Il Dopoguerra: 1946-1955
«Non è necessario che io Le dica quanto mi sia gradito il pensiero che le mie “Opera Omnia” siano accolte nella Sua Casa Editrice e non potrei augurarmi alcun’altra curatrice più coscienziosa, simpatica e competente della nostra amica comune Lavinia Mazzucchetti.
Spero pertanto fiducioso che la nostra nuova collaborazione possa realizzarsi nel più breve tempo possibile».
Con queste parole Thomas Mann esprime ad Arnoldo Mondadori la sua gioia per la ripresa dei contatti con la casa editrice e la sua approvazione sulla scelta di Lavinia Mazzucchetti come curatrice delle Opera Omnia.
Nei difficili anni che seguirono la fine della Seconda Guerra Mondiale si approfondiscono i contatti tra Thomas Mann e il suo editore italiano. Subito dopo aver ripreso la direzione della casa editrice, Arnoldo Mondadori informa lo scrittore che il lavoro all’edizione delle Opera Omnia stava proseguendo in modo solerte e che spera di vedere i frutti del lavoro nel più breve tempo possibile. I lavori preparatori consistevano fondamentalmente nell’affidamento del lavoro di edizione a germanisti competenti e nella scelta di traduttori esperti. Dal punto di vista prettamente editoriale concernevano la questione dei diritti d’autore, da discutere con la casa editrice Fischer in particolare per opere di Thomas Mann già uscite in Italia come La morte a Venezia, I Buddenbrook e La Montagna incantata.
Nella tradizione dell’Almanacco della Medusa, la casa editrice proseguiva la sua attività di divulgazione, facendo emergere il ruolo e il valore degli autori editi, nella convinzione che la diffusione della cultura tramite il libro fosse uno «degli elementi più importanti per una concreta ricostruzione spirituale». Nonostante impedimenti di natura tecnica, come la mancanza di materiale grezzo, gli alti costi di produzione, la distruzione degli stabilimenti nel Nord-Est e la difficile situazione economica in Italia, Mondadori comunicava a Mann il suo impegno nella «realizzazione di un alto progetto culturale» quale la pubblicazione delle Opera Omnia.
Lettera di Thomas Mann ad Arnoldo Mondadori, 18 febbraio 1946
Minuta di lettera della casa editrice Mondadori a Thomas Mann, 3 giugno 1946
Minuta di lettera della casa editrice Mondadori a Thomas Mann, 10 febbraio 1947
Lettera di Thomas Mann ad Arnoldo Mondadori, 3 aprile 1951
Lettera di Thomas Mann ad Arnoldo Mondadori, 28 maggio 1953
Saggi e Moniti all’Europa
La prima pubblicazione, realizzata già nel 1946, non ha riguardato l’opera squisitamente letteraria di Thomas Mann, bensì quella miscellanea di saggi di contenuto umanistico che non era stato possibile pubblicare otto anni prima.
Si tratta di contributi su eminenti rappresentanti della cultura mondiale, scritti nel periodo compreso tra il 1929 e il 1934, che hanno come comune denominatore una riflessione sul ruolo della cultura e sulla responsabilità dell’intellettuale moderno, che si pone come scopo la difesa e la divulgazione di valori universalmente umani. Nella nota introduttiva alla miscellanea, Lavinia Mazzucchetti fa riferimento non soltanto ai mezzi oltremodo limitati avuti a disposizione per realizzare l’edizione provvisoria, ma anche alle circostanze che ne avevano impedito la precedente. La Mazzucchetti rimanda inoltre all’edizione futura di saggi di contenuto etico-politico, volta a dare uno sguardo d’insieme sulla saggistica di Thomas Mann.
Con la collana “Orientamenti” Arnoldo Mondadori intendeva far conoscere opere di contenuto storico-politico profondamente significative, atte a stimolare un dibattito sui valori etici e politici rispetto agli avvenimenti drammatici che avevano caratterizzato la prima metà del XX secolo. Scopo della collana era fornire ai lettori italiani dei punti di orientamento che aiutassero a comprendere le grandi rivoluzioni e i cambiamenti politici e ideologici del mondo moderno.
Con il titolo Moniti all’Europa uscì nel 1947 nella collana “Orientamenti” una scelta di saggi di contenuto etico-politico di Thomas Mann, nei quali lo scrittore esortava le forze democratiche in Europa a prendere atto dell’involuzione ideologica in atto in Germania. La scelta dei saggi, la cui stesura va dal 1922 al 1945, dà un quadro eloquente sull’evoluzione politica di Thomas Mann, seguita alle sofferte Considerazioni di un impolitico del 1918. In un ciclo organico e completo Lavinia Mazzucchetti presenta al lettore italiano l’attività pubblicistica di Thomas Mann, cominciando dalla sua approvazione per la Repubblica di Weimar in Della Repubblica tedesca, un saggio che la germanista avrebbe voluto pubblicare in italiano già prima della Seconda guerra mondiale. Seguono, fra gli altri, Discorso tedesco. Un appello alla ragione del 1930, la relazione tenuta da Thomas Mann nella stessa sala Beethoven di Berlino, dove otto anni prima aveva tenuto il discorso sulla Repubblica. L’incidenza sempre più forte in Germania di seguaci del nazionalsocialismo lo aveva portato ad appellarsi alla tradizione democratico-umanistica della cultura tedesca e a difendere la socialdemocrazia. Il discorso fu disturbato da elementi nazionalsocialisti che costrinsero Mann a lasciare la sala da una porta secondaria. Tra i saggi del periodo del primo esilio, dal 1933 al 1938, spiccano Attenzione Europa del 1936, in cui Thomas Mann si batte per un umanesimo militante, senza tuttavia ancora prendere una posizione pubblica netta contro il nazionalsocialismo. Lo fa invece nel Carteggio all’inizio del 1937, la nota lettera al decano dell’università di Bonn che gli aveva tolto la laurea honoris causa a seguito della perdita della cittadinanza tedesca per motivi politici. Un testo che ebbe una grande risonanza in numerosi paesi e che divenne una sorta di manifesto dell’emigrazione. Con l’introduzione al primo numero della sua rivista dell’esilio «Mass und Wert», cui, tra gli italiani, ha collaborato anche Ignazio Silone, Mann passa ad un umanesimo militante attivo, che vede nella pubblicistica il mezzo per la divulgazione della verità e la difesa di valori democratici, ispirati all’umanesimo europeo. Di grande rilevanza etico-politica è anche la scelta del saggio Della certa vittoria della democrazia del 1938, prima relazione rivolta all’America, che contiene una forte denuncia dei drammatici sviluppi politici in Europa e nell’Africa del Nord. L’introduzione alla prima edizione americana de Attenzione, tedeschi, la raccolta dei radiomessaggi che Mann tramite Radio Londra inviò regolarmente in Germania durante la Seconda guerra mondiale, testimonia l’impegno dello scrittore durante tutto il corso della guerra. E, infine, La Germania e i tedeschi, discorso che Mann tenne nella Library of Congress nel maggio 1945, scritto, fra l’altro, durante la stesura del Doctor Faustus, nel quale Mann opera un’analisi critica di quei movimenti culturali e ideologici che avevano favorito l’ascesa del nazionalsocialismo in Germania.
Tra gli autori italiani, conosciuti personalmente da Thomas Mann e ai quali era stato legato anche da un profondo contatto spirituale e familiare durante l’esilio svizzero e americano, uscirono nella collana Golia, la marcia del fascismo di G.A. Borgese, un’opera molto apprezzata dall’autore tedesco, e Gli italiani quali sono di Carlo Sforza. Tra i non italiani furono pubblicati La rivoluzione del nichilismo di H. Rauschnigg, un’opera stimata da Thomas Mann e della quale propose la recensione nella sua rivista dell’esilio «Mass und Wert». Dal 1951 la collana smise di uscire, avendo assolto il suo scopo.
Le Opere Omnia e altre edizioni
L’ampio carteggio tra Thomas Mann e il suo editore italiano è incentrato essenzialmente sulle trattative per la realizzazione dell’edizione delle Opera Omnia, seguita da Thomas Mann con sentimenti di ansia nei momenti di stasi, di gioia all’uscita di nuovi volumi. Allo scrittore preme avvalorare la sua soddisfazione sulla scelta di Lavinia Mazzucchetti come curatrice dell’edizione, ma è anche particolarmente grato alla Mondadori per essere l’unica casa editrice, dopo la Fischer, a pubblicare la sua opera nella sua interezza:
«Da quando l’editore S. Fischer di Berlino pubblicò un’edizione, anch’essa in dieci volumi, delle mie opere, la cosa non è stata più fatta in nessun paese, e che ora ciò avvenga proprio in Italia, un paese cui fin da giovane mi son sentito così strettamente legato, dove ho vissuto spesso in qualità di ospite riconoscente e che anche nelle mie opere è un elemento che ricorre così spesso, rappresenta, per me una gioia particolare».
Un aspetto che è stato fonte di particolare soddisfazione per Mondadori, che, in una lettera a Mann, rimanda non soltanto all’importanza per la sua Casa Editrice della pubblicazione delle Opera Omnia, ma anche al loro «valore essenziale per la cultura italiana». In un’altra missiva, Mondadori assicura Mann che presterà «la massima cura nella realizzazione di quest’opera, che [considera] tra le iniziative più significative della [sua] Casa Editrice», considerato anche l’orgoglio di essere l’unico editore, dopo Samuel Fischer, a voler realizzare l’edizione delle Opera Omnia.
Il Doctor Faustus è stato il primo romanzo edito nelle Opera Omnia. La traduzione del romanzo, ricco di sfumature linguistiche e arcaismi, è stata eseguita da Ervino Pocar. Si trattava di un incarico impegnativo, che il traduttore però vide come grande onore e «coronamento dell’attività di traduttore» e segno di gratitudine nei confronti di Thomas Mann, in particolare «per aver propagato nell’etere parole confortanti durante l’ultimo terribile conflitto». Queste avevano «permesso di continuare a credere nei valori dello spirito e, in momenti in cui [si disperava] dell’umanità, [di resistere] in un mondo al quale era stato strappato via ogni tratto di moralità». La collaborazione tra Thomas Mann e Ervino Pocar, testimoniata da una copiosa e intensa corrispondenza, rese possibile la traduzione e la pubblicazione del romanzo già alla fine del 1949. Nel carteggio sono affrontati problemi legati alla traduzione, a volte molto impegnativa, di arcaismi e neologismi, con il precipuo intento di fornire una traduzione il più fedele possibile al testo di Thomas Mann. Il romanzo fu accolto con grande interesse da parte del pubblico italiano, tanto da superare in termini di tirature I Buddenbrook, il romanzo per il quale, nel 1929, Thomas Mann aveva vinto il Premio Nobel.
Lettera di Thomas Mann ad Alberto Mondadori, 21 marzo 1947
Minuta di lettera di Arnoldo Mondadori a Thomas Mann, 26 maggio 1948
Lettera di Thomas Mann ad Arnoldo Mondadori, 15 luglio 1948
Lettera di Thomas Mann ad Arnoldo Mondadori, 6 febbraio 1950
Lettera di Thomas Mann ad Arnoldo Mondadori, 3 aprile 1951
Copertina del volume Giuseppe il nutritore
Thomas Mann poté vedere realizzata soltanto una parte delle Opera Omnia. Dopo la sua morte sono stati pubblicati i Romanzi brevi e gli Scritti minori, questi ultimi una raccolta di saggi di vario argomento. Gli Scritti storici e politici, con un’introduzione di Alfred Andersch, erano invece già usciti nel 1953 in un’unica edizione. Per problemi legati ai diritti d’autore, La Montagna incantata poté uscire soltanto nel 1965. Le considerazioni di un impolitico sono state pubblicate soltanto nel 1967, ma non da Mondadori, dopo che erano uscite nuovamente nella Fischer. L’ampio carteggio, in particolare con Alberto Mondadori, testimonia la grande attenzione prestata da Thomas Mann all’accoglienza delle sue opere in Italia. Con soddisfazione registra la pubblicazione delle sue opere giovanili come Tonio Kröger e Tristano nella “Biblioteca Contemporanea Mondadori”, che le aveva rese accessibili a una cerchia più ampia del pubblico italiano. Anche se, a volte, l’accoglienza dei lettori italiani non ha risposto alle aspettative, come nel caso di Giuseppe il nutritore, quarto romanzo della tetralogia Giuseppe e i suoi fratelli, Thomas Mann non manca di esprimere la sua soddisfazione ogni qual volta ha nelle sue mani un altro volume delle Opera Omnia. In particolare per l’edizione in due volumi della tetralogia, laddove la gioia è tuttavia offuscata dalla morte del traduttore Bruno Arzeni:
«Questo Suo prodotto mi procura una gioia straordinaria: per la struttura esterna di ottimo gusto, per la carta preziosa e i caratteri ampi e facilmente leggibili. Con tristezza ricordo il nostro deceduto amico Arzeni, che ha fatto sicuramente il meglio per questo mio lavoro. Anche la cara Lavinia, che cura le Opera Omnia, apprezzerà questa nuova edizione e la notizia della prossima uscita di altri tre volumi».
Sopraccoperta del volume Scritti minori
Con soddisfazione accoglie l’edizione italiana del romanzo Carlotta a Weimar, apprezzando in particolare «la grande cura» che la Casa Mondadori «ha dedicato [all’opera] per quanto riguarda la traduzione, la stampa e la presentazione». Non trovano invece il suo massimo consenso le illustrazioni nel romanzo:
«È spiegabile che le illustrazioni mi siano sembrate a prima vista un po’ strane. Quando mai un autore è rimasto veramente soddisfatto delle illustrazioni dei suoi libri? Ricordo sempre il terrore manifestato da Flaubert quando gli fu proposto di illustrare “Salammbô’”, ma so essere abbastanza oggettivo per riconoscere il talento che si esprime nelle illustrazioni di “Carlotta a Weimar”, tra le quali mi piace soprattutto l’ultima, la scena nella carrozza, dove l’elemento immaginario o sognante di quell’incontro è ritardato dall’artista con molta comprensione».
Simile è anche il commento al romanzo Doctor Faustus, di cui non apprezza molto la copertina, ma ne loda altri aspetti, come la presentazione generale del volume, l’introduzione di Lavinia Mazzucchetti e l’impegno della casa editrice nella realizzazione dell’opera:
«Devo confessare che la copertina non mi è piaciuta in modo particolare, ma il volume è di nobile semplicità e i caratteri gradevoli all’occhio. A ciò si aggiunge la bella introduzione della nostra Lavinia Mazzucchetti, un lavoro con tutte le qualità per rendere il libro comprensibile al pubblico italiano. In tal modo, veramente tutto è stato fatto da parte Sua e della Mazzucchetti per agevolare il lettore italiano nella lettura di quest’opera tanto impegnativa».
Con attenzione Mann segue tutte le pubblicazioni in Italia della sua opera, dalle Novelle e racconti, dalla miscellanea di saggi Nobiltà dello spirito e altri saggi, versione ampliata della raccolta del 1945 Adel des Geistes, alla pubblicazione delle sue opere più nuove, come L’Eletto, L’inganno e Le confessioni del cavaliere d’industria Felix Krull.
La corrispondenza ha riguardato inoltre la ricezione dell’opera di Thomas Mann anche sotto forma di una piccola rubrica, pubblicata sul settimanale «Epoca», con delle domande allo scrittore e le sue risposte. Interesse mostra Thomas Mann anche per la pubblicazione in Italia della sua saggistica più recente su importanti giornali come il «Corriere della Sera», con i saggi su Kleist e su Cechov. Il comune intento di promuovere una larga diffusione della cultura emerge anche dalla rinuncia da parte di Alberto Mondadori e di Thomas Mann di un onorario per la pubblicazione del suo saggio Cechov sulla rivista «Paragone», di «alto livello letterario, tuttavia con mezzi finanziari limitati».
Illustrazione Carlotta a Weimar
Sopraccoperta del volume Nobiltà dello spirito
Sopraccoperta Carlotta a Weimar e Confessioni di Felix Krull
La problematicità di una novella giovanile
Il carteggio tra la Mondadori e Thomas Mann tradisce anche il forte desiderio dello scrittore di trasmettere un’immagine integra della sua persona, al fine di evitare, in un periodo ancora teso, fraintendimenti che sarebbero potuti scaturire da orientamenti nel frattempo superati. Tale desiderio ha portato Mann alla decisione di non far pubblicare in Italia il racconto Sangue velsungo, storia dell’incesto di due fratelli, vissuto con lo sfondo della musica di Wagner e ambientato in una facoltosa famiglia ebrea di Berlino. Al riguardo scrive ad Alberto Mondadori:
«Il punto che ancora necessita una risposta riguarda il mio racconto Sangue velsungo. In realtà ho ancora un’edizione di lusso della novella, illustrata da Theodor Heine, e non esiterei a inviarglieLa se avessi voglia di accogliere nell’edizione italiana della mia opera questo lavoro veramente antiquato, che oggi potrebbe facilmente dare adito a malintesi. Credo sia meglio rinunciarvi».
Minuta di lettera di Alberto Mondadori a Thomas Mann, 5 febbraio 1948
Lettera di Thomas Mann ad Alberto Mondadori, 12 marzo 1948
Romanzo di un romanzo: La genesi del Doctor Faustus e altre pagine autobiografiche
Nel 1952 è stato pubblicato nei “Quaderni della Medusa” un volumetto «autobiografico» di Thomas Mann, nel quale erano contenuti Saggio autobiografico, Romanzo di un romanzo. La genesi del Doctor Faustus e Il mio tempo. Alberto Mondadori aveva pensato di pubblicare in appendice al Doctor Faustus il lungo saggio autobiografico Romanzo di un romanzo. La genesi del Doctor Faustus, nel quale lo scrittore ripercorre il periodo che aveva accompagnato la stesura del grande romanzo epocale, dando un quadro dettagliato degli avvenimenti storici, degli incontri, degli studi musicali, storici e filosofici che ne avevano contribuito alla nascita. In una lettera ad Alberto Mondadori, scritta nel marzo 1949, Thomas Mann illustra i motivi che lo avevano portato alla stesura del lungo commento sulla genesi del romanzo, un commento pensato tuttavia unicamente per un pubblico tedesco e, dunque, non previsto per le edizioni in America, in Inghilterra e in tutti gli altri paesi in cui il romanzo sarebbe dovuto uscire. La soluzione proposta da Alberto Mondadori di pubblicarlo in appendice all’edizione italiana del romanzo non gli appare dunque felice, come neanche l’idea di farne un piccolo volumetto indipendente, da fare uscire contemporaneamente all’uscita del romanzo. Difatti scrive:
«Sono piuttosto sfavorevole a questa soluzione, perché darei malvolentieri a queste osservazioni il carattere di uno scritto propagandistico che accompagna il romanzo con lo scopo di farne pubblicità. La sua funzione dovrebbe essere invece quella di soddisfare un interesse già esistente, risvegliato dalla lettura del romanzo».
Più ragionevole gli sembra invece aspettare «il grado di partecipazione che il romanzo trova presso il pubblico italiano». E aggiunge:
«Mi sembra questo un comportamento ispirato al buon gusto, poiché presentare i “Ricordi” come commento al romanzo potrebbe apparire leggermente pretenzioso e dare l’impressione che l’opera non possa aver un effetto come tale e attraverso sé stessa».
La scelta di Mondadori di pubblicare Romanzo di un romanzo insieme a altri scritti di carattere autobiografico ha trovato invece la piena approvazione di Thomas Mann:
«Aggiungo l’espressione del mio compiacimento per l’edizione nella Medusa del “Romanzo di un romanzo”, edizione che mi sembra riuscitissima. Comprendo che “Romanzo di un romanzo” non poteva rappresentare un volume completo e trovo molto abile l’aggiunta dei due altri scritti autobiografici».
Un commento molto gradito da Alberto Mondadori:
«Il Suo apprezzamento per l’edizione “Medusa” del Romanzo di un romanzo e per l’aggiunta di entrambi gli altri brevi scritti autobiografici è la ricompensa più gradita per il nostro impegno».
Copertina del volume Romanzo d’un romanzo
Lettera di Thomas Mann ad Alberto Mondadori, 21 marzo 1949
Minuta di lettera di Alberto Mondadori a Thomas Mann, 5 ottobre 1952