La storia dell’editoria, come ha acutamente rilevato Jean-Yves Mollier, è una storia a “vocazione globalizzante”, una sorta di punto di incontro di discipline tra loro affini e allo stesso tempo differenti, ma tutte necessarie e complementari le une alle altre.
Questo volume prende appunto in esame alcuni dei molteplici aspetti che caratterizzano e costituiscono la ricostruzione della storia editoriale e intellettuale in un determinato periodo storico, dalla storia dell’editoria vera e propria alla storia della cultura e dei generi letterari, e persino della lettura e dei lettori.
Si inizia da una rivisitazione delle vicende di case editrici che hanno occupato (e in alcuni casi ancora occupano) un posto fondamentale nel panorama editoriale nazionale, come la torinese Slavia, le milanesi Vallardi e Ricordi, la napoletana Ricciardi.
Si prosegue con l’esame di alcuni “generi” di solito meno frequentati e studiati: i libri di scena, la stampa sportiva, i gialli.
Con particolare attenzione al decennio 1920-1930 sono poi indagati i rapporti tra mondo della cultura e mondo dell’editoria: ecco allora l’analisi della fondamentale funzione di mediatori intellettuali svolta da Lavinia Mazzucchetti, Emma Sole e Irene Riboni che contribuirono a far conoscere e divulgare la letteratura tedesca in Italia; la descrizione delle vicende della casa editrice Pantheon diventata, anche se per pochi anni, luogo di incontro delle più significative esperienze editoriali legate al mondo dell’arte; e l’esame del ruolo giocato dal Gabinetto Vieusseux di Firenze sino alla metà del Novecento nella divulgazione della cultura russa in Italia.
Infine si conclude con una ricognizione sui testi e gli autori maggiormente letti tra gli intellettuali che subirono in carcere o il confino durante il fascismo; con un’analisi degli originali modelli femminili rintracciabili nel romanzo comunista dell’Italia post bellica, e dei rapporti tra il mondo della carta stampata e il mondo della celluloide durante il ventennio fascista.
Aspetti e dinamiche che proprio nella loro diversità concorrono a descrivere il quadro dell’editoria italiana nella prima metà del Novecento mettendo a fuoco. Come suggeriva Eugenio Garin, “il giuoco di azione e reazione di molteplici fattori, a loro volta estremamente complessi e variabili”.