a cura di Maria Villano
«Ritornando al discorso che avevo in animo di farLe, e che in parte ho già fatto per quanto riguarda il lato contingente dei nostri rapporti, concludo il medesimo che sarei lieto in avvenire di avere con Lei o con i rappresentanti della Sua casa dei larghi scambi di vedute che permettano una serena divisione del nostro campo di lavoro che si presenta aperto a tutte le oneste intraprese culturali, nella fiducia che una collaborazione di più ampio respiro permetta alle nostre due Case di procedere per un lungo e faticoso cammino con unità d’intenti per il bene degli Italiani».
(Giulio Einaudi ad Arnoldo Mondadori, 23 febbraio 1946)
Obiettivo di questo numero di Qb on line è fornire qualche spunto di approfondimento sulla storia dei rapporti editoriali tra Einaudi e Mondadori, con l’intento, rimossa la coltre che ricopre e appanna l’immagine della storia raccontata dalle carte, di restituire almeno l’impressione della complessità e dello spessore dei progetti – diversi ma per alcuni aspetti complementari – che, dalle origini, hanno animato i due editori e fondato due istituzioni della cultura italiana.
Argomento molto dibattuto e spesso centrale nelle ricognizioni sulla storia più recente dell’editoria italiana è stato infatti il rapporto tra due delle maggiori case editrici del nostro Paese. In tempi più remoti identificate nelle figure dei due «editori protagonisti» che le hanno rette per molti anni, vengono spesso guardate come simboli di due modi antitetici di fare editoria (e dunque cultura).
La storia più antica delle due Case e dei loro rapporti, tuttavia, si è forse smarrita a causa delle ultime vicende che le hanno viste implicate: il colosso Mondadori – ormai stereotipo dell’editoria di consumo – che inghiotte e annienta Einaudi, storicamente emblema dell’editoria engagè.
Episodi di questa trama si trovano ricostruiti negli studi di Gian Carlo Ferretti (nella Storia dell’editoria letteraria in Italia. 1945-2003 e nel carteggio di Alberto Mondadori Lettere di una vita 1922-1975) e di Enrico Decleva, nonché in alcuni dei volumi che costituiscono la ricca bibliografia sulla casa editrice torinese, tra i quali, su tutti, il volume di Luisa Mangoni Pensare i libri. La casa editrice Einaudi dagli anni trenta agli anni sessanta.
Le fonti documentarie consultate sono conservate presso la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, che custodisce i carteggi tra le due case editrici nell’Archivio storico Arnoldo Mondadori editore, sezioni Arnoldo e Alberto Mondadori. È stato inoltre possibile accedere, grazie alla generosità di Roberto Cerati, alle carte dell’Archivio Einaudi depositato presso l’Archivio di Stato di Torino: il fascicolo intitolato alla casa editrice milanese all’interno della sezione Corrispondenza con enti in ordine alla cessione diritti conta quasi 2000 documenti tra lettere di Arnoldo e Alberto Mondadori, minute delle lettere di Giulio Einaudi e dei suoi collaboratori e bozze di accordi e contratti stipulati negli anni dalle due Case.
Si propone dunque qui una serie di spunti che potranno forse servire ad avviare ricerche più approfondite sui rapporti tra i due editori, soprattutto in relazione agli autori contesi, ai progetti editoriali che li hanno visti protagonisti e anche alle figure di professionisti e collaboratori che hanno storicamente esercitato fondamentali ruoli di mediazione tra le due case editrici.