Ribellione e avanguardia fra le due guerre. I libri e le carte di Marcello Gallian


A quarant’anni dalla scomparsa di Marcello Gallian (1902-1968), il Centro Manoscritti dell’Università di Pavia, che conserva le sue carte, ha dedicato allo scrittore romano un convegno ed una mostra documentaria (17 dicembre 2008–17 gennaio 2009).
Le iniziative si propongono di chiarire alcuni momenti della vicenda politica e culturale di Marcello Gallian, protagonista dell’avanguardismo romano ed esponente del cosiddetto “fascismo di sinistra”.

Lo scrittore si fece riconoscere per il suo genio visionario da contemporanei quali Falqui, Ungaretti, Cecchi e Bontempelli e si batté ostinatamente per quella rivoluzione antiborghese che non vide mai realizzata, tanto che alcune sue opere furono colpite dalla censura fascista. I suoi primi scritti uscirono nel 1925, alcuni anni dopo l’esperienza fiumana. La sua produzione letteraria, romanzi ed opere teatrali, riscosse i successi più significativi nella prima metà degli anni Trenta.
Caduto nell’oblio negli anni del dopoguerra, negli anni Sessanta lo scrittore si dedicò prevalentemente all’arte figurativa.
Malgrado la sua feconda produzione, Gallian non fu mai uno scrittore ufficiale del regime. Paolo Buchignani nel volume “La battaglia antiborghese di un fascista anarchico” (1984) ne ha ricostruito la singolare vicenda umana ed artistica.

Sfogliando il puntuale catalogo messo a punto dalla curatrice della mostra Nicoletta Trotta, si incontrano le opere a stampa, libri, riviste, ritagli di giornale, carte autografe dello scrittore, lettere e cartoline di corrispondenti del calibro di Bacchelli, Bontempelli, Bilenchi, Cecchi, Govoni, Montale, Ungaretti, la Aleramo, la Manzini. Appaiono poi opere pittoriche dello stesso Gallian, seguite da un’interessante galleria di immagini fotografiche che testimoniano le tappe più significative della sua vita.

Maria Elena Daverio