A oltre venti anni di distanza, l’assenza di Brera non ha cessato di apparire alla sterminata famiglia dei suoi lettori come un lutto iniquo e in nessun modo risarcibile (e risarcito) e, insieme, come un conto storiografico aperto, che richiede d’essere saldato con la probità e il rigore degli interventi (relazioni, ricordi, testimonianze) delle pagine di questo volume.
Massimo Raffaeli, Luigi Surdich, Manuela Manfredini, Gianfranca Lavezzi, Gino Cervi, Anna Lisa Cavazzuti (e con lei Andrea Aveto), Pilade del Buono, Antonio D’Orrico, Gigi Garanzini, Gilberto Lonardi, Gianni Mura, Giulio Signori (alla cui immagine queste “Carte raccontate” inestricabilmente e dolorosamente si legano) hanno dato forma a un dialogo così felicemente plurivoco da risultare immediatamente memorabile (e, vorrei aggiungere, metodologicamente esemplare).
Nessuna paratia disciplinare riesce a opporre Professori e Grandi Firme, impegnati, gli uni e le altre, a diverso titolo e con strumenti variamente affilati, a disoccultare nel più impregiudicato e meno banale dei modi il senso della Storia di Gianni Brera.