Sono molti i saggisti di successo rappresentati nel corso del tempo dall’Agenzia letteraria internazionale: Enzo Biagi, Indro Montanelli, Tiziano Terzani, Piero Angela, Gillo Dorfles, Fernanda Pivano e Maria Corti sono solo alcuni dei nomi che sono stati alla corte di Erich Linder. Tra questi, il caso di Francesco Alberoni spicca per il numero di traduzioni ed edizioni estere delle opere, e perché il rapporto intercorso tra il sociologo e Linder, come rivela il carteggio, è piuttosto particolare.
Nella biblioteca Ali, i titoli di Alberoni più presenti sono due “classici”: L’erotismo e Innamoramento e amore. Quest’ultimo, uscito in Italia nel 1979 con una tiratura iniziale di cinquemila copie, ne ha vendute solo nel nostro paese più di ottocentomila: è logico che gli editori stranieri non si siano lasciati sfuggire l’occasione e ne abbiano acquisito velocemente i diritti. La rosa dei paesi rappresentati nel fondo è piuttosto ampia, e comprende Spagna (1980 e 1988), Danimarca (1981), Grecia (1982), Svezia (1982), Portogallo (1983 e 1985), Germania Ovest (1983), Giappone (1984) Finlandia (1984), Norvegia (1985), Francia (1985) e Brasile (1986 e 1991); tra i primi paesi a tradurre L’erotismo ci sono ancora una volta i paesi scandinavi: Svezia e Danimarca danno infatti alle stampe le loro versioni nel 1986, anno in cui vede la luce anche la prima edizione spagnola; seguono, nel 1987, la Germania Ovest, il Brasile e la Norvegia; nel 1988 è la volta di Portogallo e Finlandia e di una seconda edizione spagnola, mentre la Germania unificata appronta una nuova edizione nel 1991.
L’andamento dell’acquisizione dei diritti dei libri di Alberoni da parte dei paesi stranieri è, a una prima occhiata, simile a quello di Calvino e del tutto conforme al trend generale dell’export librario italiano: gli autori italiani, infatti, godono di un’attenzione immediata da parte dei paesi latini (Francia, Spagna e Portogallo), scandinavi (con la Svezia a farla da padrona), e della Germania; in anni più recenti rispetto a quelli di cui ci occupiamo va segnalata la grande ricettività dei Paesi Bassi e di alcune editorie emergenti dell’Europa orientale (Polonia, Serbia e Ungheria su tutte). Solo in coda si piazzano la Gran Bretagna e il mercato anglofono, tradizionalmente più refrattario all’importazione.
L’archivio Linder consente di prendere visione del carteggio intercorso tra Alberoni e l’Ali: non si tratta di un numero cospicuo di fascicoli, ma permette di mettere in luce – oltre alle esigenze dell’autore, ai rendiconti e alle trattative con le case editrici italiane e non – un aspetto singolare del rapporto tra autore e agente. In questo caso è infatti spesso proprio l’autore a fare da agente a se stesso: grazie ai suoi contatti accademici dall’una come dall’altra parte dell’oceano, Alberoni riceve continue proposte di traduzione e di edizione dei suoi lavori, e le gira immediatamente a Linder. Il lavoro dell’Ali, in questi casi, non è più, dunque, quello di procacciare contratti al proprio assistito, ma è quello di verificare il potenziale dell’editore e del traduttore che hanno avanzato la proposta e pianificare, ma solo in un secondo momento, la strategia migliore.
Ecco un esempio:
«Caro Linder,
ho ricevuto questa lettera di offerta di traduzione in tedesco. Mi pare che nessuna casa editrice tedesca in realtà voglia il libro (…)»
La risposta dell’agente è allo stesso tempo tempestiva e rassicurante:
«Caro Professore,
ho inoltrato la lettera della potenziale traduttrice tedesca al nostro rappresentante per la Germania, ma non condivido il suo pessimismo sulla sorte del suo libro nei paesi di lingua tedesca: penso invece che qualcosa riusciremo a fare».
Il tono degli scambi epistolari tra i due è sempre piuttosto formale e distaccato: ogni volta che gli si rivolge, Linder chiama Alberoni «Professore» e ne riceve risposte di carattere strettamente professionale. Ci sono tuttavia dei casi in cui la proverbiale esuberanza linguistica dell’agente ha libero sfogo: ne riportiamo due esempi, che sono oltretutto uno strumento utile per entrare nelle dinamiche editoriali dei paesi a cui fanno riferimento:
«Caro Professore,
le mando il contratto americano per MOVIMENTO E ISTITUZIONE. Come tutti i contratti americani è straordinariamente lungo e, nella maggior parte delle clausole, straordinariamente futile. (…)»
«Caro Professore,
le allego la fotocopia della lettera che ho ricevuto dall’Editions du Seuil in risposta alla mia protesta su ITALIE 77. A me pare chiaro che l’editore francese sta (con un’espressione poco elegante ma efficace) ciurlando nel manico: oltretutto la lettera non risponde neppure a tutte le obiezioni contenute nella mia lettera».