Giulio
Cesare Sansoni (1837-1885) appaltatore dell'Esattoria comunale, era un
assiduo frequentatore dei salotti letterari fiorentini e vi conobbe
numerosi giovani autori e studiosi. Attirato dal mondo dell'editoria, con a
disposizione alcuni capitali, insieme all'amico tipografo Giovanni
Carnesecchi, si offrì di pubblicare un'opera educativa di Guido
Falorsi, Guardare e pensare,
studi dal vero, libro di lettura e di premio. È il 1873 e la pubblicazione
uscì con la semplice responsabilità "a spese di alcuni amici",
come un successivo libretto. Nel 1874 comparirà il marchio editoriale
"G. C. Sansoni Editore" destinato a diventare famoso. Giulio
Cesare Sansoni avviò l'attività con la chiara intenzione di inseririsi nel
mercato dell'editoria scolastica e al contempo svolge un lavoro di ricerca
e presentazione della cultura italiana con finalità quasi istituzionali. La
casa editrice Sansoni iniziò l'attività editoriale in anni difficili per il
mondo della stampa e dell'editoria fiorentina, attingendo al grande
serbatoio degli Istituti culturali cittadini che si erano rinnovati e
attrezzati per svolgere un ruolo di guida culturale nazionale.
Sansoni
pubblicò i lavori epressione della cultura fiorentina dell'Istituto di
studi superiori e di perfezionamento, degli archivisti e dei bibliotecari
delle istituzioni statali e delle antiche Accademie a partire dalla
Crusca.
Tra
gli autori e i curatori, con i quali Giulio Cesare Sansoni ebbe un rapporto
intellettuale e allo stesso tempo amichevole, assunse una figura di rilievo
il professore Arturo Bartoli docente di letteratura italiana all' Istituto
di studi superiori esponente della scuola storica di positivismo filologico,
al quale si deve la ricostruzione storica filogica di numerosi testi della
letteratura italiana delle origini e dei grandi secoli e saggi
approfonditi. I suoi studi e il lavori dei numerosi allievi riforniscono le
collane editoriali Sansoni.
Ricordiamo anche Cesare Guasti, linguista, dell'Accademia della
Crusca e Gaetano Milanesi, archivista, che curò le Vite di Vasari nel 1876,
il primo grande successo editoriale per la cui realizzazione il tipografo
Carnesecchi aveva acquistato una modernissima macchina da stampa Koenig
& Bauer.
La
Sansoni mise così in catalogo numerose opere per la scuola e gli studi,
riuscendo a penetrare, grazie anche alle vaste conoscenze del suo titolare,
nella ristretta cerchia delle adozioni.
Passano
dieci anni: l'attività era già ben avviata, ma Giulio Cesare Sansoni ebbe
seri problemi nella gestione dell'Esattoria comunale e fu costretto a
lasciare la città per le polemiche che lo circondano. Nel 1883 si trasferì
a Roma dove aprì una libreria e continuò a seguire l'attività editoriale
affidata all'amico e parente Guido Biagi. Due anni, dopo nel 1885, Giulio
Cesare Sansoni morì prematuramente lasciando la vedova Albertina Piroli e
il figlio Antonio di appena un anno.
Albertina
Piroli si affidò al cognato Guido Biagi (1855-1925), bibliotecario della
Marucelliana, fondatore della «Rivista delle biblioteche», conferenziere e
divulgatore di studi, dalle vaste conoscenze e amicizie con studiosi e
letterati, a Giorgio Ceccherini per l'amministrazione e a Cesare Casalini
(marito della vedova del tipografo Carnesecchi e nuovo direttore della
Tipografia) la stampa.
Giudo
Biagi prosegì l'attività ed aprì nuove collane; nel 1887 la
"Collezione di classici greci ad uso delle scuole" direta da
Girolamo Vitelli e Pietro Cavazza, nel 1889 la "Biblioteca scolastica
di classici italiani secondo i programmi ufficiali" diretta da Giosuè
Carducci di grande diffusione e successo. L'anno successivo iniziò le
edizioni scientifiche con i manuali di Zoologia di Guelfo Cavagna e
Botanica di Poli e Tafani, e infine aprì la "Biblioteca critica della
letteratura italiana" con
il prof. Francesco Torracca, che pubblicò anche un fortunato Manuale di
letteratura italiana.
Nel
1901 prese l’avvio la collana
"Biblioteca storica del Rinascimento" diretta da prof.
Paolo Luiso a cui succedette nella seconda metà del novecento Eugenio
Garin.
Impossibilitati
a citare i tanti autori che segnarono l’affermazione dell’azienda, vogliamo
ricordare ancora i professori Alessandro D'Ancona, Pio Rajna e Pasquale
Villari accumunati da un rigoroso impegno metodologico.
La
Sansoni si presentò nel ‘900 con solido impianto, la cultura bibliografica
unita al positivismo classificatorio aveva portato alla ploriferazione
delle collane nelle quali vengono presentate razionalmente le opere sui
diversi temi e le diverse tipologie di lettori: la "Biblioteca critica
della letteratura italiana"; la "Biblioteca di bibliografia e
paleografia"; la "Biblioteca di carteggi, diarii, memorie,
…"; la "Biblioteca scolastica dei classici italiani";
"I classici latini nuovamente tradotti e illustrati"; la
"Collezione di classici greci ad uso delle scuole"; la
"Collezione di classici latini ad uso delle scuole"; la
"Lectura Dantis"; la "Nuova collezione dei classici latini
con note ad uso delle scuole"; le "Opere di storia e di
letteratura italiana"; la "Piccola biblioteca italiana"; la
"Piccola biblioteca per le scuole elementari"; la "Raccolta
di opere inedite o rare di ogni secolo delle letteratura italiana"; la
"Raccolta educativa"; la "Raccolta letteraria"; gli
"Studi di legislazione scolastica comparata".
Il
giovane Antonio Sansoni entrò nella gestione della casa editrice nel
secondo decennio del novecento, sotto la guida dello zio Guido Biagi, ma
perse la vita nella prima
guerra mondiale.
La
casa editrice passò in eredità ai cugini Ugo e Guido Zaccherelli che la
trasformano in società
anonima, la "Società editrice Sansoni" con al partecipazione
dell'editore Enrico Bemporad (275 azioni su 700) nominato Presidente, del
tipografo Mario Calò dell'Arte della Stampa (100 azioni) nominato Direttore
e Amministratore delegato e del libraio Lattes di Torino. La nuova gestione
consolidò l’impegno nel campo scolastico e diede avvio alla “Biblioteca
sansoniana straniera” che propose classici senza aprirsi al romanzo contemporaneo.
Nel
1925 si dimise Enrico Bemporad e i fratelli Zaccherelli ripresero la
maggioranza insieme a Mario Calò e a suo fratello il pedagogista Giovanni
Calò. La crisi degli anni ’30 unita ai dissidi tra i soci sulla gestione
portarono all’uscita dei fratelli Zaccherelli e all’acquisto della
maggioranza azionaria da parte di Giovanni Gentile, Armando Paoletti e Vito Benedetto Orzalesi.
Il nuovo consiglio di amministrazione nominò Giovanni Gentile Presidente e
Armando Paoletti Amministratore delegato.
Tra
gli anni tra il 1935 e 1937 Giovanni Gentile che era contemporaneamente
presente nelle case editrici Bemporad e Le Monnier e nella tipografia Arte
della stampa vendette o scambiò i pacchetti azionari con i soci Paoletti e
Orzalesi e acquisì le ultime azioni di Guido Zaccherelli fino al completo
controllo della Sansoni. Il capitale azionario venne quindi suddiviso
all'interno della famiglia Gentile con l'ingresso dei figli Federico e
Fortunato.
Con
l’ingresso di Gentile, la Sansoni riprese lo sviluppo rivitalizzando il
settore scolastico e le collane portanti, avviando tra le altre la
“Biblioteca dei classici latini e greci” diretta da G. Pasquali e la
“Collana scolastica di testi filosofici” diretta dallo stesso Gentile e
iniziando collaborazioni con Istituti di cultura e Università per la
pubblicazione di studi e testi per reperire sovvenzioni che rendessero meno
rischiosa l’impresa editoriale. Il sostegno del regime si concretizzò con
la commissione delle edizioni nazionali di Manzoni, Petrarca, Tommaseo e
nelle pubblicazioni dell’Istituto nazionale fascista di cultura.
Fondamentali furono i contributi che l’azienda diede nel campo storico e
filosofico con l’avvio di numerose collane come la "Biblioteca storica
Sansoni" diretta da Federico Chabod, la "Biblioteca
italiana" e la "Civiltà europea" per la quale uscirono la
Storia della letteratura inglese di M. Praz e la Storia del medioevo di G.
Volpe, mentre Federico Gentile diresse una innovativa collana di "Letteratura
contemporanea".
La
compromissione con il regime fascista pesò sulla Sansoni che al passaggio
della guerra (1944) fu messa sotto gestione commissariale escludendo gli
eredi Gentile dall'azienda.
Nel
1945 il governo Parri revocò il commissariamento e Federico Gentile tornò
alla direzione.
La
storia della Sansoni continuò nel secondo dopoguerra con la prosecuzione e
il rinnovamento dell'ampia l'offerta culturale, le collane vennero ampliate
fino a raggiungere il numero di 28 e
iniziò una proficua attività nel settore enciclopedico. Negli anni
’60 la fedeltà della linea editoriale all’editoria di cultura non fu
rinnovata da contatti e apporti
nuovi con gli studiosi emergenti che si rivolgevano così ad altre
case editrici e con l’apertura a tematiche di attualità che rappresentavano
ora la maggior produzione saggistica.
Dalla
fine degli anni settanta la casa editrice entrò in una crisi irrimediabile
che condusse, nonostante gli sforzi, al regime di amministrazione
controllata con sentenza del Tribunale di Firenze del 28 giugno 1976 e alla
liquidazione l’anno successivo.
La
famiglia Gentile proseguì l'attività editoriale-libraria con la casa
editrice Le Lettere e la commissionaria libraria LiCoSa.
Il
marchio venne venduto e acquisito dal Gruppo editoriale RCS che la
trasformò nel decennio successivo in due branche separate inserite nella
Società RCS Libri: la “Sansoni” con sede a Milano integrata nella divisione Università e professioni e la
“Sansoni per la scuola” con sede a Scandicci - Firenze (ospitata nel
palazzo della Nuova Italia Editrice) inserita nel settore RCS Scuola.
La
“Sansoni per la scuola” propone un’ampia scelta di manuali e testi per le
scuole superiori in particolare in campo umanistico; dall’intramontabile
“Collana di classici greci e latini” a storia, filosofia, lingue, matematica.
Citiamo per tutti la Storia dell’arte italiana di Giulio Carlo Argan
aggiornata con strumenti didattici su CD-Rom.Giulio Cesare Sansoni
(1837-1885) appaltatore dell'Esattoria comunale, era un assiduo
frequentatore dei salotti letterari fiorentini e vi conobbe numerosi
giovani autori e studiosi. Attirato dal mondo dell'editoria, con a
disposizione alcuni capitali, insieme all'amico tipografo Giovanni
Carnesecchi, si offrì di pubblicare un'opera educativa di Guido Falorsi, Guardare e pensare, studi dal vero,
libro di lettura e di premio. È il 1873 e la pubblicazione uscì con la
semplice responsabilità "a spese di alcuni amici", come un
successivo libretto. Nel 1874 comparirà il marchio editoriale "G. C.
Sansoni Editore" destinato a diventare famoso. Giulio Cesare Sansoni
avviò l'attività con la chiara intenzione di inseririsi nel mercato
dell'editoria scolastica e al contempo svolge un lavoro di ricerca e
presentazione della cultura italiana con finalità quasi istituzionali. La
casa editrice Sansoni iniziò l'attività editoriale in anni difficili per il
mondo della stampa e dell'editoria fiorentina, attingendo al grande
serbatoio degli Istituti culturali cittadini che si erano rinnovati e
attrezzati per svolgere un ruolo di guida culturale nazionale.
Sansoni
pubblicò i lavori epressione della cultura fiorentina dell'Istituto di
studi superiori e di perfezionamento, degli archivisti e dei bibliotecari
delle istituzioni statali e delle antiche Accademie a partire dalla Crusca.
Tra
gli autori e i curatori, con i quali Giulio Cesare Sansoni ebbe un rapporto
intellettuale e allo stesso tempo amichevole, assunse una figura di rilievo
il professore Arturo Bartoli docente di letteratura italiana all' Istituto
di studi superiori esponente della scuola storica di positivismo
filologico, al quale si deve la ricostruzione storica filogica di numerosi
testi della letteratura italiana delle origini e dei grandi secoli e saggi
approfonditi. I suoi studi e il lavori dei numerosi allievi riforniscono le
collane editoriali Sansoni.
Ricordiamo anche Cesare Guasti, linguista, dell'Accademia della
Crusca e Gaetano Milanesi, archivista, che curò le Vite di Vasari nel 1876,
il primo grande successo editoriale per la cui realizzazione il tipografo
Carnesecchi aveva acquistato una modernissima macchina da stampa Koenig
& Bauer.
La
Sansoni mise così in catalogo numerose opere per la scuola e gli studi,
riuscendo a penetrare, grazie anche alle vaste conoscenze del suo titolare,
nella ristretta cerchia delle adozioni.
Passano
dieci anni: l'attività era già ben avviata, ma Giulio Cesare Sansoni ebbe
seri problemi nella gestione dell'Esattoria comunale e fu costretto a
lasciare la città per le polemiche che lo circondano. Nel 1883 si trasferì
a Roma dove aprì una libreria e continuò a seguire l'attività editoriale
affidata all'amico e parente Guido Biagi. Due anni, dopo nel 1885, Giulio
Cesare Sansoni morì prematuramente lasciando la vedova Albertina Piroli e
il figlio Antonio di appena un anno.
Albertina
Piroli si affidò al cognato Guido Biagi (1855-1925), bibliotecario della
Marucelliana, fondatore della «Rivista delle biblioteche», conferenziere e
divulgatore di studi, dalle vaste conoscenze e amicizie con studiosi e
letterati, a Giorgio Ceccherini per l'amministrazione e a Cesare Casalini
(marito della vedova del tipografo Carnesecchi e nuovo direttore della
Tipografia) la stampa.
Giudo
Biagi prosegì l'attività ed aprì nuove collane; nel 1887 la
"Collezione di classici greci ad uso delle scuole" direta da
Girolamo Vitelli e Pietro Cavazza, nel 1889 la "Biblioteca scolastica
di classici italiani secondo i programmi ufficiali" diretta da Giosuè
Carducci di grande diffusione e successo. L'anno successivo iniziò le
edizioni scientifiche con i manuali di Zoologia di Guelfo Cavagna e Botanica
di Poli e Tafani, e infine aprì la "Biblioteca critica della
letteratura italiana" con
il prof. Francesco Torracca, che pubblicò anche un fortunato Manuale di
letteratura italiana.
Nel
1901 prese l’avvio la collana
"Biblioteca storica del Rinascimento" diretta da prof.
Paolo Luiso a cui succedette nella seconda metà del novecento Eugenio
Garin.
Impossibilitati
a citare i tanti autori che segnarono l’affermazione dell’azienda, vogliamo
ricordare ancora i professori Alessandro D'Ancona, Pio Rajna e Pasquale
Villari accumunati da un rigoroso impegno metodologico.
La
Sansoni si presentò nel ‘900 con solido impianto, la cultura bibliografica
unita al positivismo classificatorio aveva portato alla ploriferazione
delle collane nelle quali vengono presentate razionalmente le opere sui
diversi temi e le diverse tipologie di lettori: la "Biblioteca critica
della letteratura italiana"; la "Biblioteca di bibliografia e
paleografia"; la "Biblioteca di carteggi, diarii, memorie,
…"; la "Biblioteca scolastica dei classici italiani";
"I classici latini nuovamente tradotti e illustrati"; la
"Collezione di classici greci ad uso delle scuole"; la
"Collezione di classici latini ad uso delle scuole"; la
"Lectura Dantis"; la "Nuova collezione dei classici latini
con note ad uso delle scuole"; le "Opere di storia e di
letteratura italiana"; la "Piccola biblioteca italiana"; la
"Piccola biblioteca per le scuole elementari"; la "Raccolta
di opere inedite o rare di ogni secolo delle letteratura italiana"; la
"Raccolta educativa"; la "Raccolta letteraria"; gli
"Studi di legislazione scolastica comparata".
Il
giovane Antonio Sansoni entrò nella gestione della casa editrice nel
secondo decennio del novecento, sotto la guida dello zio Guido Biagi, ma
perse la vita nella prima
guerra mondiale.
La
casa editrice passò in eredità ai cugini Ugo e Guido Zaccherelli che la
trasformano in società
anonima, la "Società editrice Sansoni" con al partecipazione
dell'editore Enrico Bemporad (275 azioni su 700) nominato Presidente, del
tipografo Mario Calò dell'Arte della Stampa (100 azioni) nominato Direttore
e Amministratore delegato e del libraio Lattes di Torino. La nuova gestione
consolidò l’impegno nel campo scolastico e diede avvio alla “Biblioteca
sansoniana straniera” che propose classici senza aprirsi al romanzo
contemporaneo.
Nel
1925 si dimise Enrico Bemporad e i fratelli Zaccherelli ripresero la
maggioranza insieme a Mario Calò e a suo fratello il pedagogista Giovanni
Calò. La crisi degli anni ’30 unita ai dissidi tra i soci sulla gestione
portarono all’uscita dei fratelli Zaccherelli e all’acquisto della
maggioranza azionaria da parte di Giovanni Gentile, Armando Paoletti e Vito Benedetto Orzalesi.
Il nuovo consiglio di amministrazione nominò Giovanni Gentile Presidente e
Armando Paoletti Amministratore delegato.
Tra
gli anni tra il 1935 e 1937 Giovanni Gentile che era contemporaneamente
presente nelle case editrici Bemporad e Le Monnier e nella tipografia Arte
della stampa vendette o scambiò i pacchetti azionari con i soci Paoletti e
Orzalesi e acquisì le ultime azioni di Guido Zaccherelli fino al completo
controllo della Sansoni. Il capitale azionario venne quindi suddiviso
all'interno della famiglia Gentile con l'ingresso dei figli Federico e
Fortunato.
Con
l’ingresso di Gentile, la Sansoni riprese lo sviluppo rivitalizzando il
settore scolastico e le collane portanti, avviando tra le altre la
“Biblioteca dei classici latini e greci” diretta da G. Pasquali e la
“Collana scolastica di testi filosofici” diretta dallo stesso Gentile e iniziando
collaborazioni con Istituti di cultura e Università per la pubblicazione di
studi e testi per reperire sovvenzioni che rendessero meno rischiosa
l’impresa editoriale. Il sostegno del regime si concretizzò con la
commissione delle edizioni nazionali di Manzoni, Petrarca, Tommaseo e nelle
pubblicazioni dell’Istituto nazionale fascista di cultura. Fondamentali
furono i contributi che l’azienda diede nel campo storico e filosofico con
l’avvio di numerose collane come la "Biblioteca storica Sansoni"
diretta da Federico Chabod, la "Biblioteca italiana" e la
"Civiltà europea" per la quale uscirono la Storia della
letteratura inglese di M. Praz e la Storia del medioevo di G. Volpe, mentre
Federico Gentile diresse una innovativa collana di "Letteratura contemporanea".
La
compromissione con il regime fascista pesò sulla Sansoni che al passaggio
della guerra (1944) fu messa sotto gestione commissariale escludendo gli
eredi Gentile dall'azienda.
Nel
1945 il governo Parri revocò il commissariamento e Federico Gentile tornò
alla direzione.
La
storia della Sansoni continuò nel secondo dopoguerra con la prosecuzione e
il rinnovamento dell'ampia l'offerta culturale, le collane vennero ampliate
fino a raggiungere il numero di 28 e
iniziò una proficua attività nel settore enciclopedico. Negli anni
’60 la fedeltà della linea editoriale all’editoria di cultura non fu
rinnovata da contatti e apporti
nuovi con gli studiosi emergenti che si rivolgevano così ad altre
case editrici e con l’apertura a tematiche di attualità che rappresentavano
ora la maggior produzione saggistica.
Dalla
fine degli anni settanta la casa editrice entrò in una crisi irrimediabile
che condusse, nonostante gli sforzi, al regime di amministrazione
controllata con sentenza del Tribunale di Firenze del 28 giugno 1976 e alla
liquidazione l’anno successivo.
La
famiglia Gentile proseguì l'attività editoriale-libraria con la casa
editrice Le Lettere e la commissionaria libraria LiCoSa.
Il
marchio venne venduto e acquisito dal Gruppo editoriale RCS che la trasformò
nel decennio successivo in due branche separate inserite nella Società RCS
Libri: la “Sansoni” con sede a Milano
integrata nella divisione Università e professioni e la “Sansoni per
la scuola” con sede a Scandicci - Firenze (ospitata nel palazzo della Nuova
Italia Editrice) inserita nel settore RCS Scuola.
La
“Sansoni per la scuola” propone un’ampia scelta di manuali e testi per le
scuole superiori in particolare in campo umanistico; dall’intramontabile
“Collana di classici greci e latini” a storia, filosofia, lingue,
matematica. Citiamo per tutti la Storia dell’arte italiana di Giulio Carlo
Argan aggiornata con strumenti didattici su CD-Rom.Giulio Cesare Sansoni
(1837-1885) appaltatore dell'Esattoria comunale, era un assiduo
frequentatore dei salotti letterari fiorentini e vi conobbe numerosi
giovani autori e studiosi. Attirato dal mondo dell'editoria, con a
disposizione alcuni capitali, insieme all'amico tipografo Giovanni
Carnesecchi, si offrì di pubblicare un'opera educativa di Guido Falorsi, Guardare e pensare, studi dal vero,
libro di lettura e di premio. È il 1873 e la pubblicazione uscì con la
semplice responsabilità "a spese di alcuni amici", come un
successivo libretto. Nel 1874 comparirà il marchio editoriale "G. C.
Sansoni Editore" destinato a diventare famoso. Giulio Cesare Sansoni
avviò l'attività con la chiara intenzione di inseririsi nel mercato
dell'editoria scolastica e al contempo svolge un lavoro di ricerca e
presentazione della cultura italiana con finalità quasi istituzionali. La
casa editrice Sansoni iniziò l'attività editoriale in anni difficili per il
mondo della stampa e dell'editoria fiorentina, attingendo al grande
serbatoio degli Istituti culturali cittadini che si erano rinnovati e
attrezzati per svolgere un ruolo di guida culturale nazionale.
Sansoni
pubblicò i lavori epressione della cultura fiorentina dell'Istituto di
studi superiori e di perfezionamento, degli archivisti e dei bibliotecari
delle istituzioni statali e delle antiche Accademie a partire dalla Crusca.
Tra
gli autori e i curatori, con i quali Giulio Cesare Sansoni ebbe un rapporto
intellettuale e allo stesso tempo amichevole, assunse una figura di rilievo
il professore Arturo Bartoli docente di letteratura italiana all' Istituto
di studi superiori esponente della scuola storica di positivismo
filologico, al quale si deve la ricostruzione storica filogica di numerosi
testi della letteratura italiana delle origini e dei grandi secoli e saggi
approfonditi. I suoi studi e il lavori dei numerosi allievi riforniscono le
collane editoriali Sansoni.
Ricordiamo anche Cesare Guasti, linguista, dell'Accademia della
Crusca e Gaetano Milanesi, archivista, che curò le Vite di Vasari nel 1876,
il primo grande successo editoriale per la cui realizzazione il tipografo
Carnesecchi aveva acquistato una modernissima macchina da stampa Koenig
& Bauer.
La
Sansoni mise così in catalogo numerose opere per la scuola e gli studi,
riuscendo a penetrare, grazie anche alle vaste conoscenze del suo titolare,
nella ristretta cerchia delle adozioni.
Passano
dieci anni: l'attività era già ben avviata, ma Giulio Cesare Sansoni ebbe
seri problemi nella gestione dell'Esattoria comunale e fu costretto a
lasciare la città per le polemiche che lo circondano. Nel 1883 si trasferì
a Roma dove aprì una libreria e continuò a seguire l'attività editoriale
affidata all'amico e parente Guido Biagi. Due anni, dopo nel 1885, Giulio
Cesare Sansoni morì prematuramente lasciando la vedova Albertina Piroli e
il figlio Antonio di appena un anno.
Albertina
Piroli si affidò al cognato Guido Biagi (1855-1925), bibliotecario della
Marucelliana, fondatore della «Rivista delle biblioteche», conferenziere e
divulgatore di studi, dalle vaste conoscenze e amicizie con studiosi e
letterati, a Giorgio Ceccherini per l'amministrazione e a Cesare Casalini
(marito della vedova del tipografo Carnesecchi e nuovo direttore della
Tipografia) la stampa.
Giudo
Biagi prosegì l'attività ed aprì nuove collane; nel 1887 la
"Collezione di classici greci ad uso delle scuole" direta da Girolamo
Vitelli e Pietro Cavazza, nel 1889 la "Biblioteca scolastica di
classici italiani secondo i programmi ufficiali" diretta da Giosuè
Carducci di grande diffusione e successo. L'anno successivo iniziò le
edizioni scientifiche con i manuali di Zoologia di Guelfo Cavagna e
Botanica di Poli e Tafani, e infine aprì la "Biblioteca critica della
letteratura italiana" con
il prof. Francesco Torracca, che pubblicò anche un fortunato Manuale di
letteratura italiana.
Nel
1901 prese l’avvio la collana
"Biblioteca storica del Rinascimento" diretta da prof.
Paolo Luiso a cui succedette nella seconda metà del novecento Eugenio
Garin.
Impossibilitati
a citare i tanti autori che segnarono l’affermazione dell’azienda, vogliamo
ricordare ancora i professori Alessandro D'Ancona, Pio Rajna e Pasquale
Villari accumunati da un rigoroso impegno metodologico.
La
Sansoni si presentò nel ‘900 con solido impianto, la cultura bibliografica
unita al positivismo classificatorio aveva portato alla ploriferazione
delle collane nelle quali vengono presentate razionalmente le opere sui
diversi temi e le diverse tipologie di lettori: la "Biblioteca critica
della letteratura italiana"; la "Biblioteca di bibliografia e
paleografia"; la "Biblioteca di carteggi, diarii, memorie,
…"; la "Biblioteca scolastica dei classici italiani";
"I classici latini nuovamente tradotti e illustrati"; la
"Collezione di classici greci ad uso delle scuole"; la
"Collezione di classici latini ad uso delle scuole"; la
"Lectura Dantis"; la "Nuova collezione dei classici latini
con note ad uso delle scuole"; le "Opere di storia e di
letteratura italiana"; la "Piccola biblioteca italiana"; la
"Piccola biblioteca per le scuole elementari"; la "Raccolta
di opere inedite o rare di ogni secolo delle letteratura italiana"; la
"Raccolta educativa"; la "Raccolta letteraria"; gli
"Studi di legislazione scolastica comparata".
Il
giovane Antonio Sansoni entrò nella gestione della casa editrice nel
secondo decennio del novecento, sotto la guida dello zio Guido Biagi, ma
perse la vita nella prima
guerra mondiale.
La
casa editrice passò in eredità ai cugini Ugo e Guido Zaccherelli che la
trasformano in società
anonima, la "Società editrice Sansoni" con al partecipazione
dell'editore Enrico Bemporad (275 azioni su 700) nominato Presidente, del
tipografo Mario Calò dell'Arte della Stampa (100 azioni) nominato Direttore
e Amministratore delegato e del libraio Lattes di Torino. La nuova gestione
consolidò l’impegno nel campo scolastico e diede avvio alla “Biblioteca
sansoniana straniera” che propose classici senza aprirsi al romanzo
contemporaneo.
Nel
1925 si dimise Enrico Bemporad e i fratelli Zaccherelli ripresero la
maggioranza insieme a Mario Calò e a suo fratello il pedagogista Giovanni
Calò. La crisi degli anni ’30 unita ai dissidi tra i soci sulla gestione
portarono all’uscita dei fratelli Zaccherelli e all’acquisto della
maggioranza azionaria da parte di Giovanni Gentile, Armando Paoletti e Vito Benedetto Orzalesi.
Il nuovo consiglio di amministrazione nominò Giovanni Gentile Presidente e
Armando Paoletti Amministratore delegato.
Tra
gli anni tra il 1935 e 1937 Giovanni Gentile che era contemporaneamente
presente nelle case editrici Bemporad e Le Monnier e nella tipografia Arte
della stampa vendette o scambiò i pacchetti azionari con i soci Paoletti e
Orzalesi e acquisì le ultime azioni di Guido Zaccherelli fino al completo
controllo della Sansoni. Il capitale azionario venne quindi suddiviso
all'interno della famiglia Gentile con l'ingresso dei figli Federico e
Fortunato.
Con
l’ingresso di Gentile, la Sansoni riprese lo sviluppo rivitalizzando il
settore scolastico e le collane portanti, avviando tra le altre la
“Biblioteca dei classici latini e greci” diretta da G. Pasquali e la
“Collana scolastica di testi filosofici” diretta dallo stesso Gentile e
iniziando collaborazioni con Istituti di cultura e Università per la
pubblicazione di studi e testi per reperire sovvenzioni che rendessero meno
rischiosa l’impresa editoriale. Il sostegno del regime si concretizzò con
la commissione delle edizioni nazionali di Manzoni, Petrarca, Tommaseo e
nelle pubblicazioni dell’Istituto nazionale fascista di cultura.
Fondamentali furono i contributi che l’azienda diede nel campo storico e
filosofico con l’avvio di numerose collane come la "Biblioteca storica
Sansoni" diretta da Federico Chabod, la "Biblioteca
italiana" e la "Civiltà europea" per la quale uscirono la
Storia della letteratura inglese di M. Praz e la Storia del medioevo di G.
Volpe, mentre Federico Gentile diresse una innovativa collana di "Letteratura
contemporanea".
La
compromissione con il regime fascista pesò sulla Sansoni che al passaggio
della guerra (1944) fu messa sotto gestione commissariale escludendo gli
eredi Gentile dall'azienda.
Nel
1945 il governo Parri revocò il commissariamento e Federico Gentile tornò
alla direzione.
La
storia della Sansoni continuò nel secondo dopoguerra con la prosecuzione e
il rinnovamento dell'ampia l'offerta culturale, le collane vennero ampliate
fino a raggiungere il numero di 28 e
iniziò una proficua attività nel settore enciclopedico. Negli anni
’60 la fedeltà della linea editoriale all’editoria di cultura non fu
rinnovata da contatti e apporti
nuovi con gli studiosi emergenti che si rivolgevano così ad altre
case editrici e con l’apertura a tematiche di attualità che rappresentavano
ora la maggior produzione saggistica.
Dalla
fine degli anni settanta la casa editrice entrò in una crisi irrimediabile
che condusse, nonostante gli sforzi, al regime di amministrazione
controllata con sentenza del Tribunale di Firenze del 28 giugno 1976 e alla
liquidazione l’anno successivo.
La
famiglia Gentile proseguì l'attività editoriale-libraria con la casa
editrice Le Lettere e la commissionaria libraria LiCoSa.
Il
marchio venne venduto e acquisito dal Gruppo editoriale RCS che la
trasformò nel decennio successivo in due branche separate inserite nella
Società RCS Libri: la “Sansoni” con sede a Milano integrata nella divisione Università e professioni e la
“Sansoni per la scuola” con sede a Scandicci - Firenze (ospitata nel
palazzo della Nuova Italia Editrice) inserita nel settore RCS Scuola.
La
“Sansoni per la scuola” propone un’ampia scelta di manuali e testi per le
scuole superiori in particolare in campo umanistico; dall’intramontabile
“Collana di classici greci e latini” a storia, filosofia, lingue,
matematica. Citiamo per tutti la Storia dell’arte italiana di Giulio Carlo
Argan aggiornata con strumenti didattici su CD-Rom.
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