“Per rimanere liberi bisogna,
a un bel momento, prendere
senza esitare la via della prigione!”
(Giovanni Guareschi)
Nel 1936 si trasferì a Milano chiamato da Angelo Rizzoli a far parte della redazione di “Bertoldo”, giornale umoristico italiano di gran successo in quegli anni, dove cominciò a pubblicare vignette satiriche collaborando con famosi illustratori e giornalisti come Alessandro Minardi, Vittorio Metz, Giovanni Mosca, Angelo Frattini, Saul Steinberg, Carlo Manzoni, Dino Falconi. Nel frattempo esordì come scrittore con il primo libro, La scoperta di Milano del 1941. Nel settembre del ’43, dopo sette anni di attività il “Bertoldo” cessò di essere pubblicato. Guareschi, avendo rifiutato obbedienza ai tedeschi, venne deportato nel lager di Wietzendorf.
Dopo la Liberazione ritornò a Milano dove, riuniti i suoi vecchi collaboratori del “Bertoldo”, nel 1945 fondò insieme a Mosca una nuova rivista di satira politica, il “Candido”, che divenne subito popolarissima.
Negli anni in cui lavorò al “Candido” Guareschi iniziò a scrivere i racconti di Don Camillo e del sindaco Peppone, che poi divennero un libro, Mondo Piccolo: Don Camillo, pubblicato nel 1948 e tradotto in più di trenta lingue, da cui vennero tratti celebri film interpretati dagli attori Fernandel e Gino Cervi.