1884-1900
Fernando Palazzi nasce il 21 giugno 1884 da Filippo e Felicita Terenzi ad Arcevia (Ancona), primo di tre figli: a lui seguiranno Ferruccio (1886-1972) e Bianca (1890-1986). Qualche anno più tardi la famiglia si trasferisce a Loreto, dove il padre presta servizio presso gli uffici della «Santa Casa».
1901-1910
Compie studi classici frequentando tra il 1901 e il 1903 il R. Liceo Rinaldini di Ancona, per poi laurearsi in giurisprudenza ed entrare in magistratura. Nel settembre 1908 è nominato uditore giudiziario e destinato al tribunale civile di Ancona; dal marzo 1909 presta servizio a Piacenza inizialmente come uditore, poi in qualità di vicepretore; il 27 marzo 1910 ottiene la carica di giudice aggiunto di II categoria presso il tribunale civile di Ferrara.
Conduce in parallelo un’intensa attività letteraria: traduce dal tedesco e dal francese e suoi contributi giornalistici appaiono, tra gli altri, su «Pagine libere» di Lugano (1909-1913), su «Acropoli», fondata nel 1911 da Ettore Romagnoli e per la quale Palazzi si occupa della «Rassegna di poesia», «Myricae», diretta da Carlo Ungarelli (1913-1915), «Rassegna contemporanea» di G.A. di Cesarò e Vincenzo Picardi, il «Giornale del mattino», «L’Ambrosiano» e «Illustrazione italiana».
Nel 1910 si unisce in matrimonio con Emilia Sguerso, nata a Savona il 23 marzo 1888.
1911-1920
Nel 1912 nasce a Ferrara la primogenita Simonetta, nel 1919 Duccio e nel 1928 Rosetta.
Nel marzo 1913 è nominato pretore e poi giudice e sostituto procuratore di San Sosti (Cosenza); l’anno successivo è trasferito a Carpineti (Reggio Emilia) con il medesimo ruolo.
Partecipa alla Prima guerra mondiale (84° Reggimento Fanteria, 6° Compagnia). Tenente della sua compagnia è Giuseppe Prezzolini.
Nel gennaio 1917 chiede e ottiene di essere trasferito alla pretura di Montecarotto (Ancona); nel settembre 1918 esercita la medesima funzione a Paullo Lodigiano.
Nel 1919 è trasferito al Tribunale militare di Roma con il grado di sottotenente.
È redattore capo e critico letterario de «L’Italia che scrive», rivista bibliografica fondata e diretta da Angelo Fortunato Formiggini nell’aprile 1918; le recensioni di Palazzi sono presenti sin dai primi numeri e dopo la prematura scomparsa di Giuseppe Ravegnani diverrà il più assiduo recensore di critica letteraria della rivista.
1921-1930
Dall’inizio degli anni venti vive a Milano.
Nel 1922 lascia definitivamente la magistratura per dedicarsi alle lettere; si occupa anche della rubrica di critica letteraria sull’ «Ambrosiano» (incarico nel quale gli succederà G. Titta Rosa).
Dal 1924 collabora assiduamente con la casa editrice milanese Unitas, in quel periodo sotto la direzione di Vincenzo Errante, per la quale compila testi scolastici e di letteratura, genere nel quale l’editrice milanese è specializzata.
Tra il 1925 e il 1926 collabora al settimanale «La Fiera Letteraria».
Inizia nel 1925 il rapporto con Mondadori che gli affida la curatela del Piccolo dizionario di mitologia e antichità classiche per le scuole medie. In particolare dopo l’assunzione da parte di Vincenzo Errante dell’incarico di condirettore editoriale, nel 1926, Palazzi risulta tra gli autori di testi scolastici
Nel 1927 Hoepli pubblica Il libro dei mille savi, una «raccolta di massime, pensieri, aforismi, paradossi di tutti i tempi e di tutti i paesi accompagnati dal testo originale e dalla citazione delle fonti», frutto della collaborazione tra Palazzi e Silvio Filippi Spaventa, ancora oggi disponibile nelle librerie.
Il primo e più fortunato romanzo di Palazzi, La storia amorosa di Rosetta e del cavalier di Nerac, ottiene il riconoscimento dell’Accademia Mondadori presieduta da Francesco Pastonchi, che gli assegna il Premio Mondadori 1930 bandito dal «concorso per un romanzo inedito italiano».
1931-1940
Nel novembre 1931 Palazzi ed Errante sottoscrivono con la casa editrice Utet un contratto che prevede la direzione di “La scala d’oro”, una collana di letteratura per l’infanzia strutturata a diversi gradi di apprendimento e di grande importanza per più generazioni. I volumi, iniziati nel 1932, avranno numerose ristampe negli anni quaranta e cinquanta.
Nel 1931 ha inoltre inizio la collaborazione con «Corriere della Sera»: la lettera d’incarico inviatagli il 23 novembre dal direttore Aldo Borelli riporta: «resta inteso che dal 1° dicembre 1931 Ella si impegna ad inviare due articoli mensili al Corriere della Sera uno dei quali sarà possibilmente una novella e l’altro un articolo di quelli detti di varietà con esclusione di articoli di critica letteraria». La collaborazione continuerà sino al 1935 per poi riprendere tra il 1946 e il 1947 con un accordo, siglato dal direttore Mario Borsa, per la pubblicazione di due articoli al mese sulle pagine del «Corriere d’informazione», la testata che all’indomani della liberazione di Milano è in edicola in sostituzione del «Corriere della Sera», costretto a interrompere le pubblicazioni per disposizione del CLN.
Nel 1933 i rapporti con la casa editrice Mondadori si interrompono bruscamente a causa di una dissidio che vede Vincenzo Errante e Fernando Palazzi opporsi ad Arnoldo Mondadori.
Inizia nel 1934 la duratura collaborazione di Palazzi con Principato, casa editrice fondata a Messina, ma trasferitasi a Milano a partire dal 1926, per la quale è autore di numerosi testi scolastici e per ragazzi: di particolare successo la Grammatica italiana e moderna, ripubblicata nel 1953 col titolo Novissima grammatica italiana; si ricorda inoltre la pubblicazione dell’ Enciclopedia della fiaba e la fortunata edizione ridotta per le scuole del dizionario, Il piccolo Palazzi, pubblicato in coedizione Ceschina-Principato nel 1953.
Nel 1939 esce per la casa editrice Utet l’enciclopedia illustrata Il tesoro del ragazzo italiano, concepita e diretta da Errante e Palazzi, con edizioni aggiornate ed accresciute nel dopoguerra; la sesta edizione, rielaborata sotto la direzione di Stefano Jacomuzzi, sarà pubblicata nel 1971.
Nello stesso 1939 esce l’opera che lo renderà famoso, il Novissimo dizionario della lingua italiana, pubblicato da Ceschina, per la quale Palazzi aveva già dato alle stampe l’Enciclopedia degli aneddoti (pubblicata per la prima volta nel 1934 e conclusa in tre volumi nel 1946). L’editore non ritiene opportuno, a un anno dalla promulgazione delle leggi razziali, di affiancare al nome di Palazzi quello di Eugenio Treves, coautore dell’opera (oggi il vocabolario, pur riconoscendo all’interno la collaborazione di Treves, si diffonde come Palazzi-Folena nell’edizione Loescher).
1941-1950
Nel 1945 pubblica con l’Editoriale Ultra, casa editrice milanese che di lì a poco concluderà la sua breve esperienza, il poemetto in prosa La Città, esaltazione delle metropoli moderne e specialmente di Milano (ripubblicato nel 1956 con l’aggiunta di alcune novelle e di un saggio con il titolo Donne e fiori in vetrina, Ceschina).
Nel 1948 una sua traduzione delle Favole di Charles Perrault, illustrata da dieci quadri di Gustavino, è pubblicata nelle edizioni d’arte A La Chance Du Bibliophile, e nello stesso anno è concluso il contratto per la curatela di un’edizione del Decamerone, poi pubblicato nel 1955 con 101 tavole a colori di Gino Boccasile.
Iniziata nel 1949, prosegue per tutto il decennio successivo la collaborazione con la casa editrice torinese Loescher-Chiantore per la pubblicazione di testi scolastici. Tra questi I miti degli dèi e degli eroi, opera di carattere formativo destinata alle scuole primarie, pubblicata per la prima volta nel 1959 e tuttora in commercio.
1951-1962
Nel 1953 sottoscrive con la Utet il contratto per Trame d’oro, enciclopedia in sei volumi, della quale è ideatore e direttore assieme a Marina Spano e Aldo Gabrielli: «un’opera nella quale sieno brevemente riassunti in forma artistica tutti i principali capolavori della narrativa».
Intorno al 1954 fonda una struttura associativa denominata ONAS (Ordine nazionale autori e scrittori) come base di riferimento per la costituzione di un «Albo» degli scrittori (a riconoscimento di questa sua prima intuizione, a lui è intitolato l’«Albo dell’Ordine degli scrittori» fondato nel 2006 da Napoleone Bartuli).
Nel 1960 aderisce alla Comunità europea degli scrittori (Comes).
Negli ultimi anni, proseguendo nell’impegno divulgativo, progetta una “Biblioteca italiana di opere di consultazione”.
Muore a Milano, nella sua abitazione di via Gustavo Modena 20, l’8 giugno 1962.