Dea Giuridica Spa. Infine acquisisce il 25% di Kidserver, società americana che opera su internet nel settore ragazzi, e il 15% di Sapient Italia, ramo italiano di Sapient US, operatore di consulenza e servizi web oltreoceano.
DEMETRA. Chiusura del 1999 a 80 miliardi di fatturato (+ 10 %), 500 titoli in catalogo, 12 milioni di copie vendute ogni anno, 320 dipendenti e bilanci costantemente in attivo: Demetra, senza balzare agli onori delle cronache, è un’azienda che ha fondato e consolidato il proprio successo su un mix di intuizioni geniali nella produzione e commercializzazione di manualistica di consumo e narrativa low price, condotto con tempismo e senso del rischio da Silvano Pizzighella. L’atout, se di atout si può parlare, sono oggi le librerie (90, aperte in sette anni) diffuse nel centro nord, che hanno contribuito alla nascita di bestseller «nascosti» come Il ricettario italiano (800.000 copie, quattro edizioni) e Liquori d’erbe e grappe medicinali (700.000 copie, diciassette edizioni).
DE VECCHI. Dopo l’acquisizione del 49% della catena di pizzerie «Tipico», il fondo chiuso Euroknights III ha acquisito per 40 miliardi il gruppo editoriale De Vecchi (40 miliardi di fatturato nel 1999, redditività operativa superiore al 20% , 3.000 titoli in catalogo, 200 novità l’anno, 100 dipendenti, 35% del fatturato in Italia, 45% in Francia, 20% in Spagna), leader della manualistica non professionale. Nei programmi di sviluppo della nuova proprietà (con tre manager del gruppo De Vecchi detenenti il 5 % del capitale), l’espansione nel mercato di lingua spagnola, 380 milioni di persone e, in seguito, in quello anglosassone. Bestseller, I; avvocato nel cassetto (29 edizioni in Italia, 26 in Francia, 19 in Spagna) e, soprattutto, i manuali di esoterismo, che rappresentano un quinto del mercato italiano.
EINAUDI. Lo Struzzo continua a far parlare di sé sulla stampa e nei mondo editoriale, ad alimentare congetture, opinioni, interrogativi. Se in classifica ( da fine 1998 a fine 1999) Einaudi è sempre nelle parti basse (Saramago, Ovadia, Benigni-Cerami, Don De Lillo, Luther Blisset, Lucarelli e qualche altro, in compagnia degli eterni Salinger, Levi, Pavese) e quasi mai nella top ten (salvo per qualche settimana con Vassalli), nondimeno molti titoli vendono bene tra le 30.000 e le 50.000 copie. Inoltre la casa torinese colleziona tre Nobel in tre anni (Fo, Saramago e Grass), fa man bassa dei premi letterari italiani (cfr. rubrica «l premi e i premiati»), conquista il Viareggio con Ernesto Franco, e registra un terzo posto nel canale libreria (Demoskopea) alle spalle di Mondadori e Rizzoli.
Poi c’è «Stile Libero», una collana senz’altro innovativa (libro + video o cd) che fa suonare la grancassa mediatica ma della quale è difficile misurare il reale successo (per l’agenda, pare, i risultati sono stati molto al di sotto delle attese). E ancora, vanno registrati i casi di autori stranieri di grande calibro che molti sostengono pagati a peso d’oro (Einaudi smentisce: «non abbiamo mai pagato cifre folli» dice Vittorio Bo) e che non riescono in veri exploit, ma vanno ad accrescere un catalogo importante, sia nella narrativa sia nella saggistica.
Per i perplessi, forse entra in gioco una questione squisitamente «sentimentale», forse la nostalgia per un marchio sul quale si sono formate generazioni di lettori e che adesso non ha più la stessa identità, la stessa riconoscibilità, cosa che potrebbe avere avuto conseguenze non trascurabili (in particolare per gli autori di qualità) se pensiamo a quale ruolo propulsivo giochi il marchio per sigle come Adelphi o Sellerio, sia verso i lettori sia verso i librai. Ma l’Einaudi di oggi ha ancora bisogno di un marchio riconoscibile come in passato? All’Einaudi, insomma, manca qualcosa? Non certo il fatturato: 50 miliardi circa solo nel canale libreria (secondo una stima non ufficiale), con un sensibile incremento sull’anno precedente. Forse non le manca niente; più semplicemente, è oggi un’altra casa editrice, con altre strategie, altri obiettivi, una più marcata cultura d’impresa: se non ci si pone certe domande per Rizzoli o Mondadori, perché farlo per Einaudi?
La morte di Giulio Einaudi, probabilmente, non cambierà molto nella casa editrice. Roberto Cerati, eletto nuovo presidente, è una figura di tale esperienza e di tal calibro che non si discute: einaudiano da sempre, da sempre ha esercitato un notevole potere nelle scelte editoriali e gestionali, ed è quindi improbabile che arrivino da lui eventuali cambi di rotta; Vittorio Bo resta consigliere delegato, direttore generale e direttore editoriale; nel cda sono cooptati Gianfranco Righi (direttore del personale, dell’organizzazione e dei sistemi informativi della Mondadori) e Walter Barberis (ordinario di storia moderna a Torino, coordinatore delle Edizioni di Comunità, già collaboratore e responsabile della saggistica einaudiana).
EDT. La casa editrice torinese, fra le prime nel settore delle guide turistiche con la versione italiana delle celebri Lonely Planet, prevede di chiudere il 1999 a 5,5 miliardi (+15% sul 1998). La posizione guadagnata nel settore turismo (oltre 100 guide in catalogo, riferite a 120 paesi, cui si aggiungono 50 titoli di narrativa di viaggio, la nuova collana di viaggi-avventura «Le orme» e l’Agenda del viaggio, un successo da 20.000 copie in prima uscita) permette interessanti progetti di sviluppo. Nei programmi per l’anno in corso, aggiornamenti delle guide più tempestivi e un più stretto rapporto con il pubblico attraverso un sito internet di informazione, dialogo con i viaggiatori, promozione e commercio elettronico; infine, nuovo vigore alla produzione musicale (150 titoli vivi in catalogo) l’altra anima di EDT – con 10 novità l’anno.
FELTRINELLI. Anno di consolidamento per la casa editrice di via Andegari che conferma, nonostante i pochi best-seller nella prima parte dell’anno, con 70 miliardi il fatturato dell’anno scorso. Grande attività, comunque, in tutti i campi: in quello editoriale, con l’ingresso di Massimo Turchetta, già direttore degli Oscar Mondadori; il varo delle due collane per ragazzi riunite sotto il marchio Feltrinelli Kids (fra i 3 e i 4 miliardi di fatturato, con lanci, per alcuni titoli, che hanno raggiunto le 12.000 copie); la conferma non solo per i libri di bestselleristi come Pennac e la Allende ma anche per una saggistica di attualità centrata su temi di intervento, dal Banchiere dei poveri di Yunus (20.000 copie) a I no che aiutano a crescere di Phillips; nella promozione «Effe» diventa bimestrale (dal novembre 1998), registra una più veloce risposta del pubblico, anche sulle rubriche, e accresce l’effetto feed-back in libreria con segnalazioni delle novità più tempestive. Infine le librerie (crescita della catena tra il 14% e il 15%, al via il progetto di informatizzazione): a Milano si inaugura la grande libreria in piazza Duomo, collegata con il Ricordi Media store, a ottobre parte Zivago, la libreria virtuale creata insieme a Kata Web del gruppo L’Espresso. Nello stesso periodo parte il progetto «Fer Net» (Feltrinelli Ricordi net work), una catena di negozi di dimensioni medio grandi (almeno 250 metri quadrati), rivolti al pubblico giovanile. Pensato sia per la grande città sia per la provincia, il format di «Fer Net» è concepito per vendere libri e dischi mescolando i due prodotti per aree tematiche, offrire il collegamento a Internet gratuito e la possibilità di navigare nel database del punto vendita per trovare i vari titoli a colpo sicuro. Dopo il punto vendita aperto a Vigevano nell’ottobre 1999, sono previste quattro altre aperture. Rimarranno 35, invece, le librerie tradizionali.
FRANCO MARIA RICCI. A gennaio 1999 FMR (15,5 miliardi di fatturato, 3,5 dall’omonimo bimestrale, 10 dai libri e dalle librerie, 2 da FMR France, due librerie a Parigi; utile dopo le tasse del 10%) è acquisita da Tonino Perna che detiene 1’88% dalla Gtp Holding (The Diners Club d’Italia, 500.000 soci, oltre sette milioni nel mondo) e il 70,2% di Ittierre Holding, per un consolidato 1997 di oltre 600 miliardi. Il prodotto d’élite siglato FMR, in particolare la rivista, dovrebbe essere destinato proprio al pubblico Diners in sostituzione del periodico Diners già diffuso in 350.000 copie ai soci italiani, e varcare la frontiera per i soci esteri. Franco Maria Ricci resta presidente e direttore artistico della casa editrice.
GARZANTI. Dopo la ristrutturazione dell’anno scorso (vedi Tirature ’99) che ha razionalizzato le varie attività della casa editrice distribuendo il business in più sigle, e la cessione del 100% della scolastica a Petrini (luglio 1998), Garzanti prosegue con buoni risultati nel proprio rilancio. Garzanti Libri (70% Messaggerie, 30% Utet), sigla per la varia e le garzantine, chiude il 1999 a circa 28 miliardi con una crescita del 15 % : restyling e nuovi titoli per la celebre collana di reference, numerosi autori importanti nella varia fra i quali il bestsellerista Crichton (nuovo libro il prossimo giugno). Migliore la crescita di Garzanti Editore (51 % UTET, 49% Messaggerie) che chiude il 1999 a circa 17 miliardi con un incremento di circa il 30%. Due i prodotti importanti per questa sigla: la nuova edizione del dizionario italiano inglese Hazon (grafica arricchita, 330 pagine in più) e la crescita della collana di cd-rom linguistici. Riguardo a Internet, Garzanti è il primo editore italiano che, alla fine dello scorso anno, ha messo in linea gratuitamente il proprio Dizionario della lingua italiana con l’obiettivo di attirare navigatori sul proprio sito (Servizio Digita Web).
GIORGIO MONDADORl. La casa editrice di periodici fra i quali «Airone», «Bell’Italia», «Bell’Europa», «Gardenia», «Arte», «Antiquariato», «In Viaggio» e di una sessantina di novità librarie l’anno, tra guide e libri d’arte (complessivamente, 62,4 miliardi di fatturato nel l998, dei quali 18 di pubblicità; lO miliardi di debiti, 145 addetti, tre immobili per 13 mila metri quadrati di superficie) , è stata messa in vendita nel dicembre 1 998 dall’ottantunenne Giorgio, figlio di Arnoldo. Nata nel l980, a febbraio è ceduta integralmente a Urbano Cairo, cresciuto all’ombra di Berlusconi, poi dal 1996 titolare delle società concessionarie di pubblicità Cairopubblicità (giro d’affari di 190 miliardi nel l998, agente per varie testate RCS, Tele + , partnership con Double Click per la pubblicità su Internet). La cifra resta segreta, per una precisa clausola contrattuale, ma si stima intorno ai 30 miliardi. Parte subito il piano di rilancio, coerente con il core business della società acquirente: chiusura per alcune testate, ridefinito il piano dei supplementi e delle campagne promozionali, drasticamente ridimensionato il settore libri, ultimo fra i pensieri del nuovo proprietario; nel 1 999 le novità librarie sono infatti meno della metà. È la prima volta che un pubblicitario acquista una casa editrice; al tempo stesso, uno degli ultimi editori di vecchia generazione lascia il campo. Giorgio Mondadori chiude il 1999 con 50 miliardi di fatturato; la metà in pubblicità.
INSTAR. Si avvia a chiudere il 1999 a quota l miliardo con un incremento del 40%. Piccola (22 titoli in catalogo, 6 novità nel 1999, tutti titoli selezionati e curati di persona dall’editore Gianni Borgo), giovane, ma già «di culto», Instar deve il suo successo a un prodotto quasi sempre di alta qualità (anche nella confezione grafica), originale e al tempo stesso di grande leggibilità: il 1999 è stato l’anno di Chandra, che con due titoli ha già raggiunto le 30.000 copie. Nei programmi, due autori australiani, Roger McDonald e Sue Woolfe entrambi al crocevia tra storia, scienza e fiction, e una costante attenzione al tema della complessità. Unico punto debole, un catalogo che avrebbe bisogno di almeno una decina di novità l’anno per muoversi con più slancio e avere una presenza più omogenea, soprattutto nelle librerie del centro-sud. Anche questo è nei programmi a medio periodo di Borgo.
IPERBOREA. Supera il miliardo di fatturato (+ 30%) Iperborea, che in quattro anni è passata da 12 a 25 ristampe annuali e adesso ha raggiunto la quota di una decina di novità. Best-seller del 1999 La vera storia del pirata Long fohn Silver, di Larsson (4 ristampe per un totale di 20.000 copie a cui si aggiungono le 8.000 copie del Club del libro), mentre continua a vendere L’anno della lepre di Paasilinna, al ritmo di 10.000 copie fanno.
LAMPI DI STAMPA. Messaggerie Libri, Editrice Bibliografica e Legoprint danno vita nel febbraio 1999 alla prima casa editrice italiana vera e propria di print on demand (direttore, Mariano Settembri). Obiettivo, un catalogo di un migliaio di titoli «vendi bili» ma fuori commercio che l’ editore, per così dire, originale ha però facoltà di rilanciare in edizione ordinaria in qualsiasi momento. Prime adesioni: Archinto, Editrice Biliografica, Garzanti, Interlinea, Iperborea, Laterza, gruppo Longanesi, Marietti, Zanichelli. A ottobre si era a quota 7 4 titoli: ordinabili sia in libreria sia attraverso Internet Bookshop, nell’apposito sito www.lampidistampa.it. Rapporto prezzo pagine leggermente superiore alla media: 25.000 lire per cento pagine, 60.000 lire per un massimo di 800 pagine.
LATERZA. La casa editrice (51 % famiglia Laterza, il resto diviso tra Messaggerie, Cariplo e altre quote di minoranza) raccoglie i frutti della ristrutturazione avviata quattro anni fa e chiude il 1999 con un fatturato netto consolidato (casa editrice e libreria) di circa 30 miliardi, e una crescita compresa tra il 5% e il 10%. Il risultato è particolarmente buono, sia sul fronte della razionalizzazione dei costi sia su quello delle vendite, considerando che Laterza si muove su un terreno molto difficile quale è la saggistica, cercando di far convivere le sue diverse anime: scolastica, universitaria, saggistica alta e saggistica rivolta al grande pubblico. Quest’ultima, in particolare, ha messo a segno best-seller come Camici e pigiami di Paolo Cornaglia Ferrario (60.000 copie, 12 ristampe, per qualche settimana nella top ten), buoni risultati con la biografia di Giulio Cesare di Luciano Canfora e Il gourmet di lunga vita di Eugenio del Torna. La progressiva apertura a una saggistica più «leggibile» ha trovato dunque un suo pubblico. Nel 1999 è stato rinnovato il sito Internet (dove si trova online un manuale per la rete), lanciate una collana di narrativa rivolta alle medie inferiori e una linea di manualistica di storia regionale, pensata nell’ambito dei nuovi programmi dell’autonomia scolastica. Fra i progetti per l’anno in corso, internet sarà il terreno di sperimentazione per la didattica online (attraverso accordi con varie università italiane) e continueranno le coedizioni con quattro case editrici europee che, pur senza giungere a risultati commerciali di particolare rilievo, hanno dato a Laterza un ruolo di primo piano nell’editoria internazionale, riconosciuto anche dal Premio Alassio – Un editore per l’Europa.
GRUPPO LONGANESl. l 09 miliardi di fatturato nel 1998 (lieve calo rispetto al 1997), ma miglioramento dell’esercizio economico grazie anche al contenimento delle novità e a tirature leggermente più alte, rese al 23 %. Questo il fatturato sigla per sigla, riferito al 1998: Longanesi (priva in quell’anno di Wilbur Smith) scende da 30 a 27 miliardi; Guanda si posiziona tra i 18 e i 19 miliardi, Salani a 18. Neri Pozza, Ponte alle Grazie e soprattutto Corbaccio (con i libri di Redfield ormai in fase discendente) sono date da alcuni operatori in flessione. Bisogna poi aggiungere Tea, frutto di un accordo con Utet (e nutrita in gran parte con titoli Longanesi) che arriva a 27 miliardi e la joint venture con RCS Rizzoli sui Superpocket che registra 20 miliardi di fatturato. Per il 1999, obiettivo di consolidare la posizione e il fatturato raggiunto.
Per il gruppo, terzo polo editoriale nella varia (soci di maggioranza la famiglia Mauri, attraverso Messaggerie), il risultato complessivo del 1999 è decisamente positivo, non solo per merito della sigla ammiraglia. Anche se titoli e autori da top ten si contano sulla punta delle dita (per Longanesi, in classifica per diversi mesi Monsone di Wilbur Smith; per Guanda il Jacaré di Sepulveda, per Salani La gabbianella), il catalogo si muove bene. In particolare quello di Guanda, diretta da Luigi Brioschi (che ha varato, ad aprile 1999, la collana Fenici Tascabili), è un po’ il fiore all’occhiello per i numerosi successi messi a segno in questi anni con autori come Sepulveda, Nick Hornby, Roddy Doyle, Arundhati Roy, Joseph O’Connor, Irvine Welsh, Catherine Dunne, che hanno reso il marchio molto riconoscibile e alimentato un flusso costante di vendite. A parte Sepulveda, sono, questi, tutti autori che si muovono tra le 40.000 e le 160.000 copie. Anche Salani, nonostante la forte concorrenza nell’editoria per ragazzi, registra una buona annata: La gabbianella di Sepulveda, pubblicata sotto questa sigla, è stato il libro più venduto del 1998 (Cirm), ben accolto nelle librerie cattoliche, e ha superato nel 1999 il milione di copie (oltre 120 settimane in classifica); in ottobre esplode il fenomeno Harry Potter: La camera dei segreti ha esaurito 22.000 copie in due giorni.
Dopo la morte di Mario Spagnol il gruppo si è così riorganizzato: due amministratori delegati (Stefano Mauri e Guglielmo Tognetti); un comitato editoriale composto dagli amministratori delegati, Luigi Spagnol (S alani) e Luigi Brioschi (a cui è stata affidata la direzione di Longanesi). Per le singole sigle, ecco le nuove direzioni editoriali: Salani e Ponte alle Grazie coordinate e dirette da Luigi Spagnol; Longanesi, Corbaccio (diretta da Cecilia Perucci) e Guanda coordinate da Luigi Brioschi; Tea e Superpocket dirette, per la parte Longanesi, da Stefano Res.
MARSILIO. Conti in attivo per Marsilio: il bilancio 1998 si è chiuso con ricavi netti per oltre 9 miliardi (+7% ) e un utile di 133 milioni. Nel 1998 Marsilio ha pubblicato 300 titoli tra novità e ristampe.
MONDADORI. Sempre con il segno «più» davanti ai dati di bilancio, il gruppo di Segrate registra di anno in anno risultati positivi in tutti i settori (in particolare nei periodici, il suo core business), un’intensa attività di accordi, joint venture, acquisizioni e un orientamento verso l’online (internet e commercio elettronico) che dimostra una ferma volontà di conquistare la leadership di questo settore emergente.
Vediamo qualche dato generale. Nel bilancio 1998, crescita contenuta dei ricavi consolidati a 2.439 miliardi (+ 6%), margine operativo lordo a 296,5 miliardi (+ 14,5%), ma redditività in crescita: utile netto consolidato di 96,3 miliardi contro gli 87,4 dell’esercizio precedente (in cui erano però contabilizzati 23,4 miliardi di plusvalenze dalla cessione di Pagine Utili: scorporando questo valore, l’incremento dell’utile è pari al 50%). Nel 1998 la divisione libri ha fatturato 577 miliardi (+1,3 % ); nello specifico 115 miliardi gli Oscar (oltre 6 milioni e mezzo di copie), dei quali 30,6 miliardi la collana I Miti (oltre 3,3 milioni di copie); si aggiungano a questi i 23 miliardi circa della collana seriale Faraoni (1,2 milioni di copie) e 147,3 miliardi dal direct marketing (Club del libro). Nelle proiezioni per il 1999 la divisione libri dovrebbe raggiungere un giro d’affari di 630 miliardi: crescita quindi di 60 miliardi circa dei quali – secondo Segrate – 30 ascrivibili all’acquisto del settore scolastico di Mursia (novembre 1998) e della catena di librerie Gulliver (60 punti vendita in franchising). A dispetto dei risultati generali della divisione, non proprio brillante l’accoglienza sia della rediviva collana SIS («Scrittori italiani e stranieri») e sia della nuova «Strade Blu»; quest’ultima, nonostante ottimi autori in carnet, con proposte innovative e di qualità (Nancy Huston, Thomas Brussig, Guy Vanderhaeghe, Martin Bedford, Victor Pelevin, Chuck Palahniuk, solo per citarne alcuni), apprezzati (e contesi) sulla scena internazionale, sembra aver sofferto a livello promozionale della presenza della SIS che, peraltro, non ha colto l’obiettivo di rilanciare il marchio Mondadori nella narrativa «alta»: i titoli «forti», per esempio, hanno appena sfiorato le classifiche, a differenza di Follett, Cornwell, dei seriali di Jacq e Manfredi, del Libro nero del comunismo, di Harris, Camilleri, Grisham e molti altri che hanno cavalcato la top ten tra fine 1998 e fine 1999. Misteriosa, infine, «Tabloid», l’iniziativa che ha esordito ad agosto proponendo la versione integrale (e nient’altro) de Il silenzio degli innocenti in formato rivista a 3.900 lire: dopo l’azione di supporto al lancio dei nuovi titoli di Harris sembra scomparsa nel nulla.
Torniamo ai numeri. La semestrale 1999 resa pubblica a fine settembre rileva un utile prima delle imposte di 85,6 miliardi, con un incremento che sfiora il 30% rispetto ai primi sei mesi del 1998; ricavi a 1.234,2 miliardi ( +6,9% rispetto al primo semestre 1998). Nel corso del 1999 Mondadori ha ulteriormente rafforzato la propria posizione nella scolastica con l’acquisizione, in aprile, per una cifra attorno ai 58 miliardi, dell’86% del capitale sociale di Athena che controlla Le Monnier (fatturato di 56 miliardi circa nel 1998) e, in luglio, dell’87 ,5 % di Poseidonia (valore dell’operazione, 8,9 miliardi). Per le due sigle, consolidamento previsto a fine 1999. Ulteriore incremento dell’utile operativo riferito ai primi nove mesi del 1999, passato al +24,6% dal +22,9% della semestrale.
Sull’online Mondadori conta molto: oggi rappresenta circa il 2 % del fatturato, ma l’amministratore delegato Maurizio Costa h a più volte dichiarato che nei prossimi 5-10 anni la quota di fatturato sull’antine del gruppo avrà un peso molto significativo. A primavera 1999 è stata costituita la nuova divisione Mondadori.com (amministratore delegato Gualtiero Rudella) con l’obiettivo di sviluppare e integrare l’attività online in quattro ambiti di intervento: high-tech, news, women e kids. Le prime mosse per gettare le basi per la crescita del settore sono state in maggio l’ acquisizione per 6 miliardi da Exol (società dell’Unione Sarda) del sito Vol FTP (70.000 contatti giornalieri), uno dei migliori siri per il download di software (shareware e freeware), giochi e immagini; a giugno l’annuncio del progetto per un grande portai Fininvest (affidato a Europortal, nuova holding per internet per la quale sono previsti 150 miliardi di investimenti nei prossimi tre anni e la presenza in Spagna e Germania attraverso alleanze con Telecinco e il gruppo Kirch e partnership con la statunitense Star Media) che riunisca tutti i siri del gruppo, Mondadori compreso, focalizzato su servizi e commercio elettronico; dal primo luglio è attiva la joint venture con Bertelsmann (Mondolibri) per la vendita per corrispondenza; ad agosto l’intesa con Altavista per l’inclusione del motore di ricerca nel sito Mondadori (primo sito in Italia a disporre di una completa integrazione con Altavista); a settembre Mondadori acquisisce per 2,5 milioni di dollari 1’8% di News Alert, società statunitense, leader di settore, specializzata in syndication di informazioni finanziarie in tempo reale su internet; a ottobre Fininvest annuncia di voler offrire nel giro di qualche mese l’accesso a internet gratuito grazie a un accordo con Albacom, operatore telefonico in cui Mediaset ha una partecipazione; lo stesso mese, alla Buchmesse, annuncia una partnership con Microsoft per la pubblicazione e la commercializzazione di libri elettronici con il software Microsoft Reader.
In un terreno contiguo è da sottolineare la crescita di Mondadori Informatica (la semestrale 1999 indica ricavi per 3 7,6 miliardi e una crescita del 4 7,4% ) che pubblica i titoli di Microsoft Press con i quali ha fatturato oltre 11 miliardi tra marzo 1998 e febbraio 1999; e i 30 miliardi di fatturato nel 1999 per il punto vendita milanese Mondadori Informatica Multicenter.
Nei periodici, Mondadori ha siglato un accordo con l’americana Hearst per lanciare a primavera 2000 la nuova edizione italiana di «Cosmopolitan» che, con 38 edizioni internazionali, è il periodico femminile più venduto nel mondo.
Per le librerie, Mondadori Franchising lancia in ottobre una campagna di affiliazione alla propria rete di punti vendita in franchising, la ex Gulliver rilevata nel 1998 dalla Opportunity Books, mentre è in cantiere l’apertura della libreria virtuale in partnership con Bertelsmann. Nei servizi museali Mondadori ha acquisito, tramite la controllata Elemond, i punti vendita del Cenacolo Vinciano e della Pinacoteca di Brera a Milano, della Domus Aurea e delle Terme di Caracalla a Roma.
PARAVIA – BRUNO MONDADORI. Nuovo atto nel processo di concentrazione dell’editoria scolastica. Alla fine di settembre 1999 Edizioni Bruno Mondadori e G.B. Paravia & C. hanno approvato il piano che prevede l’integrazione delle rispettive attività editoriali nella «Paravia-Bruno Mondadori editori Spa», società posseduta pariteticamente. La nuova società, 160 miliardi di fatturato, operativa dal l gennaio 2000, amministratori delegati Roberto Gulli e Tancredi Vigliardi Paravia, ha una finalità di carattere strategico, ovvero quella di raggiungere una dimensione che le permetta di competere in un settore come quello della scolastica dove la concorrenza si sta facendo più forte. Paravia Bruno-Mondadori, che raccoglie le sigle Paravia, Elmedi, Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori, Bruno Mondadori, Archimede Edizioni, Scriptorium e quelle già facenti parte di attività comuni, Lang Edizioni e Paramond, si dovrebbe collocare alle spalle di Mondadori, Rizzoli e Zanichelli, con una quota di mercato di circa il 10%.
PICCOLI EDITORI. Piccoli editori o editori piccoli? La distinzione ormai è doverosa: gli editori piccoli sono coloro che hanno tenuto, che sono riusciti a costruirsi una propria immagine e una propria redditività a dispetto di un mercato sempre più difficile per aziende di piccole dimensioni; gli altri sono «piccoli» in tutti i sensi e, per loro, il futuro si fa sempre più difficile. Nel 1999, fra gli «editori piccoli» con un ruolo nel mercato dobbiamo ricordarne diversi. DONZELLI, che ha ripreso il trend di crescita che lo porta quest’anno a 2,5 miliardi dopo la caduta degli anni scorsi, vittoria al Viareggio con Portelli; E/O, fatturato 2 miliardi (incremento tra il 10% e il 15 %) e un nuovo Christa Wolf in uscita a fine 1999; FANUCCI, fatturato ben oltre i 3 miliardi ( + 30%) con buon incremento in GDO e in librerie mass-market; FAZI, fatturato 2 miliardi circa, stabile, buona visibilità in libreria, nuova collana di narratori italiani, qualche titolo che ha avuto risonanza, dopo il calo fisiologico delle vendite di John Fante, come Eureka Street di McLiam Wilson; il GAMBERO ROSSO, fatturato l ,5 miliardi e uno strepitoso incremento del + l 00 %; MELTEMI che raggiunge un miliardo di fatturato (+50% ) ; MINIMUM FAX, fatturato 800 milioni (+25% ), presente in numerosi festival con spettacoli e letture, ha acquisito i diritti per tutto Carver; MARCOS Y MARCOS, fatturato 1,7 miliardi, leggero incremento e rese ancora inferiori al 20%.
PIEMME. Dopo il grande balzo tra 1997 e 1998 (+48% ), anno di consolidamento per Piemme, uno dei fenomeni editoriali di questi ultimi anni, che prevede di chiudere il 1999 a 102 miliardi. 221 novità, 205 ristampe, nelle primissime posizioni dell’editoria per ragazzi, che rappresenta il 45% del fatturato, Piemme ha in carnet nella varia non-ragazzi diversi bestselleristi come De Mello (oltre 600.000 copie complessive dei vari titoli nel corso degli anni) e Hancock che con Il mistero del sacro Graal ha superato nel corso degli anni le 100.000 copie. Convinta dell’importanza di una strategia promozionale e di marketing molto decisa ma che guarda lontano (la promozione della collana «il battello a vapore» ha fatto scuola, mentre i consistenti investimenti per il lancio della Marinina sui primi titoli hanno dato risultati pare al di sotto delle aspettative, ma andrebbero considerati in funzione degli oltre 15 titoli acquistati), la casa editrice di Casale ha investito nel 1999 10,5 miliardi in pubblicità.
POLIGRAFICO DELLO STATO. Storia infinita, quella dell’opera di riordino dell’istituto di Piazza Verdi, lasciato in un caos contabile che ha messo in difficoltà la società di revisione cui è stato affidato il compito della certificazione dei conti del 1998. Intanto si è proceduto con tagli qua e là (200 dipendenti in meno, riduzione delle ore di straordinario, drastica riduzione delle commesse esterne e delle prestazioni professionali) che hanno ridotto le perdite da 600 miliardi del 1997 a 190 miliardi. Ma i veri problemi sono altri: in primis quale debba essere il ruolo del Poligrafico. Cosa hanno in comune, infatti, biglietti della lotteria, carte valori, banconote, Gazzetta Ufficiale, Editalia e Cartiere Miliani di Fabriano, solo per citare alcune delle attività e della galassia di controllate dall’Istituto sul quale, fra l’altro, si sono posati gli occhi della commissione antitrust UE in quanto molte di queste attività sono ampiamente in odore di monopolio?
In secondo luogo il riassetto finanziario: i debiti iscritti allo stato patrimoniale sono quasi 1.300 miliardi (più del doppio del patrimonio netto e di gran lunga più del fatturato, circa 850 miliardi nel 1998); di questi, 670 sono costituiti da debiti verso le banche aumentati, in un anno, di 500 miliardi. Circa la metà dei debiti è servita per coprire quelli della Cartiere Miliani di Fabriano, gli altri per il risanamento delle controllate come Editalia, che ha chiuso il 1998 con 83 miliardi di perdita. Occorrerebbe, secondo alcuni osservatori, risolvere il problema dei 2.000 esuberi (1.800 sarebbero prepensionabili) su 5.000 dipendenti e ridisegnare l’organizzazione dell’Istituto per avviarne la trasformazione in Spa. Lo Stato si è impegnato a versare 80 miliardi all’anno per 20 anni per sostenere la ristrutturazione finanziaria: neanche l’ombra della privatizzazione, quindi, per un’azienda che – usando le parole di un osservatore – «fa tutte cose che potrebbero tranquillamente essere fatte dal settore privato: ma le fa con una storica eccedenza di personale e una ammirevole inefficienza di gestione». Rimane poi da spiegare al nuovo commissario Ue Mario Monti come si pensa di trasferire queste risorse senza trasgredire l’attuale legislazione comunitaria contro gli aiuti di Stato. Fino a ottobre 1999 il governo non ci aveva ancora pensato.
RCS LIBRI. La società controllata da RCS Editori ha chiuso in crescita il 1998 con un fatturato complessivo, che include le società controllate, di 692,6 miliardi: 187,6 miliardi dalla divisione Libri; 174,4 miliardi dai Fascicoli Italia; 146,3 miliardi dai Fascicoli estero; 167 miliardi dalla Scolastica e 17,3 miliardi da altre aree. Risultato operativo positivo per 16,1 miliardi e un utile netto di 1,7 miliardi. La semestrale 1999 indica per RCS Libri un incremento del fatturato consolidato del 10%, con 334 miliardi di ricavi.
Insieme all’attività di riorganizzazione (la divisione Libri di RCS Libri è ora organizzata per sigle e non più per generi) e razionalizzazione (che ha previsto 55 esuberi) si prosegue nei piani di sviluppo del business: Libri, Fascicoli e Scuola. Per la Libri, Rizzoli e Bompiani in particolare, è stato un anno piuttosto soddisfacente: nella top ten delle strenne 1998, Evans (che, anche grazie al film, vende 200.000 copie nei tascabili de L’uomo che sussurrava ai cavalli), Biagi, Clancy che si manterranno in classifica nei primi mesi dell’anno successivo; arriveranno poi, fra gli altri, Dacia Maraini (vincitrice dello Strega), Baricco con City, Camilleri con La mossa del cavallo, un nuovo Clancy, Reichs, Coelho. Inoltre Ermanno Rea vince il Campiello e la BUR festeggia, in aprile, i cinquanta anni di attività. Nella scolastica si iniziano a sentire gli effetti della acquisizione del gruppo Tramontana e viene creata una divisione, Università & Professioni, per razionalizzare l’attività di La Nuova Italia e di Etas e rilanciare Sansoni.
A maggio, via libera dell’antitrust per la joint venture con B Direct Marketing di Silvano Boroli (ex De Agostini): la nuova società, RED Rizzoli Direct si occupa della vendita per corrispondenza di prodotti editoriali. Sempre nel 1999 parte il piano di totale rinnovamento della Libreria milanese di Galleria Vittorio Emanuele, «flagship» della catena (inaugurata in novembre); prende il via in ottobre la nuova catena di librerie in franchising Rizzoli Store (che punta, implicitamente, all’apertura di qualche decina di punti vendita: la prima, in ottobre, a Milano) ed è varato un piano di espansione, con punti vendita ad hoc, nei centri commerciali. In ottobre Rcs Libri sigla un accordo con Rba Collecionables (li gruppo Rba prevede di chiudere il 1999 con 500 miliardi di fatturato), editrice spagnola attiva nei fascicoli, che entrerà con il 50% nel capitale di Ediciones Orbis, controllata al 100%, fino a questo momento, da RCS Libri: obiettivo, la pubblicazione in joint venture in paesi europei ed extraeuropei dei prodotti Rba pubblicati sul mercato spagnolo. Infine, in novembre, l’acquisto del catalogo Rusconi Libri e del ramo di editoria scolastica di McGraw Hil Libri Italia.
Ma a Romiti e alla RCS Editori (che controlla RCS Libri) interessano soprattutto Internet e la tv non generalista, dalle quali i libri potrebbero ricevere un’importante amplificazione promozionale: a settembre nasce RCS Web (affidata a Ciro Calvanese), un’unità di business espressamente dedicata a internet con l’obiettivo di creare traffico e audience attraverso tutti i contenuti editoriali del gruppo. Pochi giorni dopo prende forma un accordo con Infostrada (Mannesmann) che prevede la fornitura di contenuti e la consulenza per il portai di Italia On Line (provider del gruppo di telefonia), lo sviluppo dell’attività online per i periodici e le sigle editoriali di RCS, il commercio elettronico. Sul fronte televisivo, invece, Rizzoli ha sottoscritto a settembre un accordo con RaiSat (i canali tematici satellitari della Rai) per fornire contenuti editoriali (con una possibile partecipazione azionaria a RaiSat compresa tra il 3 % e il 5 % ) e, parallelamente, un contratto con Tele+ (già partner di RaiSat, che trasmette sulla sua piattaforma digitale) per altre collaborazioni.
RUSCONI LIBRI. Dopo una prima cessione del 10% (novembre 1998), Rusconi Editore (360 miliardi di fatturato) passa definitivamente nelle mani del gruppo Hachette Filipacchi Médias (società controllata da Lagardere) che a febbraio 1999, con un’operazione stimata tra i 280 e i 295 miliardi di lire (non è stato reso pubblico l’ammontare della transazione), porta la sua quota a190%. È un avvenimento a suo modo epocale nel settore dei periodici perché per la prima volta un gruppo straniero (203 testate in 30 paesi, un fatturato di 4.430 miliardi nel 1998) occupa una posizione leader di mercato in Italia, alle spalle di Mondadori e RCS. Di Rusconi Libri non si parla fino a quando Bernard Mellano, nuovo presidente e amministratore delegato di Rusconi Editore, non illustra la «cura» Hachette: ristrutturazione, taglio dei costi per mirare a un 10% di utili, e cessione – in luglio – della Rusconi Libri alla Opportunity books (55 miliardi di fatturato netto del gruppo nel 1998) di Salvatore Caimi (che stima perdite per Rusconi Libri tra i 700 e gli 800 milioni all’anno), leader nella compravendita di libri a stock, proprietario di alcune sigle di «libri nuovi a metà prezzo» e di alcune librerie. Mellano specifica che la vendita di Rusconi Libri (stimata intorno ai 4 miliardi) riguarda la cessione del magazzino (1.940.000 copie) e la possibilità per Caimi di editare libri con il marchio Rusconi per i prossimi dieci anni «con l’assicurazione che si tratti di libri consoni alla tradizione Rusconi». L’effettiva proprietà del catalogo (900 titoli, fra i quali quelli di Tolkien), per il quale pare si siano battute Messaggerie, Mursia, Fiemme, passa però velocemente di mano; a novembre Caimi lo cede – per una cifra non precisata – a RCS Libri che pare voglia destinare i titoli migliori al catalogo Bompiani. Infine, in ottobre dovrebbe raggiungere il gruppo riminese Sergio Colleoni, già direttore commerciale e marketing di Mondadori.
IL SAGGIATORE – MARCO TROPEA – PRATICHE. Al terzo anno di vita il gruppo il Saggiatore compie un salto notevole passando dai 18 miliardi fatturati nel ” 1998 ai 26 miliardi del 1999 con un incremento del 40%, così ripartiti: 12 miliardi il Saggiatore (+30%, 35 novità); 10,5 miliardi Tropea (+ 33%, 26 novità), 3,5 miliardi Pratiche (nessun incremento) ; 23 novità per la sigla di tascabili EST. Abbandonato il modello distributivo mondadoriano, nel 1998 il gruppo è tornato al metodo tradizionale registrando una media delle rese del 32%. Fra gli autori di spicco, per il Saggiatore, Zichichi (verso le 100.000 copie) e Selvadurai (24.000 copie); per Pratiche, Sansot con Sul buon uso della lentezza (30.000 copie); per Tropea, Pérez-Reverte sia con Il maestro di scherma sia con Il Club Dumas (35.000 copie il primo, 15.000 il secondo solo nel 1999). Nei programmi, molta narrativa (che ha trovato conferma anche in una sigla tradizionalmente di saggistica come il Saggiatore), maggiore apertura ai romanzi storici per Tropea e una particolare attenzione verso i nuovi autori. Il Saggiatore, infine, ha varato una collana di otto titoli che riprenderanno i temi della trasmissione televisiva di Rete 4 La macchina del tempo, condotta da Alessandro Cecchi Paone: il primo titolo, firmato proprio da Cecchi Paone, pare sia stato prenotato in 45.000 copie.
SELLERIO. Tre anni di rapida risalita per la casa editrice palermitana passata da 3,5 miliardi di fatturato nel 1997 (anno di forte flessione rispetto ai precedenti) a 13 miliardi nel 1998 e a 15 miliardi nel 1999. Molto è da attribuire all’ «effetto Camilleri», tanto che Sellerio si potrebbe oggi definire come una casa editrice doppia: da una parte l’autore-marchio (diritti venduti in 14 paesi), i cui 12 titoli in catalogo (molti dei quali ospiti fissi delle classifiche) hanno venduto complessivamente circa 2 milioni e mezzo di copie, dall’altra gli oltre 1.300 titoli in catalogo (90 le novità nel 1999).
La casa editrice palermitana ha però ritrovato il suo smalto non solo per Camilleri. Consideriamo due dati interessanti: il primo è che fra il 35% e il 40% dei volumi di Camilleri sono smerciati in grande distribuzione, fatto che ridimensiona la quota dell’autore nel fatturato complessivo; il secondo è che a agosto 1999 il fatturato dei libri «non Camilleri» è stato di 3,6 miliardi, pari al fatturato complessivo del 1997 (quando Camilleri ancora non esisteva come fenomeno), e quindi con una prevedibile crescita nel terzo quadrimestre 1999. In questi anni, insomma, Sellerio ha scelto meglio autori e titoli, togliendosi dalle secche di una proposta troppo spesso di modesto interesse che aveva provocato una certa disaffezione di pubblico e librai. Se è innegabile che esista un effetto traino del successo dell’autore siciliano, questo effetto ha però trovato modo di esprimersi per le disponibilità di nuovi titoli di qualità e «leggibili» come quelli di Penelope Fitzgerald (25.000 copie complessive in due anni), Lucarelli, Piazzese, e per il rilancio di un autore di valore come Dovlatov – solo per fare alcuni esempi – che hanno trovato tutti una buona risposta di pubblico, e sono perciò alla base dei piani per il futuro di una casa editrice che, non investendo in pubblicità, si affida soprattutto al passaparola e alla promozione in libreria (soddisfacenti i risultati della campagna di giugno su 6 titoli di giallistica – un quaderno in regalo a chi comprava due libri – che ha mosso circa 5.000 copie per titolo) e si sta già preparando al dopo-Camilleri.
TOURING. Il Touring Club Italiano ha chiuso il 1998 con un fatturato di 135 miliardi (+4 %), e 530.000 soci, diecimila in più rispetto all’anno precedente. Importante il peso del settore editoriale i cui ricavi sono stati di 40,2 miliardi (+ 14,2%).
SPERLING & KUPFER – FRASSINELLI. li gruppo Sperling & Kupfer (che comprende i marchi Sperling & Kupfer, Sperling Paperback, Sperling Seria! e Frassinelli) chiude il 1999 a 7 4 miliardi, confermando la crescita dei suoi autori-marchio come la Steel, Mary Higgins Clark, Cook e soprattutto di quelli che passano (alcuni di gran lunga) le 100.000 copie come Altea, King, Sveva Casati Modignani. La gestione di questi «pezzi da novanta» avviene in modo integrato su trade, hardcover e paperback consentendo uno sfruttamento razionale dei titoli attraverso una gestione strategica dei tascabili, la presenza in libreria sia di hardcover sia di paperback di uno stesso autore e, non ultimo, la gestione dei vari prodotti in grande distribuzione.
Buona anche la performance delle collane «Continente desaparecido» e «Tibet» che, nate nel 1997, propongono un’immagine di Sperling non legata solo alla narrativa di grande consumo. Restando in campo Sperling, sono previsti sviluppi per Sperling Seria!, la sigla che ha esordito con Il miglio verde di King e che ora resterà il mass-market con Dune, recentemente acquistato.
Buon risultato nel 1999 per Frassinelli che, cercando un rapporto più stretto fra narrativa di qualità e mercato, ha in carnet autori come Delerm, Sparks, il Montalban saggista di O Cesare o nulla (23 .000 copie vendute), il promettente Fois (ben venduto all’estero) e numerosi interessanti autori stranieri come Melissa Bank: la sigla chiude il 1999 a 11 miliardi, con un incremento stimato tra il 15% e il 20%.
UTET. Con la fine del 1998 si è perfezionata la modifica dell’assetto societario del gruppo editoriale Utet, che ha visto l’uscita della famiglia Firpo, azionisti storici. La maggioranza resta nelle mani della famiglia Merlini, ma una quota di rilievo è stata acquisita da una cordata bancaria composta da San Paolo-Imi, Efibanca, Fondo chiuso BNL e Mediocredito Lombardo. In maggio scompare Gianni Merlini, presidente della Utet. Nel 1999 la casa editrice, secondo alcuni operatori, attraversa un periodo non facile: una lieve flessione di vendite sia nella rateale sia nel canale libreria, e una drastica riduzione degli organici: a ottobre sono state avviate le procedure per il prepensionamento di 55 dei 65 lavoratori poligrafici (55 impiegati, 10 quadri), ritenuti in esubero. Il piano di rilancio prevede investimenti per 9 miliardi circa e l’ingresso in Borsa entro la fine del 2001, data entro la quale gli istituti bancari soci della casa editrice dovranno dismettere le proprie quote.
In ottobre, tuttavia, il bilancio di esercizio chiuso il 31 marzo 1999 indica un utile consolidato in progresso (12,1 miliardi contro i 5,7 dell’esercizio precedente), un cash flow che sale da 14,8 miliardi a 25,7 miliardi; cala il fatturato netto del gruppo da 296 a 282,8 miliardi, ma bisogna considerare varie operazioni societarie: l’uscita dall’area di consolidamento della «varia» Garzanti, ceduta nell’ottobre 1998 per il 70% a Garzanti libri; l’acquisizione – tramite Petrini – della scolastica Garzanti, nonché di Theorema Libri e altri marchi di scolastica del gruppo D’Adamo.

I premi e i premiati 1999
ACCADEMIA NAZIONALE DEI LINCEI. Maria Corti; Giorgio Bàrberi Squarotti.
ALASSIO 100 LIBRI. Maurizio Maggiani, La regina disadorna, Feltrinelli (Un autore per l’Europa); Giuseppe Laterza & Figli (Un editore per l’Europa).
ALDO SPALLICCI. (Poesia). Maurizio Cucchi, I.: ultimo viaggio, Mondadori. ALGHERO DONNA. Anna Maria Mori e Melida Milani, Bora, Frassinelli (narrativa); Cristina di Lagopesole, Il libro del pellegrino, Lacaita (poesia).
AMERICAN ACADEMY AWARDS OF ARTS AND LETTERS. Umberto Eco; Wislawa Szymborska; Frank Kermode.
ACQUI TERME. Paul Ginsborg, L’Italia del tempo presente. Famiglia, società civile e Stato 1980-1996, Einaudi (storia); Antonio Gibelli, La grande guerra degli italiani 1915-1918, Sansoni (divulgazione); Vittorio Foa, Lettere della giovinezza, Einaudi (premio speciale); Cesare Romiti (Testimone del tempo 1999).
BALZAN. John Elliot (storia); Paul Ricoeur (filosofia); Mikail L. Gromov (matematica); Luca Cavalli Sforza (genetica).
BANCARELLA. Maurizio Maggiani, La regina disadorna, Feltrinelli (premio rifiutato dall’autore); Raffaele Nigro, Adriatico, Giunti; Franco Piccinelli, L’ultimo appello, Edizioni Il punto; Nicholas Sparks, Le parole che non ti ho detto, Frassinelli; Catherine Dunne, La metà di niente, Guanda; Ken Follett, Il martello dell’eden, Mondadori.
BAGUTTA. Fabio Carpi, Patchwork, Bollati Boringhieri.
BOCCACCIO. Mario Luzi, La passione, Garzanti, e per l’opera completa pubblicata nei Meridiani Mondadori.
BOOKER PRIZE (Uk). J. M. Coetzee, Disgrace, Secker & W.
CALVINO (inedito). Ex aequo, Luisa Carnielli, La lotteria; Paola Mastrocola, La Gallina.
CAMPIELLO. Ermanno Rea, Fuochi fiammanti a un’hora di notte, Rizzoli (Supercampiello); Maria Corti (premio speciale per la carriera). CAPALBIO ECONOMIA. Federico Rampini, Per adesso. Intervista a Carlo De Benedetti, Longanesi.
CASTELLO (narrativa per ragazzi, saggistica). Guido Quarzo, Clara va al mare, Salani (narrativa); Gustavo Pietropolli Charmet, Segnali d’allarme. Il disagio durante la crescita, Mondadori.
CHIARA. Claudio Magris (premio alla carriera).
CROTONE. George Steiner, Errata, Garzanti.
DESSÌ. Sandro Onofri, L’amico d’infanzia, Mondadori.
DIPLOMA DI PRIMA CLASSE (per benemeriti di cultura e arte, assegnato con decreto del Presidente della Repubblica). Fernanda Pivano. ELSA MORANTE. Michele Prisco, Gli altri, Rizzoli.
ESTENSE. Ex aequo a Giuseppe Pederiali, Padania Felix, Diabasis; Paolo Mieli, Le storie, la storia, Rizzoli.
GAETA (letteratura di viaggio). Franco Marcoaldi, Prove di viaggio, Bompiani (saggistica); Donatello Bellomo, La settima onda, Sperling & Kupfer (narrativa); Matteo Pennacchi, Il grande sogno. Il giro del mondo senza un soldo In tasca, Piemme (opera prima).
GONCOURT. Jean Echenoz, Je m’en vais, Minuit.
GRINZANE CAVOUR. Aurelio Picca, Tuttestelle, Rizzoli (Supergrinzane, premio delle giurie scolastiche); Sergio Givone, La favola delle ultime cose, Einaudi; Fabrizia Ramondino, L’isola riflessa, Einaudi (narrativa italiana); Rosa Matteucci, Lourdes, Adelphi (narratore esordiente); Andrew Miller, Il talento del dolore, Bompiani; Jean Rouand, Il mondo pressappoco, Sellerio; D. J. Taylor, L’accordo Inglese, Sellerio (narrativa straniera); VS. Naipaul (premio internazionale «Una vita per la letteratura»); Maria Luisa Spaziani (traduzione).
HANBURY. Giorgio Bertone, Lo sguardo escluso, Interlinea
HEMINGWAY. Paola Capriolo, TI sogno dell’agnello, Bompiani (narrativa); Fernanda Pivano (premio speciale «Ernest Hemingway»).
I L BATTELLO A VAPORE (1998 ). Anson Labick, L a strada del guerriero.
INTERNATIONAL PRIZE (prima edizione, Buchmesse 1999). Furio Monicelli, Lacrime impure, Mondadori.
ISCHIA-MORANTE. Andrea Camilleri, La mossa del cavallo, Rizzoli (narrativa); Giovanni Giudici, Onegin, Garzanti (traduzione); ex aequo Philippe Sollers, Il Mirabile Casanova, il Saggiatore; Giorgio Ficara, Casanova e la malinconia, Einaudi (saggistica).
KARL POPPER (Austria, premio internazionale per la cultura). Susanna T amaro, Paul Auster, Rolf A. Stein, Isabel Allende.
L’ ALBATROS. (per la letteratura eli viaggio). Tiziano Terzani, In Asia, Longanesi; Cino Boccazzi, La bicicletta di mio padre, Neri Pozza (premio speciale).
LUCCA COMlX. (per i fumetti). Lorenzo Mattotti (sceneggiatore italiano); Lorenzo De Angelis (disegnatore italiano); Dave McKean (sceneggiatore estero); François Schuiten (disegnatore estero); Puntozero (casa editrice italiana); Ghost world (miglior libro sul mercato italiano); Giuseppe Zironi (nuovo autore italiano); Guido Crepax (premio alla carriera, italiano); Carmine Infantino e Jerry Robinson (premio alla carriera, estero).
MARINO MORETTI. (saggistica). Francesco Orlando (saggistica); Luca Zuliani e Paola Italia (ex aequo per la filologia).
MEDAGLIA GOETHE (Germania). Pietro Citati.
MOEBIUS MULTIMEDIA CITTÀ DI LUGANO. Omnia Junior. Base Terra, De Agostini Multimedia (educazione e formazione permanente); Life Support ‘99, Piccin Nuova Libraria (scienza, tecnica e medicina); Viaggio Virtuale, Altair4/Mondadori New Media (cultura, arti e lettere)
NOBEL PER LA LETTERATURA. Gunter Grass.
NONINO. Jorge Semprun (maestro del nostro tempo); Adonis (per la letteratura) ; Claudio Abbado (premio Nonino).
PALAZZO AL BOSCO. Sergio Givone, La favola delle ultime cose, Einaudi. Non assegnato il premio per l’inedito.
PEN CLUB ITALIANO. Mario Rigoni Stern, Sentieri sotto la neve, Einaudi.
PENNE. José Saramago.
PRIX MÉDITERRANÉE. Jean Daniel, Avec le temps, Grasset (autore francese); Pietro Citati, La lumière de la nuit, Gallimard (autore straniero)
PULITZER PRIZE PER LA NARRATIVA (Usa). Michael Cunningham, The Hours, Fourth Estate (traduzione italiana: Le ore, Bompiani).
STREGA. Dacia Maraini, Buio, Rizzoli.
STRESA. Maurizio Maggiani, La regina disadorna, Feltrinelli.
URANIA (1998). Franco Ricciardiello, Ai margini del caos, Mondadori.
VIAREGGIO. Ernesto Franco, Vite senza fine, Einaudi (narrativa); Alessandro Portelli, L’ordine è stato eseguito, Donzelli (saggistica); Patrizia Cavalli, Sempre aperto teatro, Einaudi (poesia); Gino Strada, Pappagalli verdi. Cronache di un chirurgo di guerra, Feltrinelli (Premio internazionale Viareggio Versilia per la pace).
VITTORINI. Giuseppe Montesano, Nel corpo di Napoli, Mondadori; Maria Corti, Catasto magico, Einaudi (saggistica).

LIBRI, INDAGINI, RAPPORTI SULLA CULTURA LIBRARIA E MULTIMEDIALE
Editoria, mercato, economia de/ libro e della cultura
Audiobooks 99 – Special report, di T rudi M. Rosenblum, in «Publishers» Weekly, June 7, 1999.
Cambia l’editoria libraria. Confini e ruoli da ridefinire nella rete del valore, di Paola Dubini, Cinzia Parolini, in «Economia & Management», n. 5-1999, Etas, 1999.
Catalogo dei tascabili, a cura di Giuliano Vigini, Editrice Bibliografica, 1999.
Catalogo dei premi letterari italiani, Editrice Bibliografica, 1999. Distribuire libri, di Maddalena Giordani, Editrice Bibliografica, 1999. Economia aziendale per le attività culturali, di Paola Dubini, Etas, 1999. Economia dei quotidiani, di Franco Mosconi, Il Mulino, 1998. Il lavoro editoriale, di Dario Moretti, Laterza, 1999.
Il marketing librario, di Settimio Paolo Cavalli, Editrice Bibliografica, 1999. Il sostegno comunitario all’industria editoriale: rassegna dei progetti europei, a cura di Pierfrancesco Attanasio, AIE, 1999.
La formazione è lavoro. Occupazione e fabbisogni formativi nell’editoria europea, di Laura Novati, in «Giornale della Libreria», novembre 1998.
La politique culturelle en Italie. Rapport d’un groupe d’experts europeens, a cura di Christopher Gordon, Consiglio d’Europa, 1999. La produzione libraria nel 1998. Dati provvisori, ISTAT, 1999.
Manuale dell’antilibro. Etica e didattica per l’autoproduzione di un libro di carta nell’era digitale, di Francesco Pirella, Marietti, 1999. Manuale di scrittura creatina. Per un antidoping della letteratura, di Filippo La Porta, Minimum Fax, 1999.
Premi e contributi per le traduzioni all’estero e in Italia, a cura di Laura Novati, AIE, 1999.
Rapporto sull’editoria italiana, di Giuliano Vigini, Editrice Bibliografica, 1999.
Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia, a cura di Giovanni Peresson, AIE, 1999. (reperibile su www.aie.it)
Riviste anni ‘90. L’altro spazio della nuova narrativa, di Piergiorgio Pallavicini, Fernandel, 1999. (Uno studio sulle riviste letterarie)
Trovar lavoro in editoria (nuova edizione), di G. Berzon, P. Bertini, S. Sordi, Editrice Bibliografica, 1999.
Un mercato da 6.200 miliardi. Riclassificazione del mercato librario italiano, di Giovanni Peresson, in «Giornale della Libreria», giugno 1999.

Storia dell’editoria
Bibliografia e sociologia del testi, di Donald F. McKenzie, Edizioni Sylvestre Bonnard, 1999.
Biblius. Libro dei libri, di Giovanni Feliciani, Bibliosofica, 1999. Catalogo storico BUR, a cura di Laura Tarantini, Rizzoli, 1999.
Center for the History of Print Culture, http://slisweb.lis.wisc.edu/printcul/index.html
Cultura scritta e società, di Roger Chartier, Edizioni Sylvestre Bonnard, 1999.
Dall’editoria moderna all’editoria multimediale. Il testo, l’edizione, la lettura dal Settecento a oggi, di Alberto Cadioli, Unicopli, 1999. Gli archivi editoriali: studi e prospettive di ricerca, a cura di Gianfranco
Tortorelli, Patron, 1998.
History o/ the Book, http://www.ukans.edu/bookist
Il Grande Affare dei Lumi. Storia editoriale dell’Encyclopédie 1775-1800, di Robert Darnton, Edizioni Sylvestre Bonnard, 1998. I libri proibiti. Da Gutenberg all’ Encyclopédie, di Mario Infelise, Laterza, 1999.
L’elenco. Censura fascista, editoria e autori ebrei, di Giorgio Fabre, Zamorani, 1998.
La mediazione editoriale, a cura di Alberto Cadioli, Enrico Decleva, Vittorio Spinazzola, il Saggiatore/Fondazione Mondadori, 1999.
Libri, giornali e riviste a Milano. Storia dell’innovazione nell’editoria milanese dall’Ottocento a oggi, a cura di Fausto Colombo, Abitare Segesta, 1999.
Louis Hachette, di Jean-Yves Mollier, Fayard, 1999.
Pensare i libri. La Casa editrice Einaudi dagli anni trenta agli anni sessanta, di Luisa Mangani, Bollati Boringhieri, 1999.
Poeta e di poeti funzionario. Il lavoro editoriale di Vittorio Sereni, di Gian Carlo Ferretti, il Saggiatore/Fondazione Mondadori, 1999.
Scrittura e libertà. Il Saggiatore 19 58-1998. Catalogo generale. A cura di Alberto Cadioli, Giulio Giorello, Alessandro Nova. Saggi di Roger Chartier, Stefan Germer, Klaus Herding, Giancarlo Rota, Carlo Sini, il Saggiatore, 1998.
Un secolo di libri, di Giovanni Ragone, Einaudi, 1999.

Internet, multimedia, commercio elettronico
Comunità on line reali e virtuali, «Telèma», n. 17/18 – estate/autunno 1999. Editoria, contenuti e servizi nell’economia digitale in Italia, a cura dell’Osservatorio sulle nuove tecnologie dell’informazione, Anee, 1999. Editoria scolastica e Internet. Usi e prospettive. Progetto Esperanto, a cura di Maria Ferraris, reperibile tramite l’Aie, 1999.
Finzione e realtà del mondo virtuale, «Telèma», n. 1 6, primavera 1999. Gettare la rete. Parole e realtà nell’epoca di Internet, «aut aut», 289-290, gennaio-aprile 1999, La Nuova Italia.
Il commercio diventa elettronico. Opportunità, esperienze e professioni per sviluppare il bus in ess dell’ e-commerce in Italia, a cura di Pier Franco Camussone, Alfredo Biffi, SDA Bocconi-Smau/Edipi, 1999.
Il commercio elettronico. Guida al marketing della vendita anti ne, di Giampiero Di Carlo, Etas, 1999.
Il mercato degli audiovisivi in Italia. Un’analisi strutturata per il periodo 1980-1996, a cura di F. Ricciardini, ISTAT, 1999.
Il progettista multimediale, di Luca Toselli, Bollati Boringhieri, 1998.
I: anno della svolta. Osservatorio sull’editoria multimediale, Guerini e Associati, 1999.
Le nuove figure professionall nel settore multimediale, di S. Campo dall’Orto, R. Circià, B. Ghiglione, Il Sole 24 Ore, 1999.
Le regole dell’economia dell’informazione, di Carl Shapiro, Hal R. Varian, Etas, 1999.
L’inganno multimediale, di Vincenzo Vita, Meltemi, 1998.
L’ipertesto, di George P Landow (nuova edizione), Bruno Mondadori, 1999. Lo stile del Web, di Franco Carlini, Einaudi, 1999.
Manuale di scrittura, di Domenico Firmonte, Ferdinanda Cremascoli, Bollati Boringhieri, 1999. (Saggio su scrittura e web, letteratura e nuovi media).

Biblioteche
Biblioteca e nuovi linguaggi, a cura di Omelia Foglieni, Editrice Bibliografica, 1998.
Biblioteche scolastiche: competenze richieste. Linee guida, di K. Sigrun, H. Dottir, AIE, 1999.
Costruire una biblioteca universitaria: sinergie per il progetto. Convegno nazionale, Trento, 13-14 novembre 1997, a cura di Paolo Bellini, AIE, 1999.
L’effondrement de la très grande Bibliothèque de France, di Jean-Marc Mandosio, Éditions de Encyclopédie des nuisances, Paris, 1999.
Legislazione delle biblioteche in Italia, di Paolo Traniello, Carocci, 1999. Public library: la biblioteca provinciale. Problemi di gestione e di formazione professionale. Convegno nazionale, Pescara, 24-25 settembre 1998, a cura di Dario D’Alessandro, AIB, 1999.
Indagini, rapporti, statistiche, commenti sui consumi culturali e sulla lettura
Behind the Story. Children ‘s Book Authors in Flanders and the Netherlands, di J. Linders, M. De Sterck, Ministerie van de Vlaamse Gemeenschap Administratie Cultur, 1998.
Cinema e letteratura presso i giovani liceali d’Europa, a cura del Premio Grinzane Cavour, 1999 (sondaggio su 6.000 ragazzi di sei capitali europee).
Edition, éditeurs, di Pierre Bourdieu, in «Acts de la recherche en sciences sociales», maggio 1999.
Et pourtant ils lisent, di Christian Baudelot, Marie Cartier, Christine Detrez, Seuil, 1999 (4 anni di indagine sulla lettura su 1.200 giovani dai 15 a 18 anni in Francia)
I consumi culturali degli italiani, di Giorgio Grossi, in Abacus, Italia al microscopio, Feltrinelli, 1999.
Il Belpaese dei non lettori, di Gian Arturo Ferrari, in «Il Sole 24 Ore», 14 febbraio 1999.
I libri per ragazzi. Rilevazione in famiglia, a cura della AC Nielsen, commissionato da The W alt Disney Co. Italia e AIE, 1999.
Junior ‘98. Indagine sui ragazzi dai 5 ai 13 anni, Doxa, 1998.
La generazione invisibile, a cura di Ilvo Diamanti, Il Sole 24 Ore, 1999 (indagine sui consumi giovanili)
L: annuario del turismo 1999, a cura del Centro studi del TCI, Touring Club Italiano, 1999.
Letteratura per ragazzi in Italia. Rapporto annuale. Contiene l’inchiesta Doxa «l ragazzi critici letterari», Piemme, 1999.
Libri quotidiani. I termini dell’intesa, di Marco Santoro, Liguori, 1998 (saggio e indagine sulle recensioni di libri sui quotidiani)
L’industria della comunicazione in Italia. Mercati locali, mercati globali, a cura della Fondazione Rosselli – Istituto di Economia dei Media, Guerini e Associati, 1999.
Preferisco leggere. Indagine sulla lettura tra i ragazzi di una scuola media, di Bianca Maria Paladino, Comune di Avellino/Libreria Dante & Descartes, 1999.
Rapporto sull’Italia. Edizione 1999. Lo «stato di salute» del Paese, a cura dell’ISTAT, Il Mulino, 1999.